
«La democrazia ha vinto. La Polonia ha vinto». Così Donald Tusk, ex primo ministro polacco ed ex presidente del Consiglio europeo, ha rivendicato la vittoria della Coalizione Civica formata dai partiti di opposizione alle elezioni generali».
Con un’affluenza alle urne al 72,9%, la più alta dalla caduta del comunismo nel 1989.
«Sono l’uomo più felice della terra», ha affermato Tusk rivolgendosi ai suoi sostenitori e rivendicando di avere abbastanza voti per spodestare il partito al governo, il PiS di Jaroslaw Kaczynski in carica da otto anni.
«Questa è la fine dei tempi brutti, questa è la fine del governo PiS», ha detto Tusk.
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Alla Gazeta Wyborcza, la leggenda del giornalismo polacco, Adam Michnik, gongola in mezzo alla redazione del giornale che ha fondato nell’anno della caduta del muro di Berlino. La sua testarda indipendenza colpita da una valanga di querele da parte del governo uscente di Diritto e giustizia, il sollievo è palpabile.
«Nel 1989 siamo stati noi polacchi i primi a spazzare via il comunismo, ora siamo i primi a spazzare via il trumpismo. Questa è la fine del kaczynskismo!»
Slawomir Mentzen, leader di uno dei grandi sconfitti, il partito di ultradestra Konfederacja, parla già di un ‘fallimento personale‘. Il suo partito, stando agli exit poll, si ferma al 7% e conquista 12 seggi. L’altro capo dei libertari neri polacchi, Krzysztof Bosak, ha già messo le mani avanti escludendo su X (ex Twitter) qualsiasi coalizione con Kaczynski e Tusk.
«Quest’era cupa è finita, il regno populista di Diritto e Giustizia è finito», esulta Tusk, ma il suo rivale, Jaroslaw Kaczynski, non si dà ancora per vinto. L’immarcescibile ‘padre padrone’ di Diritto e giustizia ha promesso che «faremo tutto il possibile per tornare al potere. I prossimi saranno giorni di lotta e tensione».
Il passaggio successivo al voto è in mano al presidente della Repubblica Andrzej Duda, e all’opposizione molti temono che l’esponente di Diritto e Giustizia possa favorire il suo partito. Incaricandolo di formare un governo e concedendogli molto tempo per pescare parlamentari anche da altri partiti – compresa Terza via.
Sulla Polonia al voto l’ombra dell’ultradestra razzista e antisemita