Biden, in una delle prime interviste dopo la vittoria elettorale, aveva promesso di bloccare la strabiliante crescita del colosso asiatico, impedendogli di scavalcare gli Stati Uniti. Gli strateghi del Consiglio per la Sicurezza nazionale Usa, stanno cercando da allora di spezzare il monopolio di materie prime e semilavorati della catena di approvvigionamento produttiva, in partenza dalla Cina. Questo processo, noto come ‘disaccoppiamento’, mira a sostituire (per quanto possibile) i cinesi come fornitori fondamentali, sostituendoli progressivamente con altri Paesi esportatori o, in alcuni settori specifici, trovando soluzioni autarchiche. Più facile a dirsi che a farsi. Intanto, perché i prodotti di Xi Jinping sono immediatamente disponibili e poi per il fatto che vengono venduti a prezzi contenuti, rispetto a quelli dei potenziali concorrenti.
Se gli americani vogliono il ‘disaccoppiamento’ per mettere in ginocchio la Cina, beh, allora se lo devono pagare, dal momento che nemmeno l’alleato più ossequioso si suiciderà finanziariamente per far loro un piacere.
E contraddicendo clamorosamente la strategia della sua stessa amministrazione, Il Segretario al Tesoro, Janet Yellen, parlando alla Johns Hopkins University, auspica che le relazioni economiche tra Washington e Pechino possano migliorare. «Dobbiamo trovare un modo per vivere insieme e condividere la prosperità globale», ha detto l’ex Presidente della Federal Reserve che, proprio per la sua esperienza e per il suo prestigio, sembra l’unica persona, all’interno dell’Amministrazione Biden, capace di rilanciare un dialogo concreto con la Cina. Tra le altre cose, la Yellen si è spinta fino a garantire che gli Stati Uniti «non vogliono soffocare la crescita economica cinese» e che le misure prese, nel campo della limitazione dell’export tecnologico, riguardano solo ed esclusivamente la sicurezza nazionale.
Da raffinata esperta di finanza, Janet Yellen ha poi anche fatto riferimento alle lezioni di saggezza comportamentale, derivanti dalla Teoria dei giochi. Non esiste, ha spiegato, un tipo di partita ‘a somma zero’, in cui risulti un vincitore assoluto e un perdente senza appello. «Il mondo è abbastanza grande per tutti, e la Cina e l’America ci possono stare assieme», ha inoltre aggiunto, riecheggiando quanto Xi Jinping aveva detto a Biden lo scorso novembre, durante il vertice del G20, in Indonesia. E, infine, la Segretaria al Tesoro Usa, ammette preoccupata che «disaccoppiarsi veramente dalla Cina sarebbe disastroso». Al contrario, se il grande Paese asiatico dovesse rispettare le regole, ne trarranno vantaggio tutte le economie, a cominciare da quella statunitense.
La Yellen ha concluso dicendo che, per suggellare l’iter del suo approccio diplomatico, si recherà presto a Pechino per discutere di problemi commerciali. Bisognerà vedere, nel frattempo, se Xi Jinping sarà più convinto dalla buona volontà della Yellen o dall’aperta ostilità di Antony Blinken (Dipartimento di Stato) e Jake Sullivan (Consiglio per la Sicurezza nazionale). In Cina pensano che siano loro due gli ‘strateghi’, incaricati da Biden di sobillare gli alleati contro l’economia dell’ex Celeste Impero.