Biden in Europa a cercare di farsi perdonare grappoli di errori

Nel suo viaggio in Europa appena iniziato Biden dovrà usare molta diplomazia, avvertono i principali quotidiani internazionali che la politica estera la seguono seriamente. Soprattutto al vertice della NATO a Vilnius, dopo la contestata decisione di inviare bombe a grappolo all’Ucraina e l’imposizione di un ormai decennale segretario dell’Alleanza di suo gradimento. In gioco il futuro della controffensiva ucraina, la compattezza dell’Alleanza, e parte della credibilità della campagna elettorale di Biden

Una difficile trasferta di cinque giorni

Dalla domenica il viaggio ufficiale di cinque giorni del presidente degli Stati Uniti in Europa: impegno principale il vertice NATO a Vilnius, la capitale della Lituania. Il viaggio era previsto da tempo, ma ha assunto un’altra rilevanza diplomatica dopo la contestata decisione Usa di inviare bombe a grappolo all’Ucraina, armi note per causare gravi lesioni ai civili e proibite da oltre 100 paesi, tra cui non ci sono però Stati Uniti, Ucraina e Russia. «Un brutto segnale anche per i rapporti interni alla coalizione occidentale. Essere oggi alleati tutti minoritari rispetto alla supremazia di fatto degli Stati Uniti non significa accettare che la propria voce venga prepotentemente ignorata», commenta su Remocontro il generale di Corpo d’Armata Roberto Bernardini, con importanti comandi  Nato alle spalle.

Dettagli a infastidire: la Svezia che a forza di litigare con la Turchia resta alla porta Nato, le bocciature Usa ai candidati europei a sostituire l’ormai decennale Stoltenberg di provata obbedienza. E le spinte baltiche per un’Ucraina nella Nato subito, a voler dichiarare guerra alla Russia.

Tra potenza e prepotenza

Biden dovrà convincere gli alleati, con opinioni pubbliche da casa sempre più problematiche, a continuare sostenere militarmente l’Ucraina. Una operazione diplomatica che, avvertono Jonathan Lemire e Eli Stokols, corrispondenti di Politico dalla Casa Bianca, «potrebbe avere un impatto profondo sulle alleanze internazionali e alterare radicalmente il corso della guerra stessa». Detta in maniera più diretta, una spinta in casa Nato e a dare un’ultima spinta alla controffensiva arenata, e poi iniziare a trattare con Mosca da qualunque posizione territoriale si sia arrivati, perché le elezioni presidenziali Usa incombono

Da Re Carlo a Londra

Il viaggio di Biden comincerà a Londra, con il suo primo incontro ufficiale con re Carlo III: ci si aspetta che i due parlino soprattutto di cambiamento climatico. Poi Biden incontrerà poi il primo ministro britannico Rishi Sunak e martedì andrà a Vilnius, dove fino a mercoledì si terrà il vertice della NATO dei cui problemi abbiamo giù accennato. Giovedì Biden concluderà la sua visita a Helsinki, la capitale della Finlandia, per un incontro coi governi dei Paesi baltici (Estonia, Lettonia e Lituania) e per celebrare l’entrata della Finlandia nella NATO e allontanarli dalle sirene della destra polacca grossa e pericolosa.

Svezia brucia Corano fuori, problemi di armi dentro

La Finlandia resta l’ultimo paese ad entrare a far parte dell’alleanza, mentre la Svezia della libertà di bruciare il Corano di fronte alla moschea, resta bloccata dall’opposizione della Turchia e in misura minore dell’Ungheria. Una questione su cui alcuni stati membri della NATO hanno espresso diversi dubbi, anche perché la guerra è in una situazione di stallo da molti mesi, e nonostante l’invio delle armi sul campo non ci sono state ancora evoluzioni in grado di cambiarne le sorti. Mercoledì è previsto che Biden faccia un discorso all’università di Vilnius (sperando scritto dai collaboratori e non vada a braccio) sull’opportunità di continuare a sostenere militarmente l’Ucraina.

Arma vietata e mossa sbagliata

«Biden dovrà fare i conti con perplessità ancora maggiori, ora che ha deciso di inviare all’Ucraina un’arma che quasi tutti gli stati membri dell’alleanza considerano vietata», prevede il Post. Sostenere più e meglio la controffensiva ucraina (ma come?), prima che l’inverno impantani il fronte prolungando la situazione di stallo in cui si trova da tempo il conflitto. Biden certamente enfatizzerà le difficoltà della Russia, non solo quelle militari sul campo, ma anche il recente ammutinamento di un pezzo dell’esercito con la rivolta del gruppo Wagner a creare confusione nell’esercito russo, anche ai livelli più alti.

Linea dura di Sullivan, ma Biden?

Parte di queste argomentazioni sono già state usate dal consigliere per la sicurezza nazionale Jake Sullivan quando venerdì ha annunciato l’invio delle bombe a grappolo all’Ucraina. Con qualche ’audacia’ di troppo. «Gli Stati Uniti sono intenzionati a sostenere l’Ucraina con una quantità eccezionale di armi», e ha aggiunto a scaramanzia di controffensiva: «crediamo di essere stati in grado di organizzare una risposta vigorosa, concertata e dinamica all’aggressione della Russia». Rischio d’inciampo sull’Ucraina nell’Alleanza, questione di grosse divisioni interne, e di ancora più grossi pericoli.

Non decidere su ciò che divide

La soluzione è nel trucco vecchio come la diplomazia. Accantonare le questioni divisive facendo finta di non averle ancora prese in considerazione. Rachel Rizzo, del centro studi Atlantic Council, ha detto a Politico che «la NATO deve presentare un fronte coeso a questo vertice: l’approccio più semplice è quello di rispondere solo alle domande a breve termine, mentre le questioni più importanti, che richiedono il consenso degli alleati, verranno un po’ accantonate».

Sola certezza con diffusi mal di pancia anche di casa italiana, l’adeguamento del budget di spesa militare dei paesi Nato a oltre il 2 per cento del PIL, lo standard richiesto dalla NATO e mai raggiunto da alcuni paesi aderenti, tra cui la Germania. Oltre ovviamente all’Italia.

Condividi:
Altri Articoli
Remocontro