Praga prima piazza contro la guerra delle sanzioni con la Russia

Circa 70mila persone (dati della polizia) a Praga contro la Nato e le sanzioni imposte alla Russia che stanno colpendo, di ritorno, anche la loro economia già in forti difficoltà.
Repubblica Ceca, che avrà la prossima presidenza di turno Ue, ospiterà il vertice dei leader il 6 e 7 ottobre

Contro le sanzioni andata e ritorno

Cresce in Europa l’ostilità verso le sanzioni anti-russe. Non ci sono solo Matteo Salvini e i grillini in Italia a sollevare dubbi sulle sanzioni volute e attuate dall’Unione Europea. E non sto parlando del premier ungherese Viktor Orbàn, che si è apertamente schierato contro di esse.
In realtà i dubbi sono presenti in tutti i Paesi europei, inclusi quelli dell’Europa dell’Est. La gente comune, in pratica ovunque, s’interroga circa la loro reale efficacia ed esprime forti dubbi al riguardo.

Piazza San Vanceslao la prima

Certamente desta impressione vedere che più di 70.000 persone sono scese in strada a Praga protestando contro il governo conservatore ceco di Petr Fiala, che le sanzioni le ha approvate e messe in pratica.
Il luogo della protesta è lo stesso che vide i cechi ribellarsi all’invasione sovietica del 1969. Nella storica piazza San Venceslao lo studente Jan Palach si immolò per protesta dandosi fuoco.
E nella stessa piazza, nel 1989, Vaclav Havel iniziò la sua “rivoluzione di velluto”, restituendo ai cechi (e agli slovacchi che allora formavano un unico Stato) la libertà.

Solidarietà sì, ma non suicidio

Più di trent’anni dopo, quel sentimento anti-russo sembra superato dagli eventi. Anche se nessuno nega, almeno apertamente, la solidarietà all’Ucraina invasa, tutti si chiedono se tale solidarietà debba spingersi al punto di rischiare un inverno al freddo a causa del blocco delle forniture energetiche da parte di Mosca.
La folla in piazza San Venceslao ha risposto di no, chiedendo al governo ceco di ristabilire i canali di comunicazione con la Federazione Russa, e di cessare la demonizzazione di Vladimir Putin. Quest’ultimo è abilissimo a manovrare la leva del rifornimento energetico, e sa benissimo che alla gente comune interessano più i fatti concreti delle posizioni di principio.

Ripensamenti e dubbi diffusi

Non a caso sono parecchie le nazioni europee – Italia inclusa – dove è in atto un processo di ripensamento strisciante. E’ più importante l’indipendenza ucraina, o la casa adeguatamente riscaldata e le industrie che continuano a funzionare?
Per la maggioranza va scelta la seconda opzione, a costo di apparire cinici. Al Cremlino lo sanno e stanno manovrando per avere un maggior numero di governi europei non ostili alla Russia,
Quindi Salvini e il M5S stanno assumendo posizioni che in Europa diventano sempre più popolari. L’inverno incombe e le dure parole di Putin, che minaccia una crisi epocale, favoriscono un ripensamento generale. Anche perché la posizione della Ue sull’argomento è tutt’altro che chiara.

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