La maggioranza del mondo che non pensa occidentale e la titolarità della pace

Quella cinese non voleva essere una vera proposta di pace: quella la decidono le parti in guerra. Ma era il prologo, le condizioni da cui partire per iniziare a parlarne. Mosca s’è complimentata, e persino Zelensky ha apprezzato, ognuno cercando nei principi citati quelli di sua maggior convenienza. Comunque un possibile punto di partenza. Ma poi arriva il No netto da parte Statunitense che si scopre ufficialmente parte belligerante a morti altrui, con l’Europa a traino, senza neppure porsi in dovere del dubbio rispetto ad altri interessi strategici Usa anti cinesi noti anche ai bambini.
A ‘bocce ferme’ un utile riassunto critico di Michele Marsonet,

Le paci delle vaghezze intelligenti

Molti si chiedono quale sia il significato del piano di pace che la Repubblica Popolare Cinese ha proposto per risolvere il conflitto ucraino. La domanda è legittima, poiché tale piano è estremamente/volutamente vago, e parte delle posizioni dei contendenti, gli invasori russi e gli ucraini invasi.
Sul campo nessuno, almeno finora, sembra disposto a fare concessioni. Vladimir Putin continua a considerare l’Ucraina uno Stato fasullo, che non ha alle spalle una sua vera storia ed esiste politicamente e militarmente solo grazie al sostegno occidentale (e americano in primis).
Mentre Volodymyr Zelensky continua a sognare una vittoria totale assai difficile da conseguire. Parla di liberazione del Donbass e della Crimea, e ha recentemente proposto di ridare alla Russia l’antico nome di ‘Moscovia’. Lasciando intendere che non vuole soltanto la vittoria militare, ma anche la dissoluzione della Federazione Russa.

Pericolosi desideri di rimbalzo

Tale desiderio è in piena sintonia con le tesi di alcuni ‘think tank’ polacchi vicini agli Usa, che sostengono apertamente la necessità, per conseguire la pace, di frantumare l’attuale Federazione Russa, trasformandola in una pluralità di Stati più piccoli, indipendenti e non legati da alcun patto federativo.
In tali condizioni il vaghissimo piano di Pechino serve a poco perché, per l’appunto, non considera le reali posizioni dei contendenti. Serve però alla Repubblica Popolare per dimostrare la sua presenza e il suo interesse per la soluzione della guerra. E serve anche a Putin perché il piano non menziona mai la Russia come Paese invasore, pur sottolineando che il diritto internazionale va rispettato.

La maggioranza di mondo che non pensa occidentale

Alcuni sostengono che un piano di pace vago è pur sempre meglio di niente, ed è anche vero nessun altro piano è stato presentato. Resta però il problema di capire quali siano i veri interessi cinesi.
In realtà la Repubblica Popolare è riuscita a conseguire un grande successo diplomatico facendo riavvicinare due nemici storici come l’Arabia Saudita sunnita e l’Iran sciita, attraendoli entrambi nella sua sfera d’influenza e staccando la prima dagli Stati Uniti. Ha quindi interesse a mantenere forti legami con Mosca, poiché questo le consente di perseguire quel nuovo ordine mondiale che tanto Putin quanto Xi Jinping hanno in testa

La questione planetaria dell’Impero americano

Si tratta di un ordine che prevede il ridimensionamento dell’influenza Usa nel mondo, o addirittura la loro espulsione dall’area del Pacifico. Di qui i frequenti paragoni tra l’Ucraina e Taiwan. Quindi il piano di pace cinese serve a ‘marcare il territorio’, e pure a mostrare che il ruolo di Pechino è ormai centrale in ogni scacchiere della politica internazionale.

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