Povera America poveri noi: tra un presidente svanito e un presidente bandito

La politica negli Stati Uniti è un vulcano in eruzione. E il mondo trema. Mentre la Corte Suprema decideva sull’eleggibilità di Trump in Colorado, ai media veniva divulgato il rapporto del Procuratore speciale Robert Hur, incaricato dell’inchiesta su Biden per il possesso di documenti secretati. Risultato: il Presidente ne esce giudiziariamente prosciolto e politicamente con le ossa rotte.

Biden incolpevole perché un po’ svanito

Hur ha sostenuto che Biden ha certamente commesso una grave mancanza a trattenere documenti che riguardavano la sicurezza nazionale, ma che non è ragionevole processarlo. Perché? «Al processo, probabilmente il signor Biden, si presenterebbe alla giuria, come ha fatto durante la nostra intervista, cioè come un uomo anziano, comprensivo, bene intenzionato e con scarsa memoria».

Assoluzione mortale

Non appena sono state diffuse le 345 pagine del rapporto, si è scatenata l’apocalisse mediatica. Il ‘dispositivo’ giudiziario è pieno di valutazioni non proprio lusinghiere sulla ‘lucidità’ dell’attuale Presidente. Anzi, per essere più precisi, il Procuratore speciale Robert Hur arricchisce la sua narrazione con particolari che lasciano sinceramente perplessi e che alimentano l’ondata speculativa sulla ‘senilità’ di Biden, come ipotetico impedimento alla sua ricandidatura.

‘Non ricordo’ non come alibi

Il Wall Street Journal dice che, secondo il rapporto, Biden non ricordava quando era stato vicepresidente, non riuscendo a ricollegare le date di inizio e di fine del mandato. Inoltre, «non ricordava nemmeno, dopo diversi anni, la data esatta di quando morì suo figlio Beau. La memoria del Presidente appariva confusa nel descrivere il dibattito sull’Afghanistan, che un tempo era così importante per lui». Il procuratore, per condurre le sue indagini ha interrogato 147 testimoni, conducendo 173 interviste. Con Biden ha parlato per cinque ore nell’arco di due giorni. Sempre secondo il quotidiano economico, nonostante le conclusioni del Procuratore arrivino a un «non luogo a procedere», ci sarebbero comunque molti elementi da tenere presente. E non a vantaggio dell’imputato assolto.

Assoluzione o requisitoria?

Innanzitutto, diversi documenti mal conservati erano ‘top secret’ e, in teoria, avrebbero potuto mettere a rischio la sicurezza nazionale. Questo ha già fatto gridare molti Repubblicani a un ‘doppio standard’ utilizzato nei confronti di Trump, che invece è stato incriminato per la stessa cattiva custodia di documenti ‘sensibili’. Alcuni degli appunti trovati a Biden, riguarderebbero il dispiegamento di truppe in Afghanistan e la politica di confronto con l’Iran.

Legittimo sospetto della carognata

Furibonda la reazione del Presidente, alla diffusione del rapporto Hur. Immediata conferenza stampa di Biden, decisamente nervoso. Ed ecco come il New York Times ha presentato l’evento: «Quando il Presidente Biden è comparso, giovedì sera, in una conferenza stampa dell’ultimo momento, sperava di rassicurare il Paese sulla sua acutezza mentale… Invece, visibilmente arrabbiato, ha fatto il tipo di sciocchezza verbale che ha tenuto i Democratici così nervosi per mesi. Si è riferito erroneamente al Presidente dell’Egitto, chiamandolo ‘Presidente del Messico’, mentre cercava di rivolgersi a lui per spiegare gli ultimi sviluppi della guerra a Gaza».

Sbandamenti democratici velenosi

La frustata finale del progressista ‘Times’: «L’ aumento di 2 miliardi di dollari, che la campagna elettorale di Biden e i suoi alleati sperano di raccogliere e spendere, non renderà l’attuale Presidente più giovane». Siamo quasi al ‘si salvi chi può’, mentre l’Uomo nero Trump avanza senza rivali interni. E per concludere la sua impietosa analisi, il New York Times ricorda che il rapporto di Hur arriva dopo una tribolata settimana, nella quale Biden, in vari discorsi elettorali, ha confuso Macron con Mitterrand e dice di avere incontrato il defunto Cancelliere Kohl, anche se era invece Angela Merkel.

Lo ‘svanito’ o il ‘bandito’?

Non è che dall’altro lato del fronte presidenziale stiano messi meglio. Trump, infatti, ha parlato di Erdogan, ma voleva parlare di Orban e poi ha scambiato Nikki Haley con Nancy Pelosi. Per ora, però, scrive il ‘Times’, Trump viene percepito come «più sveglio», e cita un sondaggio NBC del Wisconsin (uno Stato-simbolo dal punto di vista elettorale) rovinoso per i Democratici.

L’ultima annotazione la lasciamo al Washington Post, il più progressista dei giornali liberal. «Il rapporto del consulente speciale dipinge un quadro feroce della memoria di Biden», titola il quotidiano. Che poi dimostra di essere ancora più feroce del Procuratore Hur, quando sottolinea alcuni brani del rapporto che nessuno aveva fatto: «Sarebbe difficile – scrive – convincere una giuria a condannare un ex Presidente ormai ultraottantenne, per un crimine grave che richiede uno stato mentale di lucida attenzione».

Condividi:
Altri Articoli
Remocontro