Arroganza del potere e faccia molto simile all’importantissimo lato B di ognuno di noi. Molto più raffinata Claudia Fanti sul Manifesto, che quasi in forma letteraria diventa «il signore di X contro l’uomo che impedì il furto del voto». X, la croce greca sulla lapide della credibilità che fu di twitter. E con la forza di una autorità morale che evidentemente ritine gli sia conferita dalla quantità di miliardi dollari accumulati, sentenzia: «Questo giudice ha sfacciatamente e ripetutamente tradito la costituzione e il popolo del Brasile. Dovrebbe dimettersi o essere sottoposto a impeachment».
Ma il capo di Tesla e proprietario di X, minacciando di ripristinare i profili bloccati per volere del giudice e accusandolo di aver «imposto pesanti multe», minacciato di arrestare i suoi dipendenti e «tagliato l’accesso a X in Brasile». Con la conseguenza, ha aggiunto, di perdere «probabilmente tutti i guadagni» e «chiudere l’ufficio». «Qualcuno salvi il Brasile!», ha quindi concluso il nordista novello conduistador. Straricco, stra prepotente, ma anche molto ignorante sulla magistratura di carriera brasiliana e non elettiva di modello statunitense.
Già da molto tempo oggetto della furia bolsonarista con tanto di decreto golpista presentato all’allora prisidente ai vertici militari che prevedeva addirittura il suo arresto -racconta ancora Claudia Fanti-, il giudice Moraes non si è fatto certo intimidire ordinando, in risposta agli attacchi ricevuti, l’apertura di un’indagine contro il magnate statunitense, per ostruzione alla giustizia e incitamento al crimine.
E ha pure incluso il suo nome tanto omaggiato nome nell’indagine sulle fake news per la «strumentalizzazione criminale della piattaforma digitale», affermando che «il social network deve astenersi dal disobbedire agli ordini giudiziari» e minacciando una multa equivalente a circa 20.000 dollari al giorno per ogni account riattivato. Che stanno diventando tanti bei soldini e potrebbero diventare persino qualcosa di peggio.
Nell’inedito braccio di ferro trail miliardario e il giudice responsabile delle indagini sui fatti golpisti dell’8 gennaio 2023, si è subito inserito Bolsonaro, che nel maggio del 2022 aveva già ricevuto una visita (blindatissima) del ceo di Tesla e dell’azienda aerospaziale SpaceX, interessato a lanciare sul territorio brasiliano il suo servizio Internet satellitare Starlink, venduto a caro prezzo in Ucraina, e presentato – in mezzo ai tagli all’educazione e alla devastazione ecologica portati avanti dall’allora governo – come la soluzione magica per 19mila scuole senza connessione nelle aree rurali e per il monitoraggio dell’Amazzonia. Un affare bocciato dal governo Lula .
Il golpista incapace ed elettoralmente sconfitto, (gli ultimi sondaggi lo danno di poco al di sotto di Lula in termini di popolarità), Bolsonaro individua in Musk un alleato preziosissimo, descrivendolo come un «mito della libertà»: «La nostra libertà oggi, gran parte di essa, è nelle sue mani», ha dichiarato l’ex presidente durante una diretta web, esaltando il miliardario per «non essersi lasciato intimidire» e annunciando una nuova manifestazione «per la nostra democrazia e la nostra libertà».
E imbaldanziti dall’audacia del magnate, Flávio Bolsonaro e il deputato Nikolas Ferreira hanno annunciato di voler presentare alla Commissione per i diritti umani dell’Oea (l’Organizzazione degli stati americani) una causa contro Moraes, includendo le dichiarazioni di Musk. Mentre un gruppo di parlamentari e di influencer di estrema destra ha lanciato un manifesto in appoggio al proprietario di X, in cui, denunciando le «minacce di cui sarebbe vittima». Povero Musk. Chiedendo persino l’impeachment del giudice della Corte suprema.
Dalle forze progressiste, piena solidarietà al giudice Moraes, magistrato conservatore che -distratto Bolsonaro si sempre-, nel 2018 si era persino schierato a favore dell’arresto di Lula, avendo creduto alla montata giudiziaria tramata dai golpisti politico-economici di allora. Morales, nuovo eroe della democrazia brasiliana.
«Attaccando il ministro Alexandre de Moraes, presidente del Tribunale superiore elettorale, il miliardario Elon Musk minaccia direttamente lo stato di diritto e le istituzioni del nostro paese», ha dichiarato la presidente del Partido dos Trabalhadores, il partito dei lavoratori al governo, Gleisi Hoffmann,
«sostenendo la necessità di una regolamentazione delle piattaforme digitali – diventate ovunque il principale veicolo di diffusione dell’estrema destra – affinché non siano più «al servizio della diffusione di menzogne e di campagne d’odio».