America elettorale, vigilia di Mid Term, cattiverie incrociate oltre Biden e Trump

Le prossime elezioni americane di Mid Term, a novembre, per rinnovare tutta la Camera (435 seggi) e un terzo del Senato (35 seggi), saranno una resa dei conti. Da mesi queste votazioni si vanno caricando di significati extrapolitici, che rischiano di mettere in crisi alcuni dei delicati equilibri istituzionali del Paese più importante del mondo.
Usa, se i Repubblicani conquisteranno il Congresso hanno intenzione di mettere Biden sotto inchiesta?

Congresso Usa repubblicano, bersaglio Biden

Repubblicani e Democratici si stanno dando battaglia, senza esclusione di colpi, come se il controllo del Congresso fosse ormai diventato una questione di vita o di morte. E allora, diciamo che in un certo senso lo è. Abbiamo scelto l’analisi che a noi è sembrata più onesta, quella del Washington Post, che pur essendo “il più progressista dei giornali progressisti” americani, mette in guardia il Partito democratico. Cosa potrebbe capitare, concretamente, se i Repubblicani vincessero le elezioni di Medio Termine? Amber Phillips parte dalla eventuale riconquista della Camera. Prima di tutto inchieste. Pesanti.

Tiro al bersaglio

In primo luogo, verrebbe preso di mira (e messo in qualche modo sotto indagine) il “Comitato 6 gennaio”, quello che si occupa dell’assalto a Capitol Hill. Ci sono poi le accuse di frode fiscale contro Hunter Biden, il figlio del Presidente, per i suoi intensi commerci con l’estero. Joe Biden ha sempre sostenuto di essere all’oscuro di tutto. Tutti i Repubblicani (ma anche qualche democratico) vorrebbero poi una commissione d’inchiesta sulla fuga dall’Afghanistan. Nel mirino anche la politica “di manica larga” di Biden per quanto riguarda gli ingressi illegali dal confine sud. Il Washington Post arriva, addirittura, a ipotizzare una possibile richiesta di impeachment.

Senato, minaccia paralisi

Al Senato gli scenari sono lo stesso complicati, se la Casa Bianca dovesse avercelo contro. Il Presidente avrebbe costanti difficoltà a farsi finanziare le leggi di spesa e i tempi di approvazione dei conti si allungherebbero. Inoltre Biden avrebbe serie difficoltà a nominare giudici federali di sua fiducia, che potrebbero essere sistematicamente bocciati dal Senato. Insomma, la riflessione che si può fare è che negli Stati Uniti, i tizzoni ardenti covavano sotto la cenere e che il clima politico era avvelenato.

Eredità Trump, America lacerata

Dalla Presidenza Trump in poi questo Paese ha perso la bussola, e ora la più importante democrazia del mondo arranca, mandando avanti Tribunali e Corti di ogni colore e dimensione, a fare da “buttafuori” per le risse che si aprono quasi quotidianamente in Campidoglio. L’America è una nazione spaccata, anzi, lacerata. Tra grandi metropoli e sterminate campagne dimenticate dal Signore, tra yuppies rampanti e legioni di “homeless”, tra anglo-sassoni “della prima ora” e milioni di “chicanos”, in cerca del loro spicchio di paradiso. L’America è spaccata anche tra chi dovrebbe rappresentarla, tra quei partiti politici che erano modello di un sistema bipolare che ha fatto scuola. E che oggi non riesce più, invece, a dare voce alle domande di una popolazione sempre più disincantata.

Dal confronto politico allo scontro

La dialettica tra Democratici e Repubblicani ha ormai toccato toni esasperati e dopo la burrascosa transizione presidenziale, da Trump a Biden, come abbiamo visto, il confronto politico è diventato una guerra. Tanto che molti commentatori vedono le prossime elezioni di Mid Term, come un punto di svolta. Non si tratterà, insomma, solo di un referendum sull’operato del Presidente, ma di un’eccellente opportunità per “affondarlo” e per restituire ai Democratici pan per focaccia. In che senso?

Il tarlo del complottismo

Beh, tra i Repubblicani (non tutti, è chiaro) si è fatto strada, in qualche misura, il tarlo del “complottismo”. L’assalto a Capitol s’ Hill (e il processo a Trump) e poi la spettacolare perquisizione di Mar-a-Lago sarebbero “colpi bassi”, che in un certo senso vanno vendicati. Nessun affetto particolare nei confronti di Trump, intendiamoci, perché a più della metà del Partito repubblicano sta sullo stomaco.

Trump da usare, ma non troppo

La verità è che il Grand Old Party pensa che difendere l’ex Presidente sia una necessità, per giocarsi una nuova partita nel 2024. Anche se non con lui (Desantis?). Ma per fare tutto questo, prima, devono demolire Biden. E sperare che Trump esca definitivamente di scena. Se no la pezza sarebbe peggiore del buco.

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