
Vistose crepe nell’attuale esecutivo dello Stato ebraico. Gadi Eisenkot, il generale che fa parte del Consiglio di guerra, assieme a Benny Gantz e al Ministro della Difesa, Yoav Gallant, apre un vero e proprio ‘fronte interno’. Lo ha fatto con un’intervista, concessa al popolare network televisivo ‘Channel 12’ e ripresa con grande evidenza dal quotidiano di Tel Aviv, Haaretz. «Il primo ministro Netanyahu sapeva, informato sia dall’esercito che dallo Shin Bet (il servizio di sicurezza n.d.r.) ed ha quindi una chiara responsabilità su quanto subito da Israele». Risposta alle esternazioni sempre più aggressive di Netanyahu, sempre più a destra per salvarsi politicamente e vincere di nuovo.
«Chi dice che c’è stata una distruzione delle capacità di Hamas nel nord della striscia sta dicendo la verità. Ma chiunque parli di sconfitta assoluta non sta dicendo la verità. Ecco perché non dovremmo inventare storie. Oggi la situazione nella Striscia di Gaza è tale che gli obiettivi della guerra non sono ancora stati raggiunti».
Eisenkot è un esponente di spicco del Partito di Unità Nazionale, assieme a Gantz, e da fiero avversario politico dell’attuale premier, il ‘supergenerale’ ha voluto rimarcare il contributo strategico, offerto dal nuovo Gabinetto di guerra. Un contributo che, secondo Eisenkot, è riuscito a fare evitare a Israele conseguenza terribili. «Abbiamo impedito una decisione molto sbagliata. Se avessimo attaccato in Libano – ha dichiarato – avremmo realizzato la visione strategica del leader di Hamas, Yahya Sinwar». La guerra generalizzata del mondo arabo contro Israele. Ma ha anche aggiunto che in Israele si dovrebbe tornare a breve a nuove elezioni, per valutare se gli elettori hanno ancora fiducia nel governo attuale.
«È necessario, nel giro di alcuni mesi, riportare gli elettori israeliani alle urne e tenere elezioni per rinnovare la fiducia, perché in questo momento non c’è fiducia».
Sulla questione degli ostaggi, Eisenkot è addirittura demolitivo, rispetto ai piani fin qui seguiti da Netanyahu e attuati dal ministro Gallant. In questo caso la spaccatura tra il background strategico del Likud e quello dell’opposizione, temporaneamente cooptata al potere, è particolarmente evidente. «È necessario dire, coraggiosamente, che non è possibile restituire gli ostaggi, vivi, a breve termine, senza un accordo», ha detto, criticando «chiunque cerchi di vendere fantasie al pubblico». Eisenkot ha quindi concluso dicendo che l’unica strada da percorrere al momento è una nuova tregua e un nuovo accordo con Hamas.
«Per me non c’è dilemma: per me la missione per salvare i civili arriva prima di uccidere il nemico. Il nemico può essere ucciso in seguito».
Nell’intervista, si è parlato anche di politica e sono stati toccati anche tasti dai dolorosi risvolti umani. Eisenkot, alla domanda se avesse immaginato un futuro, magari più importante per lui, ai vertici del suo Paese, ha risposto: «Ci sono regole in questo gioco e c’è qualcuno che ha fondato un partito ampiamente stimato dall’opinione pubblica». Si riferiva al suo alleato e leader Benny Gantz. Poi, sopraffatto dalla commozione, ha confessato al suo intervistatore che c’è stato un momento nel quale aveva persino sognato di fare il premier. «Ma ora non ha più importanza. Penso a come comportarmi dove mi trovo, nel mio lavoro. E penso alla mia famiglia».
Il generale Gadi Eisenkot ha perso, poco più di un mese fa, il figlio Gal, 25 anni. Caduto in combattimento nella Striscia di Gaza.
Netanyahu, poche ore prima, aveva detto in sostanza tutto l’opposto rispetto ad Eisenkot e soprattutto da quanto chiesto da Onu e dal mondo, Stati uniti compresi, sulla creazione di uno Stato palestinese autonomo nella Striscia di Gaza e in Cisgiordania nel prossimo futuro.
«In qualsiasi soluzione che potrà essere trovata nel prossimo futuro, con o senza un accordo, Israele manterrà il controllo su tutti i territori a ovest del fiume Giordano».