
Il nuovo premier italiano “in pectore”, Giorgia Meloni, ha confermato ieri «il pieno sostegno alla causa della libertà del popolo ucraino» con una prima telefonata a Volodymyr Zelensky che l’ha ringraziata invitandola in Uc raina. A Kiev il 22 settembre c’era il ministro della difesa uscente Guerini, ricevuto da Zelensky e dal suo omologo Oleksii Reznikov, che ha presentato la lista delle necessità delle forze armate ucraine.
L’ambasciata della Federazione Russa in Italia ha commentato sul suo profilo Twitter che «le forniture di armi all’Ucraina non aiutano a risolvere il problema del caro-bollette», postando immagini di missili anti-carro e bombe da mortaio italiane finite nelle mani dei militari russi operativi in Ucraina.
Nonostante l’indirizzo statunitense sia di fornire all’Ucraina armi sofisticate ed equipaggiamenti di nuova produzione con commesse industriali, il Pentagono ha varato ieri un nuovo pacchetto da 625 milioni di dollari di forniture provenienti dai depositi delle forze armate statunitensi.
Un provvedimento inatteso, segnala Analisi Difesa, dopo il recente programma da oltre un miliardo di dollari annunciato solo la scorsa settimana, ma probabilmente necessario per compensare le perdite subite dalle forze di Kiev nelle recenti controffensive sui fronti di Kherson e Kharkiv e a rafforzarne la spinta dopo i recenti successi.
Dal 2014 gli Stati Uniti hanno fornito 19,6 miliardi di dollari di aiuti militari all’Ucraina, dei quali 17,5 dal gennaio 2021 e 16,8 dall’inizio delle operazioni militari russe, il 24 febbraio scorso.