Ucraina, via libera Usa alle bombe a grappolo?

ULTIMISSIME, 8 luglio

Le bombe a grappolo americane tornano in guerra. Biden ha approvato l’invio in Ucraina di ‘cluster bomb’, bandite da una convenzione dell’Onu. Bombe sparate con l’M864 detto ‘pop corn’, vecchio di 35 anni, impreciso e letale che ogni volta ne lascia almeno 4 inesplose pronte a storpiare o uccidere
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È il momento del massimo sforzo bellico per l’esercito ucraino, che le sta tentando tutte per ricacciare indietro gli invasori russi. Ed è giunta anche l’ora, per l’Occidente, di badare al sodo. A qualsiasi costo. Così il Pentagono, frustrato per la piega non proprio brillante che hanno preso gli scontri nel Donbass, ha disposto che si studi il modo di rifornire gli ucraini le vietatissime ‘bombe a grappolo’.

Denuncia in casa Usa

Il titolo del Wall Street Journal, che ha dedicato un lungo report allo spinoso argomento, non ammette repliche: «L’Amministrazione Biden sta spingendo legislatori e alleati a mettere da parte le preoccupazioni sui diritti umani, perché le scorte di munizioni regolari sono finite». La Casa Bianca non ci fa una gran figura, a far pensare che, le sue prediche sul diritto internazionale, dipendono anche dai fondi di magazzino. Quando si svuotano, allora ‘le norme si interpretano’, secondo le esigenze. Ma, al di là della caduta di stile democratico, la vicenda, sostengono alcuni analisti, può solo significare che la situazione, sul campo di battaglia, non va bene come si vuole fare credere.

La fretta di chiudere

L’Occidente sta alzando decisamente la soglia dell’impegno militare, fornendo all’Ucraina armi letali, tecnologicamente sempre più avanzate. Esiste una linea rossa? Sicuramente si, anche se nessuno, ci pare di capire, la conosce di preciso. Intanto, sulla questione delle ‘bombe a grappolo’, gli Stati Uniti rischiano grosso. Stanno dando un alibi, ai russi, per usare a loro volta armi bandite dalle convenzioni internazionali. È un’escalation che rischia di scappare di mano. Biden lo sa e finora era stato nettamente contrario a infrangere le regole. La questione era già stata posta sul tavolo del Presidente a gennaio e, in quell’occasione, il portavoce del Consiglio per la Sicurezza nazionale, John Kirby, aveva detto di escludere l’uso di questo tipo di proiettili, «che causavano preoccupazioni al governo americano».

Emergenza tattica

Ora, secondo il Wall Street Journal, una probabile emergenza tattica (e strategica) sul campo sta facendo fare marcia indietro. Mostrando crepe evidenti, tra le varie scuole di pensiero esistenti dentro l’Amministrazione. Antony Blinken, il Segretario di Stato, per esempio, fino all’altro giorno era fieramente contrario alla possibilità di utilizzare le bombe in questione. Sa bene che, politicamente parlando, questa mossa potrebbe essere un boomerang. Gli ucraini, però, insistono, e Lloyd Austin, il Segretario alla Difesa, la pensa come loro. Anche se, come riporta, il WSJ, le simulazioni fatte riguardano l’utilizzo contro gli assembramenti di truppe nemiche che attaccano. Cioè, il contrario di quello che si sta verificando ora, periodo in cui i russi sono saldamente al coperto e non si muovono. A meno che non intendano utilizzarle ‘a pioggia’, sulle trincee.

Bersaglio umano

In ogni caso, è bene sottolinearlo, queste munizioni servono principalmente contro bersagli umani. Se parliamo di ‘letalità, probabilmente il gradino ulteriore di escalation, ci porta alle ‘superbombe’. O alle armi nucleari tattiche. Capito perché gli americani (e Biden) non erano così convinti di usarle? Comunque, gli Stati Uniti non hanno firmato nessuna convenzione internazionale sull’utilizzo di queste armi, come Russia, Cina e la stessa Ucraina. L’ordine esecutivo di Biden probabilmente non basterà. Il Presidente dovrà cercare l’aiuto (e anche l’assicurazione politica) da parte del Congresso. Dove, per dirla francamente, c’è molta perplessità.

Il Congresso e le regole umanitarie

Ecco quali sono le riserve su una scelta di questo tipo, così come le sottolinea il Wall Street Journal: «Le organizzazioni per i diritti umani e altri governi hanno denunciato l’uso delle bombe a grappolo come intrinsecamente disumano e indiscriminato, documentando la misura in cui queste armi hanno mutilato e ucciso migliaia di civili in tutto il mondo, in particolare a causa della loro propensione al lasciare residuati sul terreno. Queste cariche esplosive potrebbero essere attivate anche molto tempo dopo la fine di un conflitto militare». E qualora questa prima riflessione ancora non bastasse, il Wall Street Journal propone un avvertimento che suona come un epitaffio.

«I civili sono stati mutilati da bombe a grappolo in luoghi come il Vietnam e il Laos, decenni dopo che erano state sganciate, sottolineando i danni duraturi che infliggono. I critici affermano che il loro utilizzo in questo conflitto renderebbe probabile che l’ultimo ucraino morto per una bomba lanciata durante questa guerra, non sia ancora nato». Da brividi.

Convenzione sulle munizioni a grappolo (cluster munitions)

Le munizioni a grappolo (cluster) sono armi di grandi dimensioni, lanciate da aeromobili oppure da sistemi di artiglieria, lanciarazzi e lanciamissili, che si aprono a mezz’aria spargendo ad ampio raggio centinaia (o, nel caso di quelle di artiglieria, decine) di submunizioni più piccole. Le submunizioni sono progettate in modo da esplodere al momento dell’impatto al suolo. I tassi di mancata esplosione sono tuttavia legati non solo a fattori tecnici ma anche alle condizioni del terreno e all’altezza da cui sono lanciate. Ne consegue che nel caso in cui le submunizioni non funzionino come previsto, esse si depositano nel terreno, diventando particolarmente pericolose, dal momento che possono esplodere al minimo tocco o spostamento. Di fatto le submunizioni inesplose si comportano come mine antipersona.

La questione essenziale è stata a lungo se la produzione e l’utilizzo delle munizioni cluster costituisse una violazione del diritto internazionale. La questione è stata risolta con l’adozione nel 2008 della Convenzione sulle munizioni a grappolo. Apertura alla firma: 30 maggio 2008. Entrata in vigore: 1 agosto 2010. Durata: illimitata

 

Tags: bombe Ucraina Usa
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