La lotta al cambiamento climatico è in cima alle priorità del Quirinale. Sergio Mattarella è tornato a sottolinearlo ieri con un «Appello per il Mediterraneo» firmato insieme ai colleghi di Grecia, Croazia, Malta, Portogallo e Slovenia. Sono questi i Paesi affacciati sul mare che, con l’Italia, partecipano al cosiddetto «Gruppo Arraiolos» (dal nome della cittadina portoghese che li vide riunirsi per la prima volta nel 2003) delle repubbliche parlamentari europee.
Al Polo Sud il ghiaccio marino è sceso a livelli minimi senza precedenti per questo periodo dell’anno, spariti 2,6 milioni di chilometri quadrati di ghiaccio. Gli scienziati Usa: «Situazione molto molto preoccupante». Per alcuni scienziati si tratterebbe di un evento estremo, forse addirittura quasi senza ritorno. Tutte ancora da valutare, le conseguenze: ma c’è preoccupazione sul ruolo vitale dell’Antartide nella regolazione delle temperature dell’oceano e dell’aria, nella circolazione dell’acqua dell’oceano e nel mantenimento di un ecosistema cruciale per tutto, dal microscopico plancton agli iconici pinguini del continente.
Senza contare, inoltre, l’aspetto più evidente: il ghiaccio che si scioglie contribuisce all’innalzamento del livello degli oceani, con evidenti ripercussioni sulla vivibilità delle coste, riferisce il Corriere della Sera. Il cambiamento di quest’anno, nel contesto di diversi anni consecutivi con meno ghiaccio marino, è «molto, molto preoccupante», ha affermato Marilyn Raphael, professoressa di geografia e direttrice dell’Institute of the Environment and Sustainability presso l’Università della California, Los Angeles . «Questo non rientra nella variabilità naturale», ha detto.
In Italia a commentare i nuovi dati è chi conosce da vicino questi ghiacci. «Io dico no all’allarmismo ma la situazione va tenuta d’occhio. Il ghiaccio marino nel 2022 era ‘basso’, nel 2023 è molto basso, ben al di sotto rispetto al 2010 o prima, ma questo non ci consente di dire se nel 2024 la situazione sarà uguale o peggiore», dice la glaciologa dell’Istituto di Oceanografia e Geofisica sperimentale (Ogs) di Trieste, Florence Colleoni, che ha compiuto due missioni di ricerca in Antartide a bordo della nave oceanografica ‘Laura Bassi’. A differenza dell’Artico, per il quale c’è una casistica che mostra una tendenza chiara – «stiamo perdendo il ghiaccio» – per l’Antartide è «difficile dire che sta avvenendo lo stesso fenomeno. Ma possiamo affermare che osserviamo qualcosa di eccezionale».
I rischi sono alti, afferma il direttore del dipartimento di Scienze del sistema Terra e tecnologie per l’ambiente del Cnr, Fabio Trincardi. «Fino a dieci anni fa si pensava, sbagliando, che almeno l’Antartide fosse immune da queste destabilizzazioni, ma oggi i dati sulla riduzione, fanno pensare a conseguenze gravi per l’ecosistema, con pinguini e foche che ad esempio si troverebbero ‘senza casa’ e per la stabilità dei ghiacciai e delle calotte di ghiaccio costiere, che si troverebbero direttamente sotto l’attacco delle onde oceaniche e delle correnti oceaniche superficiali e intermedie sempre più calde, relativamente alla temperatura in cui sono stabili i ghiacci». Secondo l’esperto se è vero che occorre considerare che i ghiacci marini ai Poli «subiscono grandi oscillazioni stagionali, ovviamente, e interannuali, qui si teme un salto di stato del sistema».
Ogni anno la riduzione raggiunge i livelli più bassi verso la fine di febbraio, durante l’estate del continente. Il ghiaccio marino poi si ricostruisce durante l’inverno. Ma quest’anno non è tornato ai livelli previsti. Difficile stabilire come sta rispondendo l’Antartide al riscaldamento globale. Ted Scambos, glaciologo dell’Università del Colorado Boulder, ha detto alla Cnn che «il gioco è cambiato negli ultimi due anni, ma soprattutto quest’anno, rispetto a tutti gli anni precedenti e sino almeno 45 anni fa il che, afferma, potrebbe indicare un cambiamento a lungo termine, ed è più probabile che non vedremo il sistema antartico riprendersi per un periodo molto lungo nel futuro, e forse mai». Julienne Stroeve, scienziato senior al National Snow and Ice Data Center, parla di «un grande scostamento dalla media, anche se è troppo presto per dire se si tratta di nuova normalità o no».
Il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, insieme ai Capi di Stato di Croazia, Grecia, Malta, Portogallo e Slovenia, tutti membri del Gruppo Arraiolos, si è impegnato a sostenere iniziative di azione congiunta contro la crisi climatica e ha fatto appello all’Unione Europea, agli altri paesi del Mediterraneo e alla comunità internazionale affinché mantengano questo tema in cima alla loro agenda politica.
«Non c’è più tempo da perdere, non c’è più tempo per scendere a compromessi per ragioni politiche o economiche. È imperativo agire e prendere iniziative urgenti ed efficaci. Tutti i Paesi del Mediterraneo devono coordinarsi e reagire, impegnarsi in uno sforzo collettivo per arrestare e invertire gli effetti della crisi climatica». È quanto si legge in un comunicato congiunto.