«I fiumi, falsi avventurieri che trasformano i padani in marinai non veri…»

La cronaca dell’attualità ancora drammatica lasciata all’informazione titolata che ne ha i mezzi, poi vedremo, dai primi soccorsi all’interrogarsi sul come e sul perché è accaduto, e poi ancora le promesse di aiuto e di ripresa, che l’Emilia e la Romagna sapranno garantirsi prima di tutto con le loro mani e la loro volontà che non può essere travolta da nulla.

Legati alle notizie estere, nello spazio domenicale più libero, la vicinanza di Remocontro attraverso le parole di una poesia fatta canzone da Francesco Guccini e Lucio Dalla e Gianni Morandi.

 

Emilia

Le Alpi, si sa, sono un muro di sasso
Una diga confusa, fanno tabula rasa
Per noi che qui sotto, lontano, più in basso
Abbiamo la casa
La casa ed i piedi in questa spianata
Di sole che strozza la gola alle rane
Di nebbia compatta, scabrosa, stirata
Che sembra di pane
Ed una strada antica come l’uomo
Marcata ai bordi dalle chiacchiere di un duomo
E i fiumi, falsi avventurieri che trasformano i padani
In marinai non veri

Emilia di volti fra i campi e sui prati
Lagune e piroghe e le terramare
Guerrieri del Nord dai capelli gessati
Ne hai visti passare
Emilia allungata fra l’olmo e il vigneto
Voltata a cercare quel mare mancante
E il monte Appennino raccontando un segreto
Diventa un gigante

Lungo la strada tra una piazza e un duomo
Hai messo al mondo questa specie d’uomo
Vero, aperto, finto e strano
Chiuso, anarchico, verdiano, brutta razza, l’emiliano

Emilia sognante fra l’oggi e il domani
Di cibo, motori, di lusso e balere
Emilia di facce, di grida, di mani
Sarà un grande piacere
Vedere in futuro da un mondo lontano
Quaggiù sulla terra una macchia di verde
E sentire il mio cuore che battendo più piano
Là dentro si perde

Ora ti saluto, è quasi sera e si fa tardi
Si va a vivere o a dormire da Las Vegas a Piacenza
Fari per chilometri ti accecano testardi
Ma io sento che hai pazienza, devi ancora sopportarci

 

Dalla poesia alta a certa politica piccola piccola

Un accenno ai talk show in mano ai tuttologi nell’accavallarsi di voci, «alcune sensate, altre connesse alla ‘tv del dolore’», sottolinea Roberto Reale su Articolo21. I temi della crisi climatica e della gestione del territorio, della mancata prevenzione, della cementificazione incontrollata. Col presidente della regione Emilia-Romagna Bonacini che giustamente sottolinea che «In quattro giorni la pioggia di un anno. Il 2-3 maggio in 36 ore cadde l’acqua di 4 mesi, ieri e l’altro ieri quella di sei mesi. E ci sono ancora alcuni allagamenti perché l’acqua è caduta su un terreno che non riesce ad assorbire nulla».

Il network comunicativo della destra

Ancora Reale: «Affondano i barconi e muoiono centinaia di persone? Colpa dei migranti che migrano e di chi cerca di salvare vite. C’è un disastro ambientale? La responsabilità è degli “ecosciacalli”, della burocrazia ambientalista, dell’ideologia verde. In una parola dei “gretini”, un termine inventato con un certo successo per irridere Greta Thunberg e chi ne condivide le preoccupazioni dando loro degli imbecilli». Allontanare l’attenzione da chi gestisce il potere politico e economico e dirottarla su altri bersagli.

«Dare in pasto ai ‘follower’, ai sostenitori /ascoltatori un nemico da sbranare è una carta vincente. Lo spiegava Umberto Eco, converrebbe provare a rileggerlo» (“Costruire il Nemico” la Nave di Teseo 2020).

Poi il solito patetico La Russa

Il presidente del Senato Ignazio La Russa nel suo solito stile, che lancia la provocazione ai giovani di ‘Ultima generazione’ e agli ecologisti: «andate a spalare in Romagna». E dove sono quei giovani già da giorni? Si chiede Barbara Scaramucci, sempre su Articolo2i. «Ad aiutare i paesi alluvionati, come alcuni media che ancora fanno cronaca e non propaganda ci hanno fatto vedere in presa diretta». L’auspicio di un La Russa a rilassarsi nella sua casa godendosi la vista dei busti di Mussolini e smetta di fare danni agli italiani.

Giornalisti coriferi e politici da stadio

Con l’eleganza della signora ancora Scaramucci: «Ci permettiamo di essere lievemente disgustati anche da una parte di nostri colleghi». I titoli come «l’alluvione mette sott’acqua il PD», «Il cemento è colpa degli ambientalisti», «L’ecologia impedisce di costruire gli argini», i pensieri associati fra alluvionati e sconfitta del Milan (Salvini) e così via, sono e resteranno esempi nefasti di ignobile speculazione e sciacallaggio sui morti e sulle tragedie.

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