
«Sono grato all’Italia e personalmente a Giorgia per la disponibilità a continuare a rafforzare lo scudo aereo dell’Ucraina» ha scritto Zelensky sull’ex Twitter. Non è la prima volta che fonti ucraine, ufficiali o meno, rendono pubblico il tipo di forniture militari italiane che nel settore della difesa aerea hanno incluso finora i portatili Stinger, i sistemi SPADA (con missile Aspide) radiati dalla nostra Aeronautica e forniti anche dalla Spagna, e i missili Aster 30 (foto di copertina) per il ‘sistema SAMP/. Arma fornita congiuntamente con la Francia.
L’ottavo pacchetto di aiuti italiani verrà probabilmente comunicato ufficialmente il 10 gennaio nella seduta della camera dei Deputati durante le «Comunicazioni del Ministro della Difesa, Guido Crosetto, in materia di proroga dell’autorizzazione alla cessione di mezzi, materiali ed equipaggiamenti militari in favore delle autorità governative dell’Ucraina», informa Analisi Difesa. Decisione presa, armi mandate o in partenza, e il Parlamento ‘informato’, per buona educazione.
I contenuti della nuova lista di aiuti italiani resteranno segreti ma è evidente che tra le priorità di Kiev vi sono munizioni d’artiglieria e missili da difesa aerea. Il comandante delle Joint Forces ucraine Sergiy Nayev ha riferito alla France Presse che «i sistemi di difesa aerea portatili per i gruppi mobili di difesa aerea hanno sufficienti munizioni per resistere ai prossimi potenti attacchi ma nel medio e lungo termine, abbiamo bisogno dell’aiuto dei Paesi occidentali per ricostituire le scorte missilistiche. La priorità è avere più munizioni poiché i russi vogliono davvero indebolire il nostro sistema di difesa aerea».
Amnesty International ha da tempo contestato la scelta del governo già a partire da Draghi: «Il governo ha secretato la lista di mezzi, materiali ed equipaggiamenti militari che cederà all’Ucraina. L’Italia è tenuta a rispettare i principi di trasparenza e protezione dei diritti umani. Gli equipaggiamenti non devono essere usati indiscriminatamente». Poi il ‘dettaglio’ dalla legge 185 del 1990, che regola le esportazioni di armi. Tra le altre cose, la legge vieta che il nostro Paese possa esportare armamenti a un Paese in guerra, come lo è l’Ucraina in questo momento, salvo aver ottenuto, appunto, un permesso concesso dal Parlamento. Prima, non ad armi inviate.
Delle armi del governo Meloni sappiamo dei Samp-T, Skyguard Aspide e Spada, missili a guida radar di difesa. L’Aspide ha la portata di venti chilometri, un’unità di rilevamento e calcolo, due lanciatori e un veicolo trasportatore-caricatore. Un’arma di vecchia generazione, non più utilizzata dall’Italia e aggiornata per essere inviata in Ucraina. Il sistema Samp-T è stato sviluppato fin dai primi anni 2000 con la Francia: si vende o si regala in accordo tra i due stati titolari del brevetto.
In realtà un po’ tutta Europa sta fornendo a Kiev anche avanzi di magazzino, mezzi e armi stoccati da decenni nei depositi da un lato perché si tratta di armi ancora operative e comunque efficaci in quel tipo di conflitto, dall’altro probabilmente perché si tratta del modo più rapido per aiutare immediatamente gli ucraini liberandosi al tempo stesso di munizioni scadute ed armi e mezzi ormai superati: equipaggiamenti il cui smantellamento e smaltimento avrebbe costi elevatissimi con le regole europee.
Zelensky ha ringraziato ‘svelando’ anche la Germania per nuovo pacchetto aiuti militari. «È tempestivo e focalizzato sulle nostre priorità, in particolare sulla difesa aerea. L’avanzato sistema Skynex e gli ulteriori missili IRIS-T SLM rafforzeranno il nostro scudo aereo e salveranno più vite». L’elenco degli aiuti militari è stato aggiornato sul sito web del governo federale tedesco, riferisce Ukrinform. Difesa aerea e soprattutto munizioni che Kiev sembra aver bruciato nella sfortunata controffensiva.
Contri chiari anche sul valore degli aiuti. Nel 2023, la Germania ha trasferito all’Ucraina aiuti militari per un valore di circa 5,4 miliardi di euro e si è impegnata a fornire aiuti per un valore di circa 10,5 miliardi di euro nei prossimi anni. Dall’Italia, sappiamo solo che è ‘segreti di Stato’.