Lo zoroastrismo è una delle religioni monoteiste più antiche del mondo. Secondo la tradizione fu fondato più di tremila anni fa e si diffuse grazie alla figura del profeta Zarathustra, conosciuto dai greci come Zoroastro. Fu la religione ufficiale dell’Impero persiano tra il VI secolo a.C. e il VII secolo d.C. e influenzò molte religioni che nacquero vari secoli dopo, come il cristianesimo e l’islam. Da tempo, tuttavia, sta conoscendo una certa crisi.
Secondo Almut Hintze, professoressa di zoroastrismo alla scuola di Studi Orientali e Africani della University of London -segnala il Post-, i fedeli di questa antichissima religione fanno parte di una comunità «microscopicamente piccola da tempo è in costante diminuzione». Secondo un’analisi del 2012, i fedeli in tutto il mondo erano tra i 111mila e i 122mila: molte migliaia in meno rispetto a quelli che erano stati stimati nel 2004 (tra i 128mila e i 190mila).
L’origine dello zoroastrismo è incerta. Il suo libro sacro è l’Avestā, un insieme di testi che contiene anche gli inni conosciuti come “Gāthās”, gli insegnamenti che sono stati attribuiti direttamente a Zarathustra. Il profeta visse presumibilmente tra il VII e il VI secolo a.C., ma alcuni storici sostengono che fosse vissuto molti secoli prima, attorno al 1200 a.C.
Secondo lo zoroastrismo l’esistenza è una lotta continua tra il bene e il male, in cui il bene è destinato a trionfare. Dualismo coinvolge divinità ed esseri umani. L’unico dio riconosciuto dalla religione, Ahura Mazda (che si può tradurre come “saggio signore”), e lo spirito maligno Ahriman, il loro diavolo. I fedeli vivono a loro volta questa lotta del bene contro le forze del male.
«Tra gli accademici è opinione condivisa che lo zoroastrismo abbia influenzato tutte le principali religioni monoteiste, tra cui il cristianesimo, l’ebraismo e l’islam», riporta il Post. Secondo Jamsheed Choksy, professore di studi sull’Eurasia all’Università Usa dell’Indiana, e come riposta l’Associated Press, gran parte dei precetti delle religioni che hanno formato le società occidentali, può «essere ricondotta a Zarathustra»
Oggi i principali gruppi di zoroastriani sono due: quello che vive in Iran e quello – più numeroso – dei discendenti dei fedeli emigrati in India, conosciuti come “parsi”. Inizialmente in India i parsi si dedicavano per lo più all’agricoltura; poi, nel periodo del colonialismo britannico, cominciarono a emergere come una delle comunità più ricche e colte del paese grazie al commercio e alle attività imprenditoriali.
Gli zoroastriani seguono ancora l’insegnamento che predica «buone parole, buoni pensieri e buone opere». La fiamma sacra tipica dei loro templi tradizionali è il simbolo che rappresenta la saggezza e l’energia del loro Dio. Una delle celebrazioni zoroastriane principali è il Nowruz, il Capodanno persiano, che si celebra ogni anno attorno al 21 marzo anche in vari paesi che facevano parte dell’Impero persiano (attualmente secondo quel calendario siamo nel 1401).
Oggi la comunità più ampia è quella dei Parsi, che comunque è in calo costante da tempo, come quella dell’Iran. A differenza del cristianesimo gli zoroastriani non fanno attività missionaria e non si impegnano per far convertire persone di altre religioni. Ma Secondo l’Associated Press, sembra che il loro numero stia aumentando a poco a poco in Stati Uniti e Canada, dove ora vivono circa 30mila fedeli, di più di quelli che vivono in Iran.
A inizio luglio a New York, congresso mondiale zoroastriano a cui hanno partecipato circa 1.200 fedeli provenienti da 16 paesi. Gli organizzatori si sono dichiarati «rassicurati che il destino della religione fosse al sicuro grazie all’attività di giovani zoroastriani appassionati e lungimiranti». Oggi esistono associazioni che organizzano viaggi rivolti alle persone desiderose di scoprire di più sulla storia e sulla cultura della loro fede, ma anche enti che si stanno occupando di analizzare i fattori che influiscono sul numero dei fedeli.
Gli organizzatori del congresso di New York sostengono che lo zoroastrismo continuerà a sopravvivere, ma destinato a subire grossi cambiamenti. Secondo un architetto parsi che è nato a Mumbai e vive a New York, in Nord America le tradizioni specifiche della religione saranno progressivamente abbandonate, mentre verranno mantenute le sue linee guida spirituali generali.