Libano, suicidio di uno Stato, con la popolazione ormai alla fame

Libano Stato, non riesce a pagare la quota per votare all’Assemblea generale delle Nazioni unite. Libano politico, con il parlamento incapace di eleggere un presidente da mesi.  Libano economico, Lira in caduta libera: al mercato nero un dollaro vale 50mila lire, libanesi sempre più poveri. Le divisioni etnico religiose che lo dividevano ora lo stanno uccidendo.

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Beirut senza presidente e ora anche senza Onu

Il Libano ha promesso ieri che pagherà subito il milione e 835mila dollari di debito che ha con le Nazioni unite, due anni di fila senza pagare che gli avevano fatto perdere il diritto di voto in Assemblea generale. Ma il problema della crisi economica del Paese va ben oltre la quota di iscrizione al Club bella Nazioni Unite: otto libanesi su dieci -valutazione Onu-, è povero e il trenta per cento soffre la fame.

‘Crisi intollerabile’

«La crisi in cui versa da anni il Libano è intollerabile, dice l’Onu» (il cui braccio amministrativo poi batte cassa per le quote annuali). Per la Banca mondiale, «la più devastante e molteplice crisi della sua storia moderna». Per il Fondo monetario internazionale (che ormai non tira fuori neppure mezza lira), «la crisi più profonda dalla fine della guerra civile». Ma la denuncia più severa attiva dalle condizioni di vita della popolazione.

Alcuni numeri per capire

La lira libanese, nella sua caduta libera, al mercato nero ha toccato quota 50mila sul dollaro. Una svalutazione ormai ingestibile, assieme ad una inflazione alle stelle e con salari pagati ancora con «valuta ufficiale», cioè 1.500 lire per dollaro, di fatto un taglio di più di trenta volte il poco dovuto. Ed ecco che buona parte dei libanesi non è più in grado di pagare per i beni essenziali, non solo educazione e salute, ma anche cibo.

Ora la Fao, fame nel mondo

E adesso del Libano se ne occupa anche la Fao, l’organizzazione Onu che si occupa della fame nel mondo. In un rapporto di pochi giorni fa la Fao ha indicato in due milioni i libanesi -il 30% della popolazione-, non più in grado di procurarsi cibo quotidianamente. Otto libanesi su dieci, secondo l’Onu, è povero.

Paralisi istituzionale per la politica delle appartenenze

In una simile situazione, lo stallo politico che soffoca le istituzioni prosegue senza segni da soluzione, sino alla morte ufficiale dello Stati Libano. Giovedì l’undicesima votazione per eleggere un nuovo presidente è andata a vuoto, e Beirut –utile ricordarlo-, è senza presidente dalla fine del mandato di Michel Aoun, a fine ottobre. Per protestare contro l’incapacità di superare le divisioni partitiche, due deputati hanno iniziato un sit-in a oltranza dentro il parlamento.

Presidente cristiano maronita cercasi

Per eleggere un nuovo presidente -la legge libanese divide i poteri dello Stato tra le diverse appartenenze religiose-, il cristiano maronita Michel Moawad, candidato ufficiale, è considerato troppo ‘anti-Hezbollah’ per poter vincere, ed è paralisi, con i partiti organizzati in fazioni spesso armate.

Mentre lo Stato muore, la scuola chiude

In Libano 1 milione di bambini è fuori dall’istruzione. Sciopero degli insegnanti per la retribuzioni da fame che facevano il ‘turno mattutino’, rivolto principalmente ai bambini libanesi. E il Ministero, par fare pari, ha annunciato la sospensione delle lezioni pomeridiane, frequentate per lo più da studenti rifugiati siriani. Al momento tutte le scuole pubbliche sono chiuse e questo porta il numero totale stimato di bambini che attualmente non frequentano la scuola a oltre un milione.

Le guerre attorno, Siria e Israele

Minima notizia positiva sul sempre precario fronte militare, dopo la tentata invasione israeliana del 2006 e le perenni crisi siriane. Secondo Unifil, sarebbe tornata la calma dopo le recenti tensioni tra eserciti libanese e israeliano a causa di lavori del genio militare israeliano in un territorio considerato a nord della Linea Blu, il confine concordato.

Due giorni fa, l’esercito libanese aveva alzato l’allerta per la violazione della Linea Blu da parte di bulldozer israeliani protetti da carri armati.

Tags: caos Libano
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