L’Ungheria sovranista si arrende: Orban accetta le regole Ue sullo Stato di diritto, o almeno così promette

La Commissione europea aveva proposto questa mattina al Consiglio di tagliare all’Ungheria 7,5 miliardi di euro di fondi a causa della ‘sistematica violazione dei principi dello Stato di diritto’. Budapest all’ultimo minuto si pente e promette ravvedimento. Da un dipartimento anticorruzione a a smettere di riservare i fondi dell’Ue solo alle strutture amiche. E un minimo controllo sui redditi di «ministri, sottosegretari di stato, parlamentari».‘Porcatelle’ politiche di questo genere e altro di peggio ancora.

La ‘autocrazia elettorale’ si arrende

Tre giorni fa il Parlamento Ue aveva definito l’Ungheria una «autocrazia elettorale», sentenza politica con 433 voti favorevoli e 123 contrari tra cui Lega e Fratelli d’Italia. Ora la Commissione europea propone un taglio del 65% ai ‘fondi di coesione‘ destinati al Paese di Viktor Orban: 7,5 miliardi di euro in meno e la sospensione dal Pnrr perché Budapest si ostina a violare lo stato di diritto, nonostante le promesse e gli impegni. Ora la resa di Budapest, salvo verifiche e furberie a sorpresa.

La resa: quasi tutto ma non tutto

«Il governo ha accettato le richieste della Commissione europea, o nelle aree in cui non potevamo accettarle siamo riusciti a raggiungere un compromesso soddisfacente per entrambe le parti», ha detto ai giornalisti, in attesa di verifica terza. «Nella riunione di oggi, il governo ha discusso di questi impegni e li ha approvati», ha affermato il ministro, aggiungendo che le nuove leggi entreranno in vigore a novembre. Poi la dialettica politica e cercare di attenuare l’impatto della resa. «Invece della sfiducia reciproca, la serie costruttiva di negoziati con la Commissione negli ultimi due mesi».

La linea dura della Commissione

La proposta dura al Consiglio: tagliare all’Ungheria 7,5 miliardi di euro dai ‘fondi di Coesione’ a causa della «sistematica violazione dei principi dello Stato di diritto». Una misura, invocata  per la prima volta, a tutela del bilancio dell’Unione. Il commissario europeo al Bilancio, Johannes Hahn, l’ha definita «una chiara dimostrazione della determinazione della Commissione a proteggere il bilancio dell’Ue e a utilizzare tutti gli strumenti a nostra disposizione per garantire questo importante obiettivo». La proposta era stata presa all’unanimità dai commissari riuniti in via straordinaria di domenica.

Basta Unione Bancomat a basta

La Commissione aveva proposto di sospendere il 65% dei fondi destinati a tre programmi operativi dei ‘fondi di Coesione’ destinati all’Ungheria, per un taglio di circa 7,5 miliardi di euro. L’ammontare complessivo di quei  fondi destinati a Budapest è di circa 22 miliardi di euro. A chi si lamentava che il taglio fosse stato, tutto sommato limitato, il severo commissario popolare austriaco al bilancio fa notare che «si tratta della stessa somma richiesta dall’Ungheria nel suo Pnnr».  Un danno consistente, tale da indurre a riflessioni l’ala più dura del regime di Orban.

Fidarsi è bene ma a volte è meglio di no

«Tutto sta in come procederà la stesura dei testi legislativi», dice un funzionario Ue all’Ansa. «Queste leggi entreranno in vigore entro novembre e così potremo concludere la procedura sul meccanismo di condizionalità per la difesa dei fondi». Il ministro della Giustizia ungherese, Judit Varga,  -politica di casa e orgoglio nazionale-,  ha assicurato che «il governo del premier Viktor Orban, continuerà a lavorare “affinché gli ungheresi abbiano i fondi che spettano loro».

I dettagli del dover fare

Ma torniamo al severo commissario austriaco e alle riforme richieste già da aprile su sull’applicazione del bilancio dell’UE. Cose pesanti:

  • irregolarità sistematiche e carenze negli appalti pubblici; insufficienze nell’affrontare i conflitti di interesse ai trust di interesse pubblico; 
  • carenze nello svolgimento delle indagini e delle azioni penali nei casi che coinvolgono fondi dell’Unione;
  • carenze nel quadro anticorruzione.
  • Insomma, una ruberia di fondi pubblici non impedita o almeno controllata, se non addirittura favorita per appartenenza politica.

Nuovi risultati da verificare a breve

A luglio, la Commissione ha informato l’Ungheria delle misure che sarebbero state proposte  al Consiglio. Ora resta solo l’attesa dei risultati assieme a quelle dei fondi per 7,5 miliardi. Una nuova Autorità di Integrità con ampi poteri ma soprattutto indipendente dalle formazioni politiche del governo;  la modifica del codice penale per consentire il controllo giurisdizionale delle decisioni dell’accusa (assoluzioni facili e telecomandate); rendere pubblico chi riceve finanziamenti dell’UE. Regole quasi banali, ma così non era.

Arricchimenti politici di regime

Gran finale, modifiche alla legge sugli appalti pubblici e riforma del sistema di dichiarazione dei beni per funzionari pubblici di ‘alto profilo’: «ministri, sottosegretari di stato, parlamentari». Prossima cronaca giudiziaria ungherese di grandi promesse.

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AVEVAMO DETTO

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