
Dopo la tribolatissima questione dei carri armati da cedere a Kiev, risolta con molti mugugni e chiara diversità di posizioni da parte occidentale, ora Zelensky rilancia: vuole caccia di ultima generazione, in grado di garantirgli la superiorità aerea. Gradirebbe tanto gli F-35 (che costano troppo), ma si accontenterebbe anche degli F-16. La richiesta è arrivata dal viceministro degli Esteri ucraino, Andrii Melnyk, già ambasciatore a Berlino, il quale ha proposto la creazione di una speciale “coalizione di jet da combattimento”. Negli squadroni da formare, assieme agli aerei americani, dovrebbero esserci anche caccia europei, come i Rafale, gli Eurofighter e i Gripen svedesi. Il Ministro, però, non si è fermato a quella sorta di improbabile fiera aerea.
Il giornale Tagesspiegels riferisce che Zelenzky sarebbe arrivato a chiedere a Berlino, anche la cessione di un sottomarino HDW della classe 212A, “per cacciare la flotta russa fuori dal Mar Nero”.
Se le cose stanno così, questa volta (pensiamo), non ci sarà alcun vertice degli alleati che tenga, perché il Cancelliere tedesco, Olaf Scholz, già indispettito per l’affaire dei Leopard, ha risposto a stretto giro di posta. Con un “no” cubitale, pubblicato in una lunga intervista concessa a Tagesspiegels, il Primo ministro ha detto che una mossa del genere avrebbe buone probabilità di scatenare la Terza guerra mondiale. E lui sa benissimo che la Germania, oltre alle Repubbliche baltiche e alla Polonia, ne sarebbe il possibile campo di battaglia.
Scholz, evidentemente, non condivide non solo il merito, ma anche il metodo con cui l’Europa, affiancando acriticamente gli Stati Uniti, sta gestendo questa crisi. Tra le altre cose, nella stessa intervista, ha risolutamente escluso che anche un singolo soldato tedesco possa mai essere coinvolto, in futuro, sul suolo ucraino. Una sorta di “excusatio non pentita”, resasi necessaria dopo l’incredibile scivolone politico della Ministra degli Esteri, Annalena Baerbock, una “verde che non matura mai”, visto che, in un periodo in cui la tensione è altissima e nel quale è indispensabile misurare le parole, la signora Baerbock ha avuto la bella idea di parlare come se fosse alla testa di un corteo.
Esortando gli alleati occidentali a mostrare coesione e a cedere armi pesanti all’Ucraina, la Ministra ha aggiunto che c’è la necessità di farlo “perché stiamo conducendo una guerra contro la Russia”.
Apriti cielo! Il Cremlino è subito andato all’attacco (diplomatico), mentre il povero Cancelliere Scholz ha cercato di metterci una pezza. I russi hanno detto che, evidentemente, il governo tedesco ritiene la Germania in conflitto con la Russia. A nulla sono servite le spiegazioni farfugliate dalla Baerbock. Per fortuna ieri Scholz, di gran corsa, ha messo un punto fermo all’accaduto e ha aggiunto che è indispensabile tenere aperti i canali di comunicazione con Vladimir Putin. Anche perché stanno cambiando molte cose, troppo velocemente e non proprio in meglio.
Innanzitutto la strategia americana (occidentale). Adesso, come rivela il Wall Street Journal di ieri, in prima pagina, “la filosofia di logoramento della Russia non convince più nessuno”. O, almeno, coloro che al Dipartimento di Stato e al Pentagono pensavano che fosse questa la chiave giusta per condurre il conflitto. È aumentato il partito di quelli che ritengono che il tempo lavori a favore di Putin, perché, in effetti, la situazione dell’Ucraina è disperata e le sanzioni antirusse colpiscono, ma troppo lentamente. Senza avere comunque ricadute devastanti sul piano militare.
In sostanza, come riporta il WSJ la Russia sembra avere risorse di uomini e mezzi che può gettare nella mischia, con frequenza e possibilità superiori a quelle di Kiev. Per non parlare di quello che si vede all’orizzonte, cioè le elezioni per la Casa Bianca nel 2024. C’è poi l’incognita delle opinioni pubbliche che, nelle democrazie occidentali, stanno cominciando a fare sentire il loro peso. Che si tramuta in una progressiva disaffezione per una guerra portata avanti troppo a lungo e con effetti collaterali devastanti.
E a proposito di guerra senza fine, va anche valutato l’allarme lanciato da quasi tutti gli eserciti occidentali: l’Europa ha finito le munizioni. A forza di spedire proiettili, razzi, missili e quant’altro in Ucraina, i magazzini ora sono vuoti. Secondo Nico Lange (ex alto ufficiale del Ministero della Difesa tedesco), se ora qualcuno lo attaccasse, il Vecchio continente non avrebbe la forza di difendersi a lungo.