
La coalizione moderata ed europeista di Tusk ha vinto le elezioni, ma il PiS di Kaczynski resta il partito più votato. Una parte del paese guarda all’Occidente, l’altra alle politiche sovraniste dell’Est. Il nuovo governo potrebbe cambiare linea su molti progetti sostenuti dal precedente, a partire dall’aumento esorbitante della spesa militare.
Le due Polonie. Una che guarda a ovest, e dell’Occidente vuol far parte a ogni costo. Mentre l’altra vede l’azione di governo basata su ‘sovranità, autonomia e dirigismo’. Insomma, l’efficace sintesi di Giulia Gigante su Limes, «L’insofferenza nell’accettare la preminenza dei trattati, la scelta di indire un referendum sulla co-gestione dei flussi migratori evitando il tavolo europeo, i ripetuti attacchi alle istituzioni comunitarie, i discorsi provocatori del premier pronunciati da Morawiecki all’Università di Heidelberg e dal palco di Vox ne sono la prova».
«In pochi avrebbero scommesso sul tramonto dell’egemonia del gemello superstite. Quel Jarosław Kaczyński (…) che da bambino divenne famoso assieme al fratello Lech – morto nella tragedia aerea di Smolensk – grazie al film ‘O dwóch takich, co ukradli Księżyc’: i due che rubarono la Luna. Luna che oggi gli viene sottratta dal rivale di una vita».
Ma, iniziando dall’incarico dato dal Presidente Duda, appaiono chiari da subito le difficoltà che arriveranno dai centri di potere dentro cui si è arroccato il partito di Kaczyński. «Dai vertici della magistratura (la presidente del Tribunale costituzionale polacco Julia Przyłębska veniva addirittura soprannominata ‘la cuoca di Jarosław’), a quelli della difesa, dalle reti televisive alla sfera diplomatica».
La svolta politica e i conti aperti. Cosa ne sarà del gruppo di Visegrád, del progetto Trimarium (Baltico, Mar Nero e Adriatico) per isolare i tedeschi, o del 4% del pil per creare il più grande esercito di terra in Europa? Soprattutto, cosa accadrà nel 2025 con lo scadere del mandato del presidente Andrzej Duda? L’incubo di Kaczyński presidente: «Un ‘totus politicus’. Non ha vizi, non ha distrazioni, non ha amori, non ha famiglia. Vive per la politica e per i suoi gatti».
Il Pis, al governo ininterrottamente dal 2015, logoro per troppa arroganza. E una serie di iniziative molto controverse (dalle riforme della giustizia a quelle sull’aborto, solo per citarne alcune) che lo hanno isolato politicamente. E dunque i margini di manovra per il premier uscente sono molto ristretti. Al Pis, che ha ottenuto 194 seggi, ne mancano 37 per costruire una maggioranza. Attenzione concentrata su Terza Via, il gruppo composto da due forze centriste piuttosto eterogenee, e ‘campagna acquisti aperta’. Al punto di proporre il premierato al suo leader Holownia, se cambiava bandiera.
Difficile però che il tentativo di Morawiecki abbia successo, nonostante il favore sui tempi della crisi dalla scelta di Duda. «Ogni giorno di ritardo nel cambio di governo è un giorno perso per tutti i polacchi», denuncia Tusk. Mentre i tre partiti di opposizione stanno comunque già lavorando alla definizione del programma di coalizione.
Le opposizioni in Polonia vincono ma non avranno vita facile