Guerra ibrida via Social: ‘disinformatia’ dentro la tastiera, da tutte le parti

L’altra guerra che si combatte senza sporcarsi le mani di sangue. Forse di altro, gettando in pasto ai Social parole chiave a danno della controparte. Una ‘Fondazione per la pace in Europa’, secondo imprecisati 007 occidentali, dirigerebbe tutto: «Fra i sospettati di collaborazione, ex leader di governo, funzionari Onu e un ex presidente della Commissione Europea». Problema, è possibile fidarsi degli ‘imprecisati 007 occidentali’ che denunciano? Perché la ‘guerra ibrida’ è a doppio senso di circolazione.

Guerra a colpi di tastiera

«Dietro la tastiera dei computer un giro di società, conti in paradisi fiscali, pagamenti mascherati da donazioni o consulenze. Una galassia che fa perdere le sue tracce a Istanbul, a Cipro, a Malta e le cui mosse rischiano deliberatamente di non far più distinguere i pacifisti per vocazione da quelli ‘per donazione’» avverte Nello Scavo su Avvenire. L’accusa in questo caso è contenuta in alcune analisi di intelligence che Kiev sta diffondendo, lasciando irrisolto il dubbio (forte) sulla oggettività della stessa denuncia.

sostegno dell’opinione pubblica occidentale

I documenti visionati da Avvenire, ma non verificabili, sono lo specchio del timore ucraino di «Perdere il sostegno dell’opinione pubblica dei Paesi partner, mettendo sullo stesso piano aggredito e aggressore e considerando come accettabile una soluzione del conflitto che comporti la cessione di territori e popolazioni e la presenza stabile di forze russe all’interno dei confini». Di fatto il sostegno dovuto della ‘intelligence’ ai vertici politici nazionali contro le spinte internazionali sempre più diffuse a sollecitare una qualche forma di trattativa e di cessate il fuoco.

Spie contro spie a sputtanamenti incrociati

«Le pressioni ibride – si legge – sono state concepite per garantire il riconoscimento delle politiche russe in Ucraina e per minare il sostegno all’Ucraina da parte dei leader europei». Prologo politico credibile, accuse meno dimostrabili e quindi rovesciabili. Una spia di Mosca infiltrata nella Corte penale internazionale ad esempio, rivelazione attribuita ai servizi segreti olandesi. Altra cortina fumogena. Poi innominate società informatiche, esponenti politici, opinionisti e l’immancabile network di ‘mercenari informatici ben remunerati’.

Infine il classico riferimento alla ‘disinformatia’ teorizzata e applicata fin dai tempi del Kgb sovietico, l’agenzia statale di spionaggio nella quale si è formato Vladimir Putin. Ma non è una esclusiva russa.

Pacifismi veri o falsi a certificazione di chi?

La regia, secondo i documenti di Kiev, è affidata soprattutto alla «Fondazione per la pace e la comprensione in Europa» di cui poco si sa, e di cui su Internet non compare traccia. Salvo tradurre in inglese e finire sul Valdai Discussion Club, ma quello sarebbe un inciampo politico decisamente clamoroso per personalità partecipanti. Scopo della per ora fantomatica ‘Fondazione’, sostengono a Kiev, «impedire il sostegno occidentale all’Ucraina». «Meccanismo di influenza ibrida sulle opinioni pubbliche europee».

Accuse a raffica

A costruire la rete di controinformazione viene indicato Igor Chumakov, capo del ‘5° Servizio del Dipartimento di Informazione Operativa’ dell’Fsb, il servizio segreto russo. E la rilettura dei ‘Pandora Papers’ dei ‘Paradise Papers’, condurrebbe ad alcuni esponenti politici. A tutto campo. Da Kiev la sottolineatura su Ina Kirsch van de Water che nel 2011 aveva diretto un centro che promuoveva gli allora leader politici Viktor Yanukovich (presidente) e Andriy Klyuyev (premier). Candidati legittimi ma oggi politicamente rivisitati.

Tanti, forse troppi sospettati

Nella lista dei ‘sospettati per attività al servizio della Fondazione, vengono indicati cinque esponenti europei di primo piano. Nessuno di loro è indicato col nome, nessuno di loro sarebbe ancora in carica, e i loro nomi rimangono al momento coperti. Si tratta di ex leader di governo o ai vertici di agenzie internazionali. Tra questi -fonti dei servizi segreti Ucraini, l’SBK, utile ribadire-, un ex presidente della Commissione europea, un ex alto funzionario Onu, un ex governante francese, un esponente di governo tedesco e anche un capo di Stato in pensione.

Agenti di Mosca ovunque

Secondo i documenti ucraini ci sarebbero «agenti filorussi» in tutta l’Ue. Perché, sostengono gli 007 di Kiev, a Vladimir Putin è rimasta ancora una carta da giocare: «Seminare divisione nell’Unione Europea». «Cavallo di Troia» è considerato Viktor Orbàn, ma da Kiev guardano con molta attenzione ai sostenitori del premier ungherese in Europa. Sapendo tutti che la ‘guerra ibrida via Social e a colpi di tastiere’, è davvero arma a doppio taglio, con più possibili chiavi di lettura. Andata o ritorno, cercando nel nostro piccolo, di non sbagliare corsia.

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