Liz Truss addio. Il governo più breve di sempre. Labour: “Elezioni subito” ma i conservatori, nonostante Boris e Liz insistono

La premier britannica Liz Truss ha annunciato, insieme alle dimissioni, che il voto per la sua successione si terrà “da qui alla prossima settimana”. E ha provato anche e difendersi citando risultati che ha visto solo lei.
Dalla fantapolitica ai fatti.
Liz Truss è stata in carica per soli 45 giorni, il mandato più breve dei primi ministri del Regno Unito. Il leader dell’opposizione britannica, il laburista Keir Starmer, ha chiesto «elezioni subito»
. I conservatori cercano di evitare la catastrofe.

Eletta con Elisabetta, le dimissioni a Carlo III

La premier lascia dopo sei settimane: «Ho già avvertito il re». Londra costretta a nominare il quinto premier in sei anni. «Cala il sipario, ingloriosamente, sulla più breve leader di governo della storia britannica», il commento che attraversa la politica mondiale. Il suo governo era imploso dopo soli 45 giorni a Downing Street e lei aveva perso la fiducia del suo partito e del Paese dopo una azzardata manovra finanziaria che aveva rischiato di affossare l’economia britannica.

Stamattina i maggiorenti del partito le avevano fatto visita per dirle che il tempo era scaduto ed era ora di farsi da parte.

Dimissioni ‘spintanee’ e Paese a picco

La Gran Bretagna, nella successione tra Boris Johnson e Liz Truss precipita in una crisi senza precedenti. Solo a luglio Boris Johnson era stato estromesso e ora Londra si avvia al terzo primo ministro nel giro di poco più di tre mesi. Il successore di Liz Truss sarà scelto la prossima settimana in base a una sfida all’interno del gruppo parlamentare conservatore, ma non è escluso che si vada a una «incoronazione» di un candidato unico: il favorito è Rishi Sunak, l’ex cancelliere dello Scacchiere che era stato sconfitto a settembre da Liz Truss nella corsa alla guida del governo.

Liz che si credeva la nuova Thatcher

La premier uscente ha annunciato la resa con un breve discorso davanti al numero 10 di Downing Street provando giustificarsi, almeno in parte. Nessuna ammissione di colpa, ma un rimando alle circostanze avverse alla quali Liz Truss ha però reagito con una strategia avventata, accecata da una ideologia ultra-liberista e neo-thatcheriana. Un azzardo che si è infranto contro il muro della realtà: i suoi drastici tagli alle tasse, finanziati a debito, sono stati bocciati dai mercati internazionali. La premier è stata costretta dunque a una umiliante marcia indietro che ne ha distrutto la credibilità e ha portato alla sua estromissione.

La premier già ‘commissariata’

Nei giorni scorsi la premier era già stata costretta a sacrificare il suo maggiore alleato, il cancelliere Kwasi Kwarteng , e sostituirlo con Jeremy Hunt, un moderato che è apparso subito come il vero premier di fatto: una situazione insostenibile. E l’implosione del governo è avvenuta sotto gli occhi nel Parlamento di Westminster, dove –annota il Corriere-, «si è assistito ieri sera a scene caotiche».

La premier ‘fracking ‘, frantumata

Il governo aveva fatto sapere di considerare una votazione sul fracking, le trivellazioni petrolifere di profondità tanto contestate da ecologi e ambientalisti , come «un voto di fiducia» e aveva minacciato di sospendere dal partito conservatore quei deputati che si fossero espressi contro. Ma quando un corposo numero di onorevoli ha sceltola ribellione, l’esecutivo è stato costretto a fare l’ennesima marcia indietro, con le dimissioni immediate dei due capigruppo.

Dopo Boris e Liz il diluvio?

La via d’uscita dall’impasse appare però difficile da individuare segnala Luigi Ippolito sul Corriere della Sera. «Il partito conservatore è esausto, sfibrato dalle convulsioni del dopo-Brexit e anche con un nuovo leader sembra ormai incapace di proporre soluzioni. L’opposizione laburista chiede di dare la parola al popolo e andare a elezioni anticipate, nella sicurezza di stravincerle: ma anche il Labour non sembra fornito di una strategia di lungo periodo». È l’intera statura internazionale della Gran Bretagna che risulta compromessa da questa crisi infinita.

Se anche l’Economist inciampa

«Welcome to Britaly», la copertina dell’Economist che sa di vecchio: le differenze fra le due economie (che premiano l’Italia). Liz Truss vestita da dea dell’antica Roma che tiene come una lancia una forchetta dagli spaghetti arrotolati attorno. Il messaggio è che i guai della premier di Londra avvicinerebbero la Gran Bretagna – sorpresa – all’Italia.

Paragoni impropri

C’è l’instabilità politica, riconosce Federico Fubini, «ma in Italia i ministri economici sono un perno del sistema e garanti di stabilità, non figurine licenziabili dopo 38 giorni». C’è la fragilità dei mercati e dei titoli di Stato, «ma in Italia non si collega agli stessi disastri dei fondi pensione britannici». E c’è la bassa crescita «ma l’Italia è il settimo esportatore mondiale e mantiene le sue quote di mercato, mentre la Gran Bretagna è il quattordicesimo e ha visto le sue vendite nel suo primo mercato, l’Unione europea, crollare del 24% in dal 2017, malgrado una caduta della sterlina del 17% sull’euro».

Le forchette, gli spaghetti arrotolati e altri cliché sanno di vecchio in un mondo nuovo che pochi in Gran Bretagna sembrano voler guardare in faccia. Anche l’Economist, scopriamo con stupore.

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AVEVAMO DETTO

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