Comincio l’anno ponendo la questione significativa dell’anarchico Alfredo Cospito sepolto in un cubicolo di cemento, isolato dal mondo, affossato con un ergastolo ostativo e l’applicazione feroce del 41-bis in un regime carcerario che farebbe spavento in qualunque paese repressivo, figuriamoci in un paese che si dice democratico come l’Italia. È il primo anarchico a cui viene applicata questa discutibile bruttura giuridica pensata nella lotta alla mafia.
Cospito per tecnicismi assurdi sta scontando un ergastolo ostativo per un attentato di 16 anni fa che non provocò né morti né feriti. Il carcere duro è dovuto al fatto che, secondo le accuse, dalla cella scriveva articoli che incitavano gli anarchici “a continuare la lotta contro il dominio, particolarmente con mezzi violenti ritenuti più efficaci”, ha spiegato giustificando l’applicazione del 41-bis la ministra della Giustizia dell’epoca, Marta Cartabia.
Uno potrebbe pensare a messaggi occulti, mandati in forma segreta o nascosta… no, i testi di Cospito apparivano sulle riviste anarchiche. Quindi, come sottolinea il suo avvocato, bastava un controllo sulla corrispondenza o un provvedimento sullo specifico eventuale reato. C’era bisogno di privarlo dei sui diritti umani minimi?
Ora quest’uomo, comunque, sta facendo uno sciopero della fame da più di 80 giorni. È in condizioni gravissime. E la sua vita è in attesa che la Corte costituzionale stabilisca o meno se la “tenuità dei fatti” possa essere applicata nel giudizio, come logica vorrebbe, per togliergli l’ergastolo. Vedremo. Ma intanto credo che sarebbe bello ci fosse un’opposizione forte e capace di sollevare pubblicamente i temi dell’ingiustizia, di cogliere l’importanza democratica del fatto che il carcere non è vendetta personale contro chi la pensa in modo difforme. E che i diritti umani, in una democrazia, vadano applicati e non solo sbandierati quando non riguardano le nostre efferatezze.
Non penso, né ho mai pensato, che le bombe siano utili alla causa della giustizia sociale. Sono contrario alle guerre, detesto i costruttori di armi e i loro tirapiedi politici. Non condivido Alfredo Cospito, ma è un essere umano e sarebbe triste morisse in un cubicolo di cemento. Una democrazia deve saper produrre leggi giuste e applicarle senza cadere nella trappola del giustizialismo e della crudeltà.
Voglio aggiungere, al di là della vicenda specifica, che si percepisce un vento di barbarie che a dire il vero precede anche l’azione di quest’ultimo governo. Vedo un clima di crescente allarmismo, di terrore da diffondere mediaticamente a secchiate verso chi la pensa in modo differente e si batte – con una disobbedienza civile talvolta necessaria – per difendere quei principi di giustizia e di rispetto per i nostri figli e per il futuro che dovrebbero essere patrimonio universale di chi crede nella democrazia.
Invece la società si sta popolando di osservatori critici e repressivi del dito che indica la luna dell’ingiustizia. Ecco, tornando alla prima frase del testo. Una democrazia ha senso se c’è chi si oppone in modo serio e costruttivo, non nei salottini eleganti o nelle sfidarelle tra correnti per difendere gli spiccioli del potere residuo.