Albania, migranti import stop della magistratura. Accordo Italia incerto

Doccia fredda sull’accordo tra governo italiano e albanese sui migranti, la cui ratifica era prevista proprio oggi. La Corte costituzionale di Tirana ha sospeso l’intesa tra la premier Meloni e il primo ministro albanese Rama sulla redistribuzione dei migranti diretto in Italia. Entro tre mesi la decisione finale.

Entro tre mesi, forse

La Corte costituzionale di Tirana ha sospeso le procedure parlamentari per l’approvazione dell’intesa con l’Italia. A chiamare in causa la Corte erano stati due ricorsi, presentati dal Partito democratico albanese e da altri 28 deputati dell’opposizione al primo ministro Edi Rama. Secondo quanto stabilito dai giudici, l’accordo viola sia la Costituzione che altri accordi internazionali sottoscritti dall’Albania. L’accordo prevedeva la realizzazione in Albania di «due strutture per le procedure di frontiera o di rimpatrio di migranti che dovrebbero ospitare non più di tremila persone in contemporanea, per un totale di circa 36mila persone l’anno». Tutto a spese dell’Italia. Ma la ratifica parlamentare di Tirana dell’intesa con il governo Meloni è sospesa finché la stessa Corte Costituzionale albanese non si esprimerà con una sentenza, per la quale ha tre mesi di tempo.

Palazzo Chigi impavido

Sulla sospensione decisa dalla magistratura d’oltre Adriatico, Palazzo Chigi sostiene di non temere ritardi. L’esecutivo aveva appena incassato l’appoggio da Ursula von der Leyen. La presidente della Commissione, abbastanza a sorpresa e con più di qualche tensione interna, nella lettera ai 27 sullo stato dei lavori sulla migrazione, aveva definito l’intesa Italia-Albania «un modello a cui guardare». Di tenore diametralmente opposto i commenti dell’opposizione italiana. «Questo governo vince qualunque premio in giro per l’Europa e a livello internazionale. Ma in incompetenza e inadeguatezza», sinistra Pd. «Lo spot di Giorgia Meloni rischia di non andare in onda», Italia viva alla Camera. Stop albanese, mentre il Parlamento italiano ancora aspetta di poterne discutere.

Opposizione dura anche a Tirana

Destra e sinistra rovesciate tra Roma e Tirana, ma lo scontento delle opposizioni ai governi in carica si assomiglia. Nella capitale albanese il centrodestra, avversario dell’esecutivo socialista, si è spinto fino al più alto tribunale per denunciare un meccanismo di cooperazione che porterebbe l’Albania a rinunciare alla sua sovranità. In ogni caso per far passare questo accordo sarebbe necessaria l’autorizzazione del presidente della Repubblica. Su questi rilievi è arrivato un primo pronunciamento della Corte costituzionale. Non nel merito, ma sulla legittimità. A questo punto, le procedure parlamentari per la ratifica dell’accordo vengono sospese fino a sentenza.

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