L’Ucraina cambia Natale, niente più con la Russia, calendario in guerra

Dopo più di un secolo di calendario giuliano col Natale a seguire la nostra Epifania, cristianità ortodossa, il governo decide che il popolo ucraino, la parte credente, celebrerà la nascita di Cristo adeguandosi al calendario gregoriano occidentale. Accesso all’Ue almeno per via liturgica. Con qualche contenuto politico poco natalizio.

Memoria impietosa di Alberto Negri, durante i bombardamenti israeliani su Gaza 2021, Zelensky affermò che l’unica tragedia nella Striscia era quella vissuta dagli israeliani. ‘Sarebbe come dire che i russi sono gli unici a soffrire in Ucraina. Il Congresso americano ora blocca i fondi a Kiev ma li dà a Israele. Nemesi‘.

St. Sophia’s Cathedral on January 07, 2019 in Kiev, Ukraine

L’Ucraina cambia data al suo Natale

Per la prima volta dal 1917, l’Ucraina festeggerà quest’anno il Natale il 25 dicembre, un cambio di data rispetto al 7 gennaio – giorno di Natale nel calendario giuliano utilizzato in Russia e in tutto il mondo cristiano di obbedienza ortodossa, – che rappresenta l’ultimo tentativo di sradicare l’influenza di Mosca nel Paese invaso.

Natale a disegno di legge

Già dal luglio scorso, il presidente ucraino Volodymyr Zelensky aveva  promulgato un disegno di legge per spostare ufficialmente il giorno di Natale, con l’obiettivo di «abbandonare l’eredità russa di imporre le celebrazioni natalizie il 7 gennaio», si leggeva in una nota esplicativa del decreto sul sito web del parlamento di Kiev.

Niente di liturgico, tutto di politico

L’Ucraina è stata sotto la guida spirituale di Mosca almeno dal XVII secolo, ma parte della Chiesa ortodossa ucraina ha rotto con Mosca nel 2019, dopo l’annessione della Crimea da parte della Russia e del sostegno ai separatisti russofoni nell’est del Paese. Il passaggio al 25 dicembre fa parte di un più ampio processo si nazionalismo iniziato con la rivolta/colpo di Styato di Maidan del 2014.

Alberi di Natale a tema militare

L’adozione del calendario gregoriano occidentale è parte del tentativo di Kiev di allinearsi con l’Europa, mentre la guerra si vede anche nelle decorazioni per gli alberi di Natale, sempre più a tema militare, segnala la Bbc. Soldati in miniatura, aerei da combattimento Mig, un trattore ucraino che traina un carro armato russo sono tra gli oggetti venduti alla fabbrica di decorazioni di Klavdievo-Tarasove – una piccola città fuori Kiev – una delle tre che un tempo rifornivano l’intera Unione Sovietica.

Le origini storiche dei due Natale

In molti paesi del mondo il Natale si festeggia il 7 gennaio e non il 25 dicembre. Il motivo della differenza nelle date tra cristiani orientali e ortodossi da una parte e cattolici e protestanti dall’altra risale all’antica Roma e ha a che fare con una differenza di calendario: i cattolici e i protestanti usano quello gregoriano, mentre il calendario delle festività degli ortodossi, il calendario liturgico, è indipendente da quello civile e basato sull’antico calendario giuliano.

Sosigene di Alessandria

Nel primo secolo avanti Cristo l’astronomo Sosigene di Alessandria elaborò il calendario giuliano che nel 46 a.C. venne adottato come calendario ufficiale da Giulio Cesare, in qualità di pontefice massimo, cioè supremo sacerdote di Roma che aveva l’incarico, tra le altre cose, di tenere il conto ufficiale degli anni. Da lì a poco, Roma avrebbe dominato direttamente o indirettamente tutto il bacino del Mediterraneo e qualcosa anche oltre, diffondendo insieme alle strade, alle terme e alle fogne anche il proprio calendario.

Il calcolo della Pasqua

Ma i calcoli di Sosigene avevano un problema: sovrastimavano la durata dell’anno solare di 11 minuti e qualche secondo. Questo significava – e all’epoca già si sapeva – che ogni 128 anni il calendario giuliano si sarebbe ritrovato in ritardo di un giorno rispetto alla posizione del sole. Nel 1582, secondo le osservazioni astronomiche, la primavera era già cominciata quando il calendario segnava ancora l’11 marzo. Ma il problema principale, però, non era avere solstizi ed equinozi nei giorni sbagliati, ma che risultava sbagliato il calcolo della Pasqua: le celebrazioni non venivano più officiate nel giorno giusto.

Papa Gregorio prima di Zelensky

Papa Gregorio XIII prese dunque la decisione di cambiare le regole e impose il calendario che usiamo ancora oggi, il calendario gregoriano. La riforma di Gregorio XIII fu piuttosto drastica. Per recuperare i giorni perduti venne stabilito che dopo venerdì 4 ottobre si sarebbe passati direttamente a sabato 15: i dieci giorni di mezzo, in un certo senso, non sono mai esistiti.

Un giorno ogni 3323 anni

Ma questo non risolveva il problema della durata media dell’anno. Per evitare di perdere altri dieci giorni nel migliaio di anni successivo venne stabilito che gli anni multipli di cento sarebbero stati bisestili soltanto se fossero stati multipli anche di 400. Con il nuovo calendario l’errore annuale venne ridotto da 11 minuti e qualcosa a soli 26 secondi: il calendario gregoriano, quindi, sbaglia di un giorno ogni 3.323 anni.

Dall’astronomia alla religione

Alla fine del Cinquecento, all’epoca di Gregorio XIII, l’Europa era ormai saldamente divisa tra cattolici, luterani e calvinisti, mentre l’Europa orientale era quasi tutta, da più di cinque secoli, di religione ortodossa. Chi non era cattolico non vedeva di buon occhio le novità che arrivavano da Roma. La riforma venne subito adottata dai paesi cattolici e dai territori ad essi sottoposti: Francia, Italia, Spagna, Portogallo, Polonia, Belgio, Paesi Bassi e gran parte della Germania meridionale. I paesi protestanti si adattarono soltanto nel corso del Diciottesimo secolo, quando le rivalità religiose si erano affievolite e quando ormai gli scambi frequenti tra i paesi avevano reso avere due calendari diversi una vera seccatura.

Ortodossi a due festività

I paesi ortodossi rimasero i soli a seguire il calendario giuliano. Poi, a causa dello scisma tra la Chiesa orientale e quella cattolica avvenuto poco dopo l’anno Mille, non accettarono di compiere i loro riti sulla base di un calendario introdotto proprio dal Papa, di cui non volevano riconoscere la supremazia. A oriente si continuò a festeggiare il Natale 13 giorni dopo la data gregoriana, cioè il 7 gennaio. Le altre feste ‘scalano’ di conseguenza: l’Epifania è il 19 gennaio.

260 milioni di persone col Natale anche di Mosca

Alcuni ortodossi hanno preferito però adattarsi al calendario gregoriano: in Grecia, ad esempio, il Natale coincide con quello cattolico. Altri paesi hanno invece fatto la scelta di affiancare il 25 dicembre alla tradizionale festività ortodossa, e quindi di concedere un giorno festivo in entrambe le date.

Lo hanno fatto per esempio la Moldavia nel 2013 e l’Ucraina nel 2017. In Ucraina poi la questione è complicata dalla separazione della Chiesa ortodossa ucraina da quella russa e a crescenti divisioni più di natura economica sul controllo di importanti beni ecclesiastici che su questioni teologiche

 

Tags: Natale Ucraina
Condividi:
Altri Articoli
Remocontro