
«Orgoglio e precipizio» il titolo dl Manidesto che meglio interpreta la tragedia di questi giorni in Ucraina. Secondo giorno di rappresaglia sull’Ucraina, raid da Kiev a Leopoli e Zaporizhzhia. Centrale atomica a rischio: Grassi, dell’agenzia atomica vede Putin Il giorno 230 della guerra e ancora ‘una dura presa di posizione del G7 contro la Russia’. Molta enfasi nelle dichiarazioni ma la sostanza resta incerta.
Toni duri dal presidente ucraino, collegato con il G7 virtuale, che ha ribadito la chiusura a ogni tipo di trattativa con Putin e ha sollecitato l’invio di sistemi di difesa aerea per proteggere le città da bombardamenti. In coincidenza con la crudele ritorsione sui civili per i sabotaggi subiti, da Mosca arriva una timida apertura da Mosca per un incontro al G20 di novembre in Indonesia tra Putin e Biden.
La politica dei generali, sui due fronti. Gli aiuti all’Ucraina: gli Usa forniranno sistemi perfezionati di difesa aerea, la Germania ha già consegnato ieri il primo (di quattro) Iris-T di difesa anti-aerea, la Francia prevede di consegnare dei Samp/T Mamba prodotti da Thalès (ma l’esercito francese ne ha solo 8). E Parigi rafforza le capacità di difesa del fronte est, inviando in Romania dei veicoli blindati e una squadra di carri Leclerc, oltre a dei Rafale in Lituania.
Secondo la Nato «i bombardamenti sono un segno di debolezza della Russia», ma rincorre altre armi. Vertice oggi e domani per «aumentare lo stock di munizioni e equipaggiamenti per rafforzare la difesa ed essere in grado di fornire armi all’Ucraina, perché dobbiamo prepararci a una guerra lunga», afferma il segretario Jens Stoltenberg, in uscita. E per non lasciare la paura atomica solo nella mani di Putin, la prossima settimana, la Nato organizza un’esercitazione nucleare.
Incubo radioattivo sull’ormai celebre impianto di Zaporizhzhia, al centro ieri dell’incontro a San Pietroburgo tra Vladimir Putin e il capo dell’Agenzia internazionale per l’energia atomica, Rafael Grossi. Presidente russo «felice di discutere tutte le questioni che sono di reciproco interesse e che per qualcuno sono fonte di preoccupazione», augurandosi che l’azione dell’Aiea possa ridurre «l’eccessiva politicizzazione» che agita le acque intorno alle attività della centrale.
Volto dialogante, quello esibito ieri da Putin, dopo il decreto presidenziale con cui aveva incorporato l’impianto atomico più grande d’Europa, insieme alla provincia di cui fa parte, nella Federazione russa. Risposta per alcuni versi simile da parte dell’autentico avversario di Mosca. Biden su Putin: «Ha sbagliato i calcoli ma è un attore razionale». Decisamente meglio dopo il 26 marzo scorso quando lo definì «un macellaio».
«Un attore normalmente razionale che ha commesso un errore di valutazione decidendo di aggredire l’Ucraina», il ‘profilo’ di Vladimir Putin tracciato dal presidente americano Joe Biden, ospite del giornalista della Cnn, Jake Tapper. «Putin pensava di essere accolto a braccia aperte, che la Madre Russia fosse a casa a Kiev, ma ha sbagliato i calcoli». E Mosca apre a un incontro con gli Usa. Lavrov: «se arriva una proposta di colloquio a margine del G20 in Indonesia la valuteremo».
Il G20 in Indonesia potrebbe fornire l’occasione di un incontro fra il presidente Russo e quello americano. Un primo passo verso l’apertura di quel canale di dialogo che anche il capo del Cremlino sembra poter contribuire ad aprire se l’interlocutore fosse proprio Washington. Biden afferma che non sarà certo lui a cercare l’incontro, ma davanti a un ‘gesto’ da parte dell’omologo russo – come il rilascio della stella del basket statunitense Brittney Griner – Biden non si tirerebbe indietro.
«Begli ambienti della politica moscovita che si muovono a cerchi concentrici intorno al Cremlino sperando di interpretarne le mosse, è forte la convinzione che Vladimir Putin stia cercando una via d’uscita», scrive Marco Imarisio sul Corriere da Mosca. Poi l’analisi di Eugeniy Yashuk e sorprendere, sul sito Regnum, uno dei capisaldi del patriottismo russo: «La portata dei colpi sferrati il dieci ottobre sulle infrastrutture di Kiev non serve solo a restituire emozioni positive tra la nostra gente. La Russia ora ha bisogno di una urgente tregua».
Konstantin Blokhin, del Centro ricerche sulla sicurezza nazionale dell’Accademia delle Scienze di Russia. «Nelle élite americane c’è una spaccatura sui rapporti con Zelensky e i suoi apparati. Erdogan ha proposto di discutere il suo futuro senza la partecipazione di Kiev. Occorre privare l’Occidente della certezza che sia possibile ottenere una vittoria sulla Russia. Dopo, sarà possibile trattare con chi di dovere, da pari a pari». La macchina della propaganda e alcuni pezzi della nomenklatura russa starebbero preparando il terreno.