I bombardamenti russi su obiettivi civili in Ucraina ha provocato grossi danni alle infrastrutture elettriche di tutto il paese, considerati senza precedenti in questa guerra. Ci sono regolari interruzioni di corrente in diverse aree e si stima che sia stato danneggiato più di un terzo di tutta la rete elettrica: per riparare i danni potrebbero volerci settimane. Il presidente russo Putin aveva descritto i bombardamenti come una vendetta per l’esplosione che aveva seriamente danneggiato il ponte che collega la Russia alla Crimea: struttura di grandissima importanza strategica ma anche simbolica. L’Ucraina di dice preparata, ma la popolazione è allo stremo.
I danni provocati dai bombardamenti sono stati enormi: nella sua comunicazione giornaliera di mercoledì scorso il presidente ucraino Zelensky ha detto che i bombardamenti hanno danneggiato le infrastrutture elettriche di 12 regioni ucraine oltre che quelle della capitale Kiev. Sembra tra l’altro che ci siano stati alcuni attacchi anche nei giorni successivi, tra cui uno mercoledì alle infrastrutture energetiche di Kamianske, città industriale nell’Ucraina orientale.
‘Ukrenergo’, l’azienda che gestisce i sistemi elettrici ucraini, ha detto al New York Times e alla CNN che i bombardamenti russi hanno danneggiato circa il 30 per cento delle infrastrutture elettriche di tutto il paese. Parte di questi danni sono stati riparati, ma in almeno quattro regioni, i lavori sono ancora in corso. Conseguenza economico militari. L’Ucraina è un paese esportatore di energia elettrica. Secondo stime citate dal New York Times, prima della pandemia l’Ucraina produceva circa il doppio dell’energia elettrica consumata all’interno del territorio nazionale e ne vendeva la maggior parte ai paesi dell’Unione europea. I guadagni ottenuti dalla vendita di energia avevano contribuito a sostenere l’economia ucraina anche durante i mesi di guerra.
Durante l’incontro annuale tra la Banca mondiale e il Fondo monetario internazionale, il presidente Zelensky ha chiesto l’equivalente di 72 miliardi di dollari di aiuti per sostenere il deficit dell’economia ucraina dell’anno prossimo e ricostruire una serie di infrastrutture, tra cui quelle della rete elettrica, per cui ha stimato costi per circa 2 miliardi. I danni provocati dai bombardamenti si sono inoltre aggiunti a quelli già subiti nel corso dei mesi passati anche per le fonti rinnovabili di energia, da cui proviene circa il 12 per cento delle forniture nazionali. Il controllo dei russi nelle aree a est e a sud dell’Ucraina ha impedito l’accesso a circa metà di queste fonti.
La Polonia è uno dei pochi paesi dell’Unione Europea insieme all’Ungheria a non avere ancora ricevuto i soldi dell’Unione per contrastare la crisi economica innescata dalla pandemia. Ungheria e Polonia sono due stati semi-autoritari che litigano da anni con le istituzioni europee, che in cambio dell’erogazione dei fondi straordinari del Recovery Fund stanno chiedendo qualche riforma verso un sistema più democratico e liberale. L’Ungheria ha offerto vaghissime rassicurazioni e probabilmente non vedrà mai quei soldi, la Polonia tratta da mesi sull’indipendenza della magistratura per avere i 36 miliardi disponibili.
Negli ultimi anni il governo guidato dall’estrema destra di ‘Diritto e Giustizia’ ha approvato diverse leggi contro la libertà di informazione, i diritti delle donne e della comunità LGBT+, e ha introdotto diverse riforme della giustizia che di fatto permettono al governo di controllare la magistratura e i tribunali. Lo scorso anno la Polonia aveva fatto sapere, fra le altre cose, che non avrebbe più rispettato la supremazia delle leggi europee su quelle polacche (e quindi anche delle sentenze dei tribunali europei). Ma nel 2020 l’Unione ha approvato un nuovo meccanismo che lega il trasferimento dei fondi europei al rispetto dello stato di diritto da parte degli stati membri.
L’Unione veva imposto per esempio di superare entro la fine del 2022 la controversa commissione disciplinare per i giudici, piena di persone vicine a Diritto e Giustizia. Queste e altre indicazioni che la Commissione era riuscita a inserire nel piano furono giudicate piuttosto blande dagli esperti di rispetto dello stato di diritto. E la Polonia non le ha neppure rispettate. La famigerata commissione disciplinare è sui giudici è ancora in piedi, e ha solo cambiato nome. La norma che prescrive la superiorità della legge polacca a quelle europee non è stata cancellata. Portavoce Ue: «nessun pagamento sarà possibile» se la Polonia non rispetterà gli obiettivi prestabiliti.
Altri 725 milioni di aiuti militari Usa all’Ucraina. Gli Stati Uniti hanno annunciato un nuovo pacchetto di aiuti in armi all’Ucraina da 725 milioni di dollari. Nelle nuove forniture militari non ci sono i sistemi anti-missile chiesti da Kiev. Da quando Joe Biden è alla presidenza degli Stati Uniti, Washington ha inviato all’Ucraina forniture militari per oltre 18,2 miliardi di dollari, di cui 17,6 miliardi dall’inizio della “brutale e non provocata” invasione del 24 febbraio, si legge ancora nella nota. Gli Stati Uniti, precisa il dipartimento della Difesa, hanno fornito “un’assistenza alla sicurezza senza precedenti” alle forze di Kiev e “continueranno a lavorare con alleati e partner per garantire che l’Ucraina abbia il supporto di cui ha bisogno“.
Nel nuovo pacchetto di armi Usa ci sono munizioni per sistemi missilistici ad alta mobilità (HIMARS); 23.000 colpi di artiglieria da 155 mm; 500 colpi di artiglieria da 155 mm; 5.000 armi anticarro; missili anti-radiazioni ad alta velocità (HARM); più di 200 veicoli a ruote multiuso ad alta mobilità (HMMWV) e armi leggere con oltre 2.000.000 di munizioni.
L’Arabia saudita, non più in scia statunitense anche sul petrolio, alla armi preferisce gli aiuti umanitari. Valore 400 milioni di dollari per l’Ucraina, annuncia l’agenzia di stampa ufficiale saudita SPA.