
Per ora, paga solo Kwasi Kwarteng, ‘Cancelliere dello Scacchiere’, il Ministro del Tesoro. La premier conservatrice, Liz Truss, lo ha “defenestrato” quasi letteralmente, dopo il clamoroso fallimento del suo piano noto come “Mini-budget” (tagli fiscali senza copertura finanziaria). Al suo posto, arriva Jeremy Hunt, chiamato a mettere assieme i cocci della cristalleria finanziaria britannica, in frantumi. Hunt è stato già Ministro degli Esteri e della Salute ed è considerato esponente dell’ala più “liberal” del Partito Conservatore.
Il programma studiato da Kwasi Kwarteng prevedeva una sforbiciata alle tasse, specie alle aliquote dei più abbienti, abbassando la soglia massima del 45 per cento. Tutto questo a debito. Svolta neokeynesiana, fatta dai Tories per favorire i ricchi, senza copertura finanziaria e mentre i tassi d’interesse salgono sulle montagne russe? Una bestemmia. In ballo c’era poi un altro “taglio”, che riguardava una nuova aliquota per le società (dal 19 al 25 per cento) a partire da aprile 2023. Una tassa che vale 18 miliardi di sterline, che Kwarteng voleva eliminare, ma che ora resterà in vigore. E secondo gli analisti, il pacchetto di tagli fiscali senza copertura è stato sviluppato in un momento completamente sbagliato.
Est modus in rebus, dicevano i latini, e probabilmente la congiuntura attuale richiede altri approcci. Per questo, tutto il mondo è saltato addosso al “duo delle meraviglie”, Truss-Kwarteng. Amici, nemici e “non allineati” hanno trovato la strategia della nuova premier britannica sconclusionata. Ma c’è di peggio. La “Cassazione” della finanza (cioè i mercati internazionali) ha subito emesso una sentenza inequivocabile: titoli di Stato di Sua Maestà in svendita e sterlina in caduta libera. È dovuta intervenire d’urgenza la Banca d’Inghilterra per mettere più di una pezza ai buchi che Truss e Kwarteng aprivano. Sono andati in affanno, in particolare, numerosi Fondi Pensione, quando una sorta di psicosi da “crash and panicking” ha stimolato un’ondata di vendite. Un effetto domino che ha toccato anche gli Stati Uniti e il mercato dei Fondi speculativi. Vista la brutta piega che stava prendendo la crisi, la Bank of England è intervenuta per sostenere il cambio e per acquistare titoli sovrani.
Per quest’operazione ha dovuto impiegare 65 miliardi di sterline. Le colpe. Chiaramente, e su questo il Financial Times non ha dubbi, ispiratrice della politica finanziaria del governo è Liz Truss, che ha costruito tutta la sua campagna elettorale, all’interno del Partito conservatore, per succedere a Boris Johnson, sui tagli alle tasse. Kwarteng ha scritto una lettera di dimissioni “pro-forma”. In effetti, ha dichiarato: “Mi hai chiesto di dimettermi dalla carica di Cancelliere dello scacchiere. E io l’ho fatto. Ora è importante sottolineare l’impegno del nostro governo per la disciplina fiscale”. Dunque, Liz Truss ha intenzione di tornare alla carica per elaborare (o confermare) aliquote diverse?
I mercati sono in stand-by. Bisognerà vedere come si comporteranno i Fondi pensione, di quanto alzerà i tassi la Banca d’Inghilterra e, soprattutto, se deciderà di proseguire con il suo “quantitative easing” di acquisto di titoli del debito pubblico, per calmierarne la soglia degli interessi. La verità, comunque, è che Kwarteng è stato silurato dopo un’audizione al Fondo monetario internazionale, dove gli hanno detto, crudamente, di stracciare il piano e di riscriverlo. Certo, politicamente non è stato un bel biglietto da visita. Per cui, la Truss lo ha sacrificato, per salvarsi. Fino a quando?
Non tira un’aria salubre, dalle parti di Westminster. A sentire gli analisti, Liz Truss controlla solo il 25% del Partito conservatore. I Tories, poi, nel Paese sono netta minoranza, con i sondaggi che li danno al 19%, mentre i laburisti sfondano il 50%. Il Financial Times parla di un malumore crescente dentro il partito della premier. Insomma, il capo del governo rischia la poltrona. Si parla, più o meno apertamente di Rishi Sunak, ex di Boris al Tesoro e concorrente battuto da Liz Truss nella corsa elettorale interna a premier.
Partito conservatore pentito e dolorante in attesa di pesantissima batosta elettorale, quando sarà. Se l’isola sterlina non affonda prima.