Xi Jinping, espulsione spettacolare al Congresso e l’opposizione è servita

La svolta autoritaria della Cina. Xi Jinping chiude il XX congresso del partito: trascinato via dal congresso ex segretario Hu Jintao, dimesso il premier Li e nella Carta inclusa l’opposizione all’indipendenza di Taiwan. Le molte previsioni occidentali della vigilia clamorosamente smentite, e gli inattesi colpi di scena spettacolarmente autoritari come monito.

Il 79enne ex premier Hu Jintao, segretario dal 2002 al 2012, che sedeva accanto a Xi,

La premessa di Michele Marsonet

Avevano dunque torto coloro che intravedevano uno Xi Jinping in difficoltà al XX congresso del Partito comunista cinese. In realtà la sua posizione nel Partito sembra più solida che mai. Dopo aver fatto inserire il suo “pensiero” nella Costituzione (come già fece Mao Zedong), Xi ha chiarito con durezza che non si considera soltanto un “primus inter pares”, ma un padrone assoluto che non ammette critiche».

Xi liquida espelle l’ex premier dal congresso

D’altri tempi la scena avvenuta in chiusura del XX congresso del Partito. Il 79enne ex premier Hu Jintao, segretario dal 2002 al 2012, che sedeva accanto a Xi, è stato costretto ad alzarsi e ad abbandonare la sala sotto scorta. Mossa inattesa, come si nota dallo sguardo smarrito di Hu e dalla sua riluttanza a lasciare il congresso. Sembrava di essere nella Corea del Nord di Kim Jong-un.
Nulla si sa della sorte che gli è riservata. Circa i motivi, è probabile che il vecchio premier, che durante il suo mandato aveva garantito la gestione collegiale del Partito, abbia criticato la gestione personalistica e “imperiale” di Xi. Il suo allontanamento pubblico è un chiaro segnale rivolto a tutti i potenziali avversari.

Xi contro Li, premier non confermato

Ancora più interessante il caso del premier – non confermato – Li Keqiang. Aveva affermato pubblicamente che i progressi economici dell’ultimo periodo non sono soddisfacenti. Li Keqiang aveva pure fatto una videochiamata collettiva a migliaia di quadri del Partito, invitandoli a trovare un equilibrio tra la lotta alla pandemia e le esigenze della crescita economica. Tuttavia parecchi responsabili di grandi città preferirono sottrarsi alla videochiamata.
In realtà il premier stava tentando di ritagliarsi uno spazio autonomo da Xi, e la videochiamata collettiva ne era una chiara dimostrazione. Ma i funzionari avevano probabilmente fiutato aria di “purghe”, preferendo non esporsi all’ira del nuovo Mao.

Riforme economiche e ‘Zero Covid’

Tra le “colpe” di Li Keqiang, anche quella di non gradire l’allontanamento dalle riforme economiche varate da Deng Xiaoping negli anni ’70 del secolo scorso, che avevano consentito l’impetuoso sviluppo del Paese in tempi relativamente brev.
Li Keqiang non è ovviamente stato confermato nel Comitato permanente del “Politburo”, vero organo decisionale del Partito. Ufficialmente per ragioni di età. Fatto curioso, visto che ha 67 anni contro i 69 di Xi (al quale, però, i limiti di età non si applicano).

I tanti esclusi e tutto il potere a Xi

Esce dal nucleo dirigente anche Wang Yang, considerato “stella nascente” del Partito e destinato, secondo molti, ad ottenere la premiership alla scadenza del lunghissimo mandato di Xi. Fuori gioco pure il governatore della Banca centrale Yi Gang.
Pertanto uno Xi Jinping sempre più solo e autoritario si appresta a plasmare la Repubblica Popolare a sua immagine. Circondato solo da fedelissimi e pronto a proiettare, con il sostegno delle forze armate, la potenza cinese anche all’estero.

Condividi:
Altri Articoli
Remocontro