Le nuove armi americane nel caos Ucraina in cerca di esercito e certezze

Ucraina, con i missili Usa la Crimea a portata di Kiev. Missili Atacms anche nella versione a ‘lungo raggio’, gittata che passerà dagli attuali 165 km a oltre 300, che finora Washington aveva preferito lasciare fuori dai teatri di guerra. Ad essere pericolosamente esposto sarebbe in particolare lo strategico ponte di Kerch, a sud-est della Crimea, a 250 chilometri dai possibili punti di lancio in mano ucraina.
Armi per vincere la guerra o solo per prolungarne la durata rispetto ad un esisto finale ritenuto infausto per la parte occidentale che ancora la sostiene?

L’Ucraina più armata, ma forse le armi non bastano

Un episodio che diventa emblematico in questo tuonare di arsenali miliardari, molti con armi ancora da costruire. Ricordate i mitici e costosissimi carri armati Abrams che Washington aveva fatto sospirare per mesi a Kiev. 310 milioni di dollari l’uno, considerati fondamentali per sfondare le linee russe. Ora le forze armate ucraine li hanno ritirati dal campo di battaglia a causa della loro vulnerabilità ai droni russi. «La natura della guerra è cambiata e i veicoli corazzati del valore di milioni diventano facile preda di un drone che costa poche migliaia di dollari». La guerra praticata che cambia, mentre la politica che la esprime si ripete senza mai imparare nulla.

La situazione difficile non solo militare

Problemi sul piano militare che si sovrappongono a quelli politici interni, segnati dalla corruzione che continua ad essere il problema chiave di quei fragili sussulti di democrazia. La procura di Kiev ha ordinato l’arresto del ministro dell’Agricoltura, Mykola Solsky. È la prima volta che un ministro di Zelensky viene arrestato in Ucraina. Solskyi ha poi pagato una cauzione da 1,9 milioni di dollari (non una piccola cifra per un normale burocrate), e uscire di galera in attesa del processo. Solsky dovrà rispondere del suo presunto coinvolgimento nell’acquisizione illegale di terreni di proprietà statale per un valore di circa 7 milioni di dollari. Solsky nega le accuse, che riguardano eventi tra il 2017 e il 2021.

Attacco alle ferrovie per bloccare le consegne militari

Mosca ha intensificato i suoi attacchi alla rete ferroviaria ucraina per ‘paralizzare’ le forniture militari ‘ occidentali – in vista di una nuova offensiva. Ieri il ministero della difesa russo ha dichiarato di aver colpito nell’est del Donetsk un treno che trasportava «armi ed equipaggiamento militare fornito dall’Occidente». E sui nuovi armamenti decisi da Washington, la rivista Politico ha annunciato una probabile ulteriore elargizione di ami americane. Altri 6 miliardi in sistemi anti-aerei Patriots, munizioni per artiglieria, droni e missili aria-aria per i caccia. «Il problema è che questi armamenti sono ancora da produrre», annota Sabato Angieri sul Manifesto.

Avanzata dei russi a ovest di Avdiivka

L’avanzata delle forze russe ha accelerato nell’ultima settimana a ovest di Avdiivka, nell’oblast’ di Donetsk. Lo ha riferisce il Ministero della Difesa britannico, nella valutazione dell’intelligence sul conflitto. «Le forze di terra russe hanno creato uno sperone in territorio ucraino per entrare nella località di Otcheretyne, che si trova circa 15 chilometri a nord del centro di Avdiivka», ha scritto su X. «Da quando le forze russe hanno preso il controllo di Avdiivka a metà febbraio 2024, la regione è rimasta una delle principali aree delle operazioni russe. Nonostante il persistere di perdite elevate, è molto probabile che le forze di terra russe siano in grado di colpire continuamente le posizioni ucraine nella regione e abbiano preso il controllo di diversi piccoli insediamenti», ha aggiunto l’intelligence di Londra.

Armi a più non posso, se arriveranno in tempo

Il segretario alla difesa della Casa Bianca Lloyd Austin ha fatto sapere che «i caccia F-16 inizieranno ad arrivare in Ucraina quest’anno, insieme a piloti addestrati». Futuro prossimo ma non definito, come l’effettivo addestramento dei piloti ucraini.

Più rapida la Germania che, come rivelato dal segretario generale della Nato Stoltenberg, «ha deciso di inviare un terzo sistema Patriot in Ucraina». Anche la Spagna ha accettato, secondo il quotidiano El Paìs, di fornire il tanto richiesto sistema di difesa missilistica ma senza toccare le batterie di Madrid presenti in Turchia.

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