
Gli attacchi Houthi sono stati finora 27. Il 18 dicembre gli Stati Uniti lanciano l’operazione ‘Prosperity Guardian’ con altri 19 paesi. Il 31 gli elicotteri statunitensi affondano tre barche degli huuthi che tentano un abbordaggio, uccidendo dieci miliziani.
Le Forze armate statunitensi hanno esibito tutta la loro potenza di fuoco. «Velivoli dalla portaerei Eisenhower e dalle basi limitrofe; missili lanciati dalle navi; missili lanciati da un sottomarino, lo USS Florida, addirittura identificato per nome, fatto relativamente inconsueto vista la segretezza di questi vascelli. Chiaro il messaggio di poter fare molto di più».
Negoziato condotto a mano armata, la efficace definizione di Petroni. Con l’amministrazione Biden conscia di poter radicare gli houthi bombardando da lontano o finanziando altre forze yemenite. Non funziona in Ucraina e di ‘stivali statunitensi sul terreno’, non se ne parla. «Vent’anni di fallimenti di entrambe le tattiche in Medio Oriente, tra Iraq, Afghanistan, Siria e Libano, hanno convinto l’America a guardarsi da queste avventure. Specie in anno di elezioni».
Quella del Mar Rosso non è che un tassello della crisi israelo-palestinese sull’alleato statunitense che non riesce a rallentare il macello Gaza, l’aggressione in Cisgiordania e le tentazioni israeliane verso Libano a Siria. Dichiarata intenzione di Washington a non far estendere la guerra nella regione, ma decisamente contradditori i suoi comportamenti.
Di fatto l’attuale classe dirigente di Israele medita di allargare la guerra al Libano, per non dove ammettere l’impossibilità di distruggere Hamas, mentre le truppe americane in Iraq subiscono circa 150 attacchi e non sanno come reagire «È possibile che l’amministrazione Biden attutisca i raid per conservare gesti più sorprendenti per i prossimi attacchi degli houthi, che ha sicuramente messo in conto».
Gli alleati a ‘Prosperity Guardian’ decisamente incerti. Solo il Regno Unito contribuisce in forma significativa. Caso clamoroso, l’Australia che ha rifiutato di inviare navi. La prima volta nella storia che non combatte al fianco dei consanguinei americani. Attacco a cui non hanno partecipato Spagna, Francia e Italia, che si erano già rifiutate di mettere loro navi sotto il comando americano.
Le conseguenze per l’economia mondiale rischiano di essere pesantissime. Quel che fanno oggi gli houthi può essere fatto lungo qualunque altro collo di bottiglia. Il caso dello Yemen propone futuro prossimo in cui più soggetti potranno chiedere contropartite minacciando la navigazione. E in cui più soggetti si dovranno assumere la responsabilità di proteggere le rotte marittime, sempre meno a comando americano.