Piero Angela è riuscito a stupire anche andandosene, avendo anticipato che ‘La morte è una scocciatura’. Lui scocciato e molti addolorati, oltra ai familiari e agli amici stretti. Un diffuso rimpianto per un bel pezzo di Paese che con lui ha avuto la possibilità crescere attraverso una televisione decente in un Paese politico-culturale forse meglio frequentato. Ma se la morte ‘è una scocciatura’, figuriamoci come reagirebbe alle tante/troppe panacee che lo salutano. Quindi, per non essere gli ultimi coriferi, scegliamo di parlare più di Quark che di Piero Angela.
La prima puntata di Quark, seguita da 9 milioni di persone, andò in onda il 18 marzo del 1981. Come disse Angela nell’introduzione di quella prima puntata di Quark, «Viaggi nel mondo della scienza». Oltre duemila episodi complessivi, in oltre 40 anni, di Quark, Superquark e dei loro tanti derivati. La prima stagione di Quark andò in onda nella seconda serata del mercoledì (orari di allora) e fu di 18 puntate, della durata di 45 minuti. Proposta impegnativa per un pubblico più selezionato. Come sigla fu scelta l’Aria sulla quarta corda, di Sebastian Bach, in una versione jazz realizzata dal gruppo francese Swingle Singers.
Angela, non molti lo sapevano, era un pianista e un grande appassionato di jazz. «Le sigle musicali allora erano tutte trionfanti mentre io volevo dire: “calma, distendetevi”»
Quark proseguì per sette stagioni, dal 1981 al 1988, arrivando anche in prima serata con diverse aggiunte e integrazioni, nel corso degli anni, di trasmissioni speciali, nuovi formati o contenitori accomunati dal nome Quark. Superquark, la versione estesa a due ore del classico formato da un’ora di Quark, andò in onda per la prima volta il 27 gennaio del 1995 e da allora è proseguito, stagione dopo stagione, per oltre 300 puntate. Nel frattempo alle canoniche puntate settimanali di Superquark si sono aggiunte puntate speciali e monotematiche e diverse versioni del programma.
«Quarant’anni di scienza spiegata in soggiorno, il professore che sognavamo in classe. Per questo ci sembra di averlo conosciuto così bene, anche se in realtà era riservatissimo. Caratteristica comune a tutti gli Angela. A partire da Carlo, il padre, “giusto tra le nazioni”, medico antifascista che salvò decine di ebrei ricoverandoli nella clinica psichiatrica che dirigeva in Piemonte. Viaggiatore, visse in Francia e in Inghilterra e lavorò nelle foreste del Congo, prima di condurre un piccolo programma radiofonico di divulgazione scientifica». Così ne scrive Elvira Serra, autrice sul Corriere di una delle rare interviste concesse da Angela.
«Parte dal nonno Carlo il filo rosso che arriva ad Alberto, “ricercatore prestato alla televisione”, quel figlio di cui Piero Angela aveva registrato l’audio della nascita, lo stesso giorno in cui in Francia si votata il referendum per l’indipendenza dell’Algeria».
Famiglia piemontese di solida cultura laica gli Angela. Carlo Angela si laurea in medicina a Torino nel 1899. Medico in Congo, tornato in Europa, si specializza in neuropsicologia a Parigi. Dopo la ‘Grande Guerra’ Carlo Angela si affaccia alla politica, area socialista, nella fase confusa con Mussolini direttore dell’Avanti. Nel 1924 accusa Mussolini dell’omicidio Matteotti sulle pagine di “Tempi Nuovi”. Redazione messa a fuoco e il dottore costretto a spostarsi a San Maurizio Canavese, come direttore della struttura psichiatrica di ‘Villa Turina Amione’. È proprio all’interno dell’ospedale che Cerlo Angela trasforma ebrei in ‘ariani’ e persone sane in pazienti psichiatrici, e salva molti dalla deportazione nei campi di concentramento.
Torniamo all’attualità di altro antifascismo da non trascurare. Sulla pagina di SuperQuark l’ultimo messaggio di Piero Angela: «Carissimi tutti, penso di aver fatto la mia parte. Cercate di fare anche voi la vostra per questo nostro difficile Paese. Un grande abbraccio».