Polonia, potenza armata d’Europa: tank, cannoni e 300mila soldati col 4% del suo Pil

Varsavia raddoppia gli organici delle Forze armate, ordina 500 carri di ultima generazione e porta le spese militari al 4 per cento del Pil. La guerra in Ucraina sta cambiando la mappa politica dell’Europa, spostando il baricentro verso Est con effetti imprevedibili e non proprio rassicuranti anche in casa Nato. Nel vertice di Ramstein, la spinta dei Paesi orientali e baltici della Nato, decisiva per far cambiare posizione a Washington e Berlino sui carri armati.

«Spese militari al 4% del pil». L’Alleanza chiedeva il 2%. Dopo aver spinto per inviare a Kiev i Leopard tedeschi, ora Varsavia preme anche per gli F-16 e oltre.

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Polonia, il doppio della Nato: «Spese militari al 4% del pil»

La minaccia del premier polacco Morawiecki che di fronte alle esitazioni tedesche sui carri Leopard all’Ucraina aveva proposto una ‘mini Nato baltica e del Nord’ a riarmo potenziato vietata a Berlino. Va detto, per rassicurare, che Morawiecki è abituato a spararle grosse, tipo la reintroduzione della pena di morte. Poi fa finta di non averte dette. Ma questa volta, la Polonia armata al doppio della Nato e più degli stessi Stati Uniti: «Spese militari al 4% del pil», sembra essere vera. Se i cittadini polacchi che non se la passano benissimo, non si arrabbiano e non lo cacciano prima.

Morawiecki spaccatutto ma non da solo

Varsavia sempre un tono sopra gli altri europei nella corsa agli armamenti in chiave anti Russia, questa volta destinando il 4% del proprio pil alle spese militari. Uno sproposito a rincorrere e superare il diktat annunciato nel 2022 dal numero uno del Pis, il partito nazional populista ora al governo, Jarosław Kaczynski, che pure già aveva giocato al rialzo rispetto al budget che era stato preventivato dai suoi colleghi a marzo scorso 2.3%. Poi, ‘tra il dire e il fare’, come ben sappiamo.

La guerra e chi le spara più grosse

«La guerra in Ucraina significa che dobbiamo armarci ancora più velocemente. Per questo faremo uno sforzo senza precedenti dedicando il 4% del Pil per l’esercito polacco», ha dichiarato il premier polacco Mateusz Morawiecki in visita alla divisione di fanteria di Siedlce. Patriottismo dai toni inusuali: «Ogni piede della nostra terra è santificato con il sangue polacco. Ma dobbiamo guardare al futuro delle prossime generazioni. Devono avere una Polonia sicura. Per raggiungere questo obiettivo c’è bisogno di un esercito forte».

Il primo ministro polacco, anch’egli del Pis, ha poi aggiunto: «Quest’anno faremo uno sforzo senza precedenti. Potrebbe essere la più alta quota destinata alla difesa tra i paesi membri della Nato. La Polonia sarà sempre più sicura».

Polonia pre Nato e pre nazional populismo

«Prima dell’ingresso nell’alleanza transatlantica nel 1999, le spese militari non erano certo tra le priorità della Polonia», ci ricorda Giuseppe Sedia sul Manifesto. «Le esigenze hanno cominciato a cambiare con la partecipazione dell’esercito polacco alle missioni in Afghanistan e in Iraq nei primi anni Duemila. Qualche anno dopo il governo polacco sarebbe stato uno dei primi a rispondere all’appello lanciato dagli Stati Uniti ai paesi della Nato di portare la loro spesa militare al 2% del pil».

Polonia nazionalista e americana

Al vertice Nato nel luglio del 2016 proprio nella capitale polacca, quando ancora si discuteva di ‘guerra ibrida sul fianco orientale della Nato’, e veniva rilanciato l’appello del 2% della ricchezza del Paese in armamenti di Difesa. Obiettivo di spesa già programmato dopo la vittoria politica dopo la vittoria della formazione fondata dai fratelli Kaczynski. «Stiamo rafforzando il pugno di ferro dell’esercito polacco in modo da aumentare la forza per scoraggiare l’aggressore», aveva commentato l’allora ministro della Difesa. Nel gennaio 2020, ad esempio, la Polonia aveva annunciato l’acquisto di 32 caccia F-35.

I conti veri di quel ‘4%’

In cifre assolute, questa mossa porterebbe i polacchi ad una spesa di circa 30 miliardi di dollari. Al momento, tra i principali acquisti pianificati dal Paese noti, figurerebbero 32 caccia di quinta generazione Lockheed Martin F 35 Lightning II, 48 caccia leggeri KAI FA 50 ‘Golden Eagle’ di produzione sudcoreana, 250 ‘Main Battle Tank’ di tipo M1 Abrams, 96 elicotteri d’attacco AH-64 E ‘Apache’. 30 miliardi in dollari per armamento quasi esclusivamente americano. Ad oggi, nessuno Paese del vecchio dispone di tale potenze quantità di mezzi.

Polonia-Ucraina, alleanza stretta

Dopo aver spinto per inviare in Ucraina i propri carri armati tedeschi Leopard 2, con o senza il placet di Berlino, Varsavia non si accontenta e preme in casa Nato ed Europea per ulteriori armamenti. IìE l’Ucraina, prende atto e ringrazia. «Continua il lavoro per ottenere caccia F16. Abbiamo segnali positivi dalla Polonia, che è pronta per inviarli in coordinamento con l’Alleanza atlantica», ha dichiarato il capo dell’ufficio presidenziale di Kiev, Andriy Yermak, in un messaggio su Telegram.

Coalizione interventista dentro la Nato

La tattica adottata da Varsavia potrebbe essere la stessa di quella utilizzata con i Leopard: creare una piccola coalizione di stati favorevoli all’invio di armi pesanti in modo da esercitare una pressione indiretta sugli altri paesi della Nato e dell’Ue.

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