Accordo Biden-Maduro: petrolio venezuelano contro quello saudita e russo

Buoni e Cattivi va e vieni: l’Arabia Saudita traditrice redime il venezuelano Maduro alle tasche di Biden. La chiamano Realpolitik ed è la versione anglofona del più sfacciato opportunismo. Regola antica e sporca quanto la guerra.
Biden ‘corteggia’ il Venezuela del dittatore Maduro dopo lo schiaffo in faccia ricevuto dall’Arabia Saudita. Ma ecco a noi alcune rivelazioni di stampa Usa interessanti e, per altri versi, allarmanti.
Il Wall Street Journal scrive di ‘patto scellerato’

Per ogni Cattivo, sempre un Più cattivo

Joe Biden si alleerebbe pure con Belzebù, per non perdere le elezioni di Medio termine, tra un mese, con le quali verrà rinnovato il Congresso degli Stati Uniti. Adesso, ignorando completamente il suo breviario politico, il Presidente degli Stati Uniti cerca una sponda “energetica” in Venezuela. Biden (su suggerimento del Dipartimento di Stato) fa realpolitik, e lo fa di nascosto. Ma siccome gli imbrogli come le bugie, in politica internazionale hanno le gambe corte, il Wall Street Journal scopre il patto che definisce ‘scellerato’ Usa-Venezuela, e lo svela al mondo.

Mercato-petrolio-democrazia

Questo il titolo dedicato all’argomento: “Gli Stati Uniti cercano di allentare le sanzioni al Venezuela, per consentire alla Chevron di pompare petrolio”.

L’accordo proposto dalla Casa Bianca prevede “colloqui con le opposizioni” e l’organizzazione di “libere elezioni nel 2024“. Per ora, ci si accontenterebbe di quello che passa il convento, cioè l’impegno a produrre e a esportare più greggio. In ballo ci sono pure i capitali venezuelani bloccati negli Usa, che potrebbero essere “scongelati” per consentire al Paese latino-americano, letteralmente alla fame, di importare cibo, medicine e attrezzature per le reti elettriche e il sistema di distribuzione idrica. Certo, il progetto di Biden guarda lontano, anche perché, dopo l’inasprimento delle sanzioni voluto da Trump, il Venezuela non riesce a esportare più di 800 mila barili di petrolio al giorno. Ma il suo greggio sbuca fuori dalla “Fascia dell’Orinoco”, una striscia di oltre 50 mila chilometri quadrati che costeggia il grande fiume. Viene considerata la riserva più grande del mondo e, secondo gli esperti, la quantità stimata di greggio estraibile ammonterebbe a 1300 miliardi di barili.

L’accordo Biden-Maduro nemici doppi

Ai tempi belli, almeno trent’anni fa, quando la sua industria estrattiva non era così decrepita (oggi cade a pezzi), il Venezuela arrivava a produrre anche 3,3 milioni di barili al giorno. L’accordo Biden-Maduro, se si farà, è destinato comunque a sollevare polemiche. Sia negli Stati Uniti che a Caracas, dove settori del regime e tutta l’opposizione “non gradiscono”. In ogni caso, sottolineano alla Chevron, il massimo che si potrà ottenere è raddoppiare (a 1,5 milioni di barili/die) la produzione in due anni. Per ora sarà la Chevron la “plenipotenziaria” della Casa Bianca, curando i contratti e cercando di spingere Caracas all’aumento dell’export (attualmente è solo di 450 mila barili).

L’azzardo di Biden

Ma perché Biden si è avventurato in questo gioco d’azzardo, che rischia di mettere in discussione il suo ruolo di “alfiere dei diritti umani”? L’ultimo schiaffo inflittogli dall’Opec Plus, cioè quello di tagliare le quote di produzione del petrolio di ben 2 milioni di barili al giorno, è stato bruciante. Da allora l’incubo del Presidente è di vedere il prezzo della benzina tornare a quasi 5 dollari al gallone, la soglia in cui tutti gli elettori, senza distinzioni di sorta, escono di testa. Forse non accadrà, per vari motivi, ma era già accaduto. E un improvviso peggioramento dell’equilibrio di mercato è nelle cose possibili e superare la soglia dei 4 dollari al gallone non è del tutto da escludere. Proprio a ridosso delle elezioni.

Opec+ tra sauditi e Russia a Biden

Insomma, Arabia Saudita, Emirati, Russia e compagnia hanno studiato a tavolino la “mossa del cavallo” contro Biden. Cercando di disarcionarlo. E’ vero che le motivazioni per il taglio all’estrazione di petrolio sono essenzialmente finanziarie, ma è pur vero che né Biden e manco l’Occidente stanno particolarmente simpatici ai Signori del petrolio. Appena i “non allineati” ci possono danneggiare, calcano la mano. Così l’America si trova a dover recuperare, di corsa, quello che l’Opec le ha tolto brutalmente. È una lotta mortale, senza esclusione di colpi.

Dipinta, lapidariamente, dalla CNN con un report che non lascia dubbi: “Il pugno di Biden si è trasformato in uno schiaffo in faccia”. Si riferisce alla visita di Biden in Arabia Saudita, finita miseramente, con un buco nell’acqua.

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AVEVAMO DETTO

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