Prezzo del gas, piano italiano per fermare la speculazione. Le troppe Europa svelate dalla guerra

Un piano per fermare la speculazione. Un prezzo oscilla tra un valore minimo e un valore massimo, mutevoli a seconda dell’andamento globale del mercato del gas, ma senza le follie speculative attuali. Soprattutto una «nuova piattaforma di contrattazione del metano» che archivierebbe quella olandese.
Nel frattempo l’Italia scopre le bugie rassicuratrici del recente passato: il 10% del gas dovrà ancora arrivare dalla Russia. Eni: «Difficile essere fiduciosi per l’inverno»
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La guerra ucraina e la crisi economica che vi si lega fanno emergere forti divisioni interne non tanto e sono solo politico ideologiche sopite o ignorate sino a ieri.

La proposta dell’Italia ancora Draghi

Basta borsa d’azzardo di Amsterdam a fissare il presso internazionale del gas, ma al suo posto un nuovo indice calcolato sulla media quotidiana dei prezzi di tre listini chiave nel mercato internazionale delle materie prime: 1) l’Henry Hub americano, con prezzi storicamente inferiori a quelli del mercato olandese, anche per il fatto che gli Stati Uniti restano un grande produttore di gas naturale liquido; 2) Il Jkm, la misura del mercato asiatico; 3) Il Brent, la borsa del petrolio di Londra storicamente condizionata dalle forniture norvegesi, con i suoi duemila miliardi al giorno di titoli scambiati. Sempre in grandi investitori di capitali a decidere, ma almeno a più chiavi di lettura, comprese diverse sensibilità politiche, che non è poco.

Basta favole, una realtà difficile

Sono gli elementi chiave del piano che l’Italia presenterà al Consiglio Ue dei capi di governo previsto a Praga da giovedì. L’ennesimo tentativo per convincere i Paesi restii dell’Europa per raggiungere una posizione comune sul prezzo del gas cresciuto anche di venti volte rispetto all’anno scorso.

Gli egoismi interessati

La proposta sostenuta dall’Italia e altri 14 Paesi, tra cui Francia e Spagna, di fissare un prezzo massimo a tutte le importazioni di gas in Europa, dunque, non ha trovato consenso a Bruxelles. Tra i Paesi che si sono opposti ci sono: Belgio, Lussemburgo, Austria e soprattutto la Germania, che ha deciso di puntare su un piano da 200 miliardi per difendere le aziende e le famiglie tedesche dal caro gas e spingere il prezzo verso il basso per i consumatori tedeschi.

Troppe Europa svelate dalla guerra

Ma la Germania – accusata dai partner europei di proseguire su una strada «non solidale» e di puntare su «aiuti di Stato» generalizzati (vietati dalle regole Ue) – non è sola: tra i contrari al «price cap» ci sono anche i Paesi Bassi che, come Norvegia e Stati Uniti, che hanno aumentato i propri profitti grazie alla crisi e continuano a farne nell’indecisione degli Stati europei. Mentre l’Europa baltica si considera ormai coinvolta direttamente nella guerra alla Russa, a colpi di Gas, inflazione, e anche di peggio.

Il mercato e le previsioni del tempo

Passi o non passi la proposta italiana, il prezzo del gas, di energia e di elettricità «sarà strutturalmente alto per i prossimi tre-quattro anni», valutano gli esperti. Ed ecco che l’incertezza di un fronte si somma ad un altra spasso ancora più ‘variabile’. Il meteo per l’inverno: più sarà rigido, più i consumi saliranno erodendo gli stoccaggi, ormai al 90% per l’Italia, che però rappresentano solo il 20% del nostro fabbisogno annuale di metano.

Lo ‘scenario zero’ dalla Russia

Ieri l’Agenzia internazionale dell’Energia (IEA) ha condotto un’analisi del mercato del gas dell’Ue in caso di stop dell’approvvigionamento russo a partire dal primo novembre. «Senza riduzioni della domanda e se l’offerta dei gasdotti russi s’interrompesse completamente, i livelli di stoccaggio della Ue si ridurrebbero al 20% a febbraio 2023, supponendo un livello elevato di fornitura di Gnl, e vicino al 5%, supponendo invece una fornitura di Gnl bassa».

Cina e India a favore di chi?

I grandi fornitori di gas liquido potrebbero preferire gli energivori come Cina e India. Il consumo di gas in Europa è già diminuito di oltre il 10%, trainato da un calo del 15% del settore industriale poiché le fabbriche hanno ridotto la produzione. Altre potrebbero essere presto essere costrette a chiudere, innescando una autentica bomba sociale.


Tags: Europa gas tetto
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