Germania in guerra, nazionalizzazioni gas e oscuramento. Solo questioni loro?

La Germania è stata colpita quasi mortalmente dalla crisi energetica successiva all’invasione russa dell’Ucraina. Il governo del Cancelliere Scholz ha varato un piano d’interventi, che vanno dal sostegno alle imprese e alle famiglie a un vero e proprio razionamento da tempo di guerra. Ma, ora, si comincia col segnale che, probabilmente, è quello decisivo per dare un’idea dell’estrema gravità della crisi: le nazionalizzazioni.

Gas privato e perdere, nazionalizzazioni di emergenza

Lo Stato tedesco ha scelto di rilevare la proprietà di “Uniper”, il gigante nelle mani della finlandese “Fortum”, che acquistava e distribuiva il gas russo in Germania. Sanzioni e guerra commerciale con Mosca hanno però causato un dissesto finanziario. “Uniper”, finora, ha perso qualcosa come 8, 5 miliardi di euro e l’amministratore delegato di “Fortum”, il finlandese Markus Rauramo, ha detto basta. Continuare a lavorare in Germania sarebbe stato un affare in perdita. Per cui, ha scaricato il problema al Ministro dell’ Economia, Robert Habeck: “vedetevela voi”. Il governo Scholz acquisterà 500 milioni di euro di azioni “Fortum” e inietterà altri 8 miliardi nella società, per garantirne il funzionamento. E siccome la lingua batte dove il dente duole, a Berlino si è saputo che sono già stati avviati ulteriori contatti per un altro costoso salvataggio: quello della società “VNG”. Habeck ha dichiarato che “la nazionalizzazione di Uniper è un passo necessario che aiuterà a garantire la sicurezza dell’approvvigionamento per la Germania”.

Prezzo spropositato ed errori passati

Tutto vero e necessario. Solo che viene fatto a un prezzo spropositato -valutazione di molti nel mondo economico-, e per sanare errori di politica energetica. Per rimediare, Scholz ha chiesto di studiare una “regolamentazione dell’uso dell’energia” che, in qualche risvolto ricorda una sorta di “militarizzazione sociale”. Le regole, secondo il ministro Habeck, consentiranno di risparmiare 11 miliardi di euro in 2 anni. Cioè, solo un po’ di più di quanto lo Stato ha speso per la nazionalizzazione di Uniper. Sospetto di una forzatura per dimostrare che c’è “uno sforzo collettivo”.

Oscuramento da guerra

Acqua fredda nelle piscine, edifici pubblici al buio, vetrine dei negozi spenti, “tetto” al riscaldamento anche in scuole e ospedali, strade al buio. Un’atmosfera più da Pyongyang che da Berlino. Vantaggi? Concretamente pochissimi. Psicologicamente tanti. Vogliono far “sentire” alla gente la guerra. Senza dichiararla, è ovvio. Quello che il Ministro Habeck non ha il coraggio di dire è che, dalla Riunificazione in poi, la Germania ha sempre avuto un rapporto privilegiato con la Russia. Politico e commerciale. Ha potuto fare scelte energetiche meno inquinanti o pericolose (limitando il carbone e il nucleare) solo perché Mosca le cedeva gas naturale a prezzi “amichevoli”. Lo stretto rapporto con Putin dura da lunga data ed è continuato, solidissimo, anche dopo l’annessione che l’autocrate ha fatto della Crimea nel 2014.

International Energy Agency

Secondo i dati IEA, l’International Energy Agency 2021, la Germania ha importato dalla Russia, in un anno, la bellezza di 56, 2 miliardi di metri cubi di gas naturale. Un rifornimento che le ha consentito di continuare, con il suo export, a reggere il passo della concorrenza sui mercati internazionali. In questa speciale classifica degli “amici di Putin”, che non conoscono né partiti né barriere ideologiche, visto l’arco temporale in cui si è espressa la collaborazione, rientra a pieno titolo l’Italia. Nel 2021, il nostro Paese ha importato dalla Russia 29,2 miliardi di metri cubi di gas naturale.

A parte le considerazioni morali di oggi, la valutazione che può essere data da qualsiasi esperto di geopolitica è che l’Unione Europea non ha mai avuto una programmazione strategica per l’energia. Per anni ci si è preoccupati, solo ed esclusivamente, delle quote del latte e dei pomodori o dell’assalto alla diligenza dei fondi comunitari. Oggi che le cose vanno male, si riscopre all’improvviso quella “solidarietà europea” che è mancata fino a ieri.

Articolo precedente

Assemblea Generale Onu. Nazioni Disunite

Articolo successivo

Nancy Pericolo pianta la Bandiera Usa sull’Armenia e il Caucaso ribolle

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Most Popular

Remocontro