Messico a mano armata tra clandestini e Fentanyl sulle presidenziali Usa

Messico e nuvole, sempre ‘la faccia triste dell’America’

Tanti preoccupanti motivi perché alla Casa Bianca guardino alle vicende politiche dei turbolenti ‘chicanos’ e, soprattutto, alle loro prossime mega-elezioni. A giugno, circa 60 milioni di messicani (su oltre 90 milioni di aventi diritto) si recheranno alle urne per scegliere il loro nuovo Presidente e per rieleggere il Parlamento e diversi Governatori. Si tratterà di un momento storico, secondo molti osservatori, perché le votazioni saranno una specie di ‘referendum di convalida’ delle politiche promosse dall’attuale Presidente, Andrès Manuel Lòpez Obrador. E a Washington incrociano le dita.

Populismo peronista in salsa messicana

Obrador è uno di quei capi-popolo latino-americani molto difficili da inquadrare e comprendere. Figurarsi da controllare. Il suo approccio, a metà tra il ‘populistico’ e il socialista in salsa messicana, con un’abbondante spruzzata di peronismo riveduto e corretto, ha spiazzato tutti. Pure i ‘narcos’, con i quali Obrador ha cercato una specie di tregua non concordata, sperando di abbassare il livello di asfissiante violenza raggiunto nel Paese.

‘Abbracci, non proiettili’, ma è mattanza

Con la sua strategia non interventista, nota come «abbracci, non proiettili», Obrador sperava di ottenere un minimo di pacificazione, in un Messico ormai ostaggio di bande assatanate di malviventi. Invece, i risultati non pare siano stati quelli sperati.

La malavita dilaga, grazie in primis al traffico di droga e poi, a cascata, a tutti gli altri aspetti della devianza sociale, dove è possibile raggranellare ‘pesos’ senza sudare. O senza alternative. E, naturalmente, la violenza diventa il marchio distintivo dei vari gruppi (i ‘cartelli’) che si contendono il territorio. In Messico, si viaggia su una media di quasi 35 mila omicidi l’anno: una guerra a tutti gli effetti, alla cui spaventosa contabilità va aggiunta l’astronomica cifra di 100 mila ‘desaparecidos’, un esercito di persone scomparse nel nulla. Forse a tentate la fortuna al confine armato Usa, o forse peggio.

Obrador e ‘Morena’

Se l’atmosfera che si respira in Messico è questa, allora si potrebbe pensare che il partito del Presidente, ‘Morena’ (formazione nazional-popolare, diciamo ‘di sinistra’) non dovrebbe avere grande appeal. E invece no. Da bravo peronista, Obrador ha praticato politiche sociali generose, ma che hanno prosciugato le casse dello Stato. E progetti faraonici, come la struggente follia del ‘Treno Maya’, che costerà 30 miliardi di dollari. Un progetto per lo sviluppo dello Yucatan, ma severamente criticato per i danni ambientali e per i costi triplicati rispetto a quanto preventivato. Poco male, perché per limiti costituzionali di mandato, Obrador non potrà ricandidarsi.

Ora, la scienziata ambientalista

Al suo posto correrà Claudia Sheinbaum, una ex scienziata climatica di sinistra, attualmente sindaco di Mexico City. La prescelta da Obrador, inutile dirlo, si trova davanti un’autostrada, dato che può sfruttare l’onda lunga della popolarità acquisita dal suo ‘patron’. L’approvazione del lavoro fatto dall’attuale Presidente, infatti, è al 55%, mentre gli ultimi sondaggi danno la Sheinbaum con un vantaggio a due cifre rispetto alla candidata rivale, la conservatrice Xòchitl Galvez, un’impenditrice rappresentante del Partito di Azione Nazionale. Certo, il clima politico già ‘caliente’, si va facendo tossico. Obrador ha accusato i giornalisti di averlo diffamato, a proposito di un’inchiesta americana, poi archiviata, in cui lo si accusava di essersi fatto finanziare dai narcos.

Le due candidate vittime di ‘doxing’

Sia la Gàlvez che la Sheibaum, le sue candidate rivali, hanno denunciato attività di ‘doxing’ (rivelazione indebita di informazioni personali) sul loro conto.

Ultima annotazione, per comprendere meglio anche il clima di sgomento che in questo momento regna a Washington, la riserviamo a una riflessione del think tank ‘Laboratorio Elettorale’, che ha fatto rilevare come, negli ultimi mesi, siano stati assassinati 19 possibili candidati alle elezioni di giugno.
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