Iran-Israele dove il trucco? Paure di guerra mondiale ‘svanite’ in un giorno

Sembrava dovese scoppiare la terza guerra mondiale e, solo il giorno dopo, l’attacco israeliano all’Iran scompare dall’agenda internazionale e dei titoli del giornalismo al seguito. A meno di una settimana dalla rappresaglia iraniana contro Israele (il consolato di Damasco distrutto con molti morti), lo stato ebraico ha risposto a sua volta.
Cosa possiamo imparare da questo attacco israeliano? Abbiamo cercato qualche risposta in giro per il mondo, valutazioni e ipotesi che ruotano attorno al ‘diritto di ultima replica’ sempre e comunque per Israele.

Anthony Samrani, L’Orient-Le Jour, Libano

«Per tutta la settimana, gli Stati Uniti hanno esercitato forti pressioni sull’alleato israeliano per convincerlo a non reagire in modo tale da provocare una guerra regionale. Israele ha potuto coordinarsi con diversi paesi occidentali e arabi per difendersi dall’attacco iraniano. Questo coordinamento sarebbe stato seriamente compromesso da un attacco israeliano su larga scala all’Iran. L’attacco si inserisce quindi nella guerra ombra che da anni si combatte tra i due paesi, come indica l’assenza di rivendicazioni».

New York Times: Israele ha sbagliato i calcoli

Senza preavviso. «Israele era a pochi istanti dall’attacco aereo del 1 aprile che ha ucciso diversi alti comandanti iraniani nel complesso dell’ambasciata iraniana in Siria quando ha detto agli Stati Uniti cosa stava per accadere». «Pubblicamente, i funzionari statunitensi hanno espresso sostegno a Israele, ma in privato hanno espresso rabbia per il fatto che avrebbe intrapreso un’azione così aggressiva contro l’Iran senza consultare Washington».

Pierre Haski, France Inter

«Una guerra aperta con l’Iran sarebbe ‘solo’ un conflitto regionale o potrebbe assumere un carattere mondiale?». «Teheran-Mosca-Pechino: è il nuovo ‘asse del male’, per riprendere una terminologia desueta adottata dai neoconservatori statunitensi all’epoca di Bush? O è un’alleanza di circostanza che si basa sull’esistenza di un avversario comune, cioè l’occidente?». «Russia e Cina non sono alleati storici dell’Iran. I riavvicinamenti recenti non si basano su un’ideologia comune né su una visione simile del futuro, ma su un disprezzo condiviso per l’ordine mondiale plasmato dall’occidente». «Né ‘asse del male’ né alleanza di circostanza, dunque, ma qualcosa di ibrido che rende il mondo più pericoloso e incerto, mentre in Medio Oriente e altrove è in atto una logica di guerra».

Germano Dottori, Limes

«In assenza di ulteriori dettagli, sembra possibile concludere che Israele ha colpito l’Iran in modo tale da non provocare vittime, scegliendo un bersaglio di natura militare e non eccessivamente lontano dalle istallazioni utilizzate da Teheran per il proprio programma di ricerca nucleare. Abbiamo assistito a un esercizio di quella che Thomas Schelling definiva ‘diplomazia della violenza’».

«Il messaggio veicolato dallo Stato ebraico è paradossalmente una manifestazione di buona volontà, ma reca anche un ammonimento rivolto agli ayatollah e ai pasdaran: qualsiasi nuova offesa verrà punita con attacchi ben più letali ai quali Teheran non potrebbe resistere».
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