Paura Ucraina in Corea del Sud che ora vuole la sua bomba atomica. Kim permettendo

Nella foto di copertina, uno schermo della stazione ferroviaria trasmette l’immagine del leader della Corea del Nord Kim Jong-un, che minaccia di usare armi nucleari contro Stati Uniti e Corea del Sud. Ed ecco come Pierre Haski, L’Obs, in Francia, rilanciato su Internazionale, lega la corsa al riarmo in corso anche in quella lontana parte di Asia, alla guerra in Ucraina. Dove non risulta chiaro chi alla fine non voglia realmente cercare un difficile percorso di pace.

Ucraina forse, ma meglio no

Non c’è un paese in cui la guerra in Ucraina non abbia avuto un impatto significativo, la premessa di Pierre Haski. Nel caso della Corea del Sud , tra la Cina e l’imprevedibile Kim, gli effetti sono stati dirompenti. Pensieri da Seul: «Dopo il crollo dell’Unione Sovietica l’Ucraina ha rinunciato all’armamento nucleare ereditato dall’Urss firmando il ‘memorandum di Budapest’ del 1994, un documento secondo cui la sua sicurezza sarebbe stata garantita dalla Russia e da altre grandi potenze. Ma quel documento alla fine non ha protetto Kiev dall’invasione, come invece avrebbe potuto fare il possesso di alcune testate nucleari». Critica aperta verso la Russia, omissione sugli ‘incentivi’ Usa-Nato prima e del ‘vorrei ma non posso’ dopo.

Chi ha le sue atomiche non muore

Per Kim Jong-un, ovviamente, la minaccia non proviene dalla Russia – il suo regime è stato creato proprio dall’Urss di Stalin dopo la seconda guerra mondiale, e Pyongyang ha appena riconosciuto le due repubbliche filorusse dell’Ucraina orientale – ma dagli Stati Uniti. La dinamica “nucleare contro garanzie di sicurezza”, però, resta la stessa. E se le possibilità che il regime nordcoreano abbandoni l’arma atomica erano già scarse prima dello scoppio della guerra in Ucraina, ora sono inesistenti. La Corea del Sud ne è consapevole, anche se non lo ammette apertamente. Le conseguenze, del resto, sarebbero molte e pericolose.

Fidarsi ancora degli Stati Uniti?

In Corea del Sud ci si chiede se abbia ancora senso affidarsi alla protezione degli Stati Uniti, il dubbio raccolto da Haski nel ruolo di osservatore schierato. L’invasione dell’Ucraina ha riacceso anche un dubbio che era emerso negli ultimi anni a Seoul. Ci si chiede: «ha ancora senso affidarsi all’ombrello statunitense che protegge il paese dal 1953?». Questa domanda era diventata urgente durante la presidenza di Donald Trump, che prima aveva promesso di ritirare le truppe statunitense di stanza in Corea del Sud e poi aveva quintuplicato l’ammontare del contributo di Seoul per il mantenimento dei soldati. Per non parlare del suo “flirt” con Kim Jong-un, alla fine rivelatosi inutile per ottenere la pace.

Altalenante politica estera Usa

«Tutto ciò ha destabilizzato il rapporto tra Washington e Seoul, comunque determinante per un paese schiacciato tra le ambizioni della Cina, la minaccia nucleare della Corea del Nord e un rapporto storicamente complicato con l’altro gigante della regione, il Giappone», la sintesi quasi crudele del giornalista francese. «Il nuovo presidente sudcoreano Yoon Seok-yul, che ha posizioni vicine agli Stati Uniti, ha spinto molto sul riavvicinamento a Washington. Ma le incertezze politiche che attraversano gli Stati Uniti in questi mesi, a cominciare dall’esito dubbio delle elezioni di metà mandato in programma in autunno, preoccupano Seoul».

Incubo ancora Trump, ‘allora la Bomba’

Dubbi e paure tali da spingere persino un gruppo di intellettuali legati ad ambienti di sinistra a chiedere che la Corea del Sud possa disporre di un suo deterrente nucleare. A far pari con quello di Kim a Noid, senza dipendere da ‘tutori incerti’ se non addirittura inaffidabili. Esempio citato spesso a Seul, il francese Charles de Gaulle rispetto alla Nato, assieme all’autonomia strategica europea proposta da Emmanuel Macron. Dubbi coreani ma non solo.

«Gli Stati Uniti sono il nostro protettore e al contempo il paese che non vuole la pace tra noi e la Corea del Nord”. Così il concetto di alleanza assume una forma nuova, nel mondo multipolare in cui le regole sono ancora poco definite. In Corea del Sud come in altre parti del mondo».

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