
La prima volta che Zelensky partecipa di persona a uno di questi meeting che si tengono regolarmente dallo scorso aprile al quartier generale Nato a Bruxelles e che servono a discutere degli aiuti militari alle forze armate ucraine. «Tale solerzia non può essere considerata un caso a cinque giorni dagli attentati di Hamas in Israele», la valutazione di Sabato Angieri sul Manifesto.
«Siamo in una situazione in cui sul terreno è importante fare pressione, senza alcuna pausa» ha dichiarato il presidente ucraino, «la Russia ha perso l’iniziativa e noi dobbiamo aumentare la pressione. Dobbiamo fare in modo che Mosca perda e non abbia tempo di adattarsi alla nostra pressione. Questo inverno la Russia cercherà di ripetere la tattica dello scorso inverno».
Zelensky si riferisce al timore che con l’arrivo dei mesi freddi il Cremlino lancerà nuove ondate di bombardamenti massicci contro le infrastrutture energetiche del suo Paese. «Con l’opinione pubblica occidentale concentrata a elaborare ancora lo shock dei morti del rave di Re’im e la paura per l’invasione militare di Gaza, che cresce ora dopo ora, Kiev sente il rischio di essere abbandonata», sottolinea Angieri. Rischio che da Mosca viene visto come un’opportunità.
Ieri Vladimir Putin ha ribadito che le sanzioni imposte alla Russia sono un problema più per l’Europa che per il suo Paese. «L’economia dell’Ue è vicina allo zero» ha detto all’agenzia di stampa Tass, «in quanto gli stati europei stanno pagando più del dovuto per le forniture di gas e petrolio». E la coincidenza del sabotaggio del gasdotto ‘Balticconnector’ che collega Finlandia ed Estonia forse non è casuale.
Il segretario alla Difesa statunitense, Lloyd J. Austin, all’uscita dalla riunione del ‘gruppo di contatto’. ha dichiarato che il rischio di dimenticare l’Ucraina a favore di Israele non esiste. «Possiamo certamente fare entrambe le cose e faremo entrambe le cose. Siamo la nazione più forte al mondo e faremo ciò che è necessario». Austin ha poi confermato l’invio di sistemi di difesa aerea in Ucraina e ha aggiunto rassicurazioni sui «solidi progressi sul campo delle forze armate di Kiev».
Ovviamente a traino il Segretario generale della Nato, Jens Stoltenberg, secondo il quale «l’Ucraina ha riconquistato il 50% dei territori occupati dalla Russia dall’inizio della guerra», a contraddire molte delle stesse analisi americane decisamente meno ottimistiche. E anche Stoltenberg torna ad occuparsi dell’attentato al gasdotto e al cavo sottomarino che collegava Finlandia ed Estonia, possibile risposta al sabotaggio al Nord Stream russo attribuito all’Ucraina, minacciando risposta Nato «forte e determinata».
A conclusione della riunione, Zelensky ha ringraziato l’Olanda e la Finlandia e gli Usa, che hanno promesso nuovi pacchetti di aiuti militari e il Belgio, che si è impegnato a fornire caccia F-16 all’Ucraina a partire dal 2025, nell’incubo di una guerra infinita.
Attenti al gas. Buco nel gasdotto finlandese: chi la fa l’aspetti dopo Nord Stream?