Il giudice elettorale Usa che può decidere le sorti di una democrazia

Nuovo Presidente e diritto all’aborto nelle mani di un giudice del Wisconsin

37 milioni di dollari nella campagna elettorale per il giudice alla corte suprema del semi sconosciuto Wisconsin. Questo strategico stato del midwest settentrionale potrebbe giocare un ruolo determinante nelle contestazioni giudiziarie per l’elezione del prossimo presidente e per la tutela del diritto all’aborto negato in molto Stati ultra conservatori. Notizia e analisi di Luca Celada da Los Angeles sul Manifesto, da non perdere.

‘Swing state’

Il Wisconsin è uno ‘swing stat’e da decenni, uno stato cioè che alterna vittorie democratiche a maggioranze repubblicane. Midwest settentrionale, con meno di sei milioni di abitanti, noto per il formaggio e per la squadra di football di Green Bay.Qui ai primi del Novecento ebbe una storia importante il movimento sindacale. «Milwaukee ha avuto ben tre sindaci socialisti, l’ultimo insediato nel 1948, quando al Congresso lo stato era però rappresentato da uno dei senatori più spietatamente reazionari di sempre, l’anticomunista viscerale Joseph McCarthy».

Nelle ultime presidenziali in Wisconsin, Biden è prevalso su Trump per poco più di 20.000 schede (lo 0,64% del voto). Vi fu un ricorso repubblicano respinto e lo stato rimase uno dei 25 della coalizione Biden.

Elezione diretta dei togati dei massimi tribunali

Venticinque sono anche gli stati in cui è in vigore l’elezione diretta dei togati dei massimi tribunali, ed è questa l’elezione diventata improvvisamente fra le più seguite d’America. Per una delle sette poltrone del tribunale (le elezioni sono scaglionate) si affrontano la magistrata democratica Janet Protasiewicz e il conservatore Dan Kelly, ognuno dei quali rappresenterebbe il voto decisivo. E le prossime sentenze della corte saranno determinanti ad esempio per il futuro dell’aborto nello stato che attualmente ha un governatore democratico ma una super maggioranza repubblicana in parlamento.

Dopo la sentenza che nel 1973 legalizzò l’aborto negli Usa da parte della corte suprema nazionale, in Wisconsin è automaticamente rientrata in vigore la legge del 1849, che prevede il divieto assoluto di abortire. Il tribunale dovrà ora giudicare le querele sporte per ripristinare questo diritto.

L’aborto come clava

È una situazione che si riproduce in decine di altri stati in cui amministrazioni della nuova destra populista stanno prendendo di mira molteplici diritti che sembravano acquisiti da decenni: dal diritto di voto a quelli di minoranze e persone LGBTQ, ma anche su sistema sanitario e istruzione pubblica assieme a un diffuso revisionismo storico. È un quadro che ingigantisce il rilievo ‘politico’ del sistema giudiziario e dei tribunali federali, un ramo di governo dove sempre più spesso vengono risolte le ultime istanze.

Non per niente il progetto conservatore degli ultimi anni ha specificamente preso di mira le nomine ai tribunali nell’ottica di respingere gli eventuali e inevitabili ricorsi.

26 Stati repubblicani

Con 26 stati dell’Unione controllati dai repubblicani, l’importanza dei tribunali – e la loro composizione politica – è quindi sempre più determinante come strumento politico. E l’elezione diretta dei giudici, da molti criticata, rappresenta in definitiva un sistema che lo riflette in un certo senso più onestamente. Come dimostra l’’attenzione che si è concentrata sull’elezione in Wisconsin (per i due candidati togati è stata spesa una cifra record complessiva di 37 milioni di dollari, raccolti in campagne nazionali dei due partiti), le ricadute potrebbero essere fondamentali anche a livello nazionale.

‘Gerrymandering’, circoscrizioni col trucco

La giurisdizione della corte si estende al ‘gerrymandering’ (la determinazione delle circoscrizioni elettorali che nel sistema uninominale possono a loro volta influire sulla composizione del collegio elettorale e quindi spianare la strada al prossimo presidente). Se alle prossime presidenziali del 2024 dovesse poi ripetersi uno scenario sul filo di lana come tre anni fa, sarebbero assicurati nuovi ricorsi e eventuali sentenze definitive in materia potrebbero essere nuovamente di competenza della corte suprema statale – e della maggioranza “politica” che vi siede.

In Wisconsin, e in molti altri tribunali statali e federali, è insomma sempre più in gioco il futuro democratico del paese, conclude Celada. Ben strano Paese, aggiungiamo noi

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