La nuova ‘cortina di acciaio’ tra Russia e Occidente oltre il Donbass

Al Cremlino la cerimonia di annessione dei territori del Donbass alla Federazione russa. La politica come recita dopo una consultazione definita «farsa» da tutti i Paesi occidentali svolta sotto il rigido controllo delle truppe di occupazione. Ma c’è ben altro attorno e dietro.

Putin con i governatori del neo Donbass russo

Tra l’apparire e l’essere

«Non vogliamo un ritorno all’Urss» promette Putin ma in molti invece lo vorrebbero. «Kiev rispetti la volontà popolare, cessi il fuoco e torni al tavolo del negoziato, noi siamo pronti» ha scandito in finale di celebrazione. Una volontà di attenuare il conflitto che per Mosca, sul piano militare è a rischio disastro?

L’Occidente nemico

Il capo del Cremlino si è poi rivolto all’Occidente: «Ha cercato e sta cercando una nuova occasione per indebolire e distruggere la Russia, sono ossessionati dall’esistenza di un Paese così grande che ha riconquistato il suo posto nel mondo dopo i tragici anni ‘90, quando nel Paese la gente moriva di fame».

L’espansionismo della Nato

Quello dell’Occidente secondo Putin «è un delirio, un inganno vero e proprio; le promesse di non espansione della Nato erano menzogne. Con queste regole false la Russia non ha intenzione di vivere. Ci vogliono ridurre a una colonia: non ci parlino di democrazia». E infine la frase definitiva: «La fine dell’egemonia occidentale è irreversibile».

Arma nucleare e ‘sabottatori anglosassoni’

Sulla possibilità di fare ricorso alla arma nucleare, il presidente russo ha ricordato che «sono stati gli Usa a sganciarla, per due volte, in Giappone: loro hanno creato il precedente». E poi un accenno alle falle che hanno colpito il gasdotto Nord Stream: «È chiaro a tutti a chi conviene il sabotaggio», e poi un’accusa più precisa con promessa di riscontri: «Gli anglosassoni dietro le esplosioni» con Londra nel mirino.

Carta di Laura Canali

La guerra del Baltico

«Il sabotaggio dei gasdotti Nord Stream 1 e 2 nei pressi dell’isola di Bornholm (Danimarca), di cui è ancora ignoto il responsabile, è solo l’ultimo esempio di violento disaccoppiamento delle sfere di influenza nello spazio terracqueo tra Artico e Baltico», sottolinea Limes.

Geopolitica

Norvegia, Finlandia, Estonia, Lettonia, Lituania e Polonia [sulla carta di Laura Canali arancione] sono i paesi della Nato − o in procinto di farne parte – a condividere i confini con la Federazione Russa [viola]. Dunque a temere azioni militari dirette o non lineari (ibride) sul proprio territorio. Le tre piccole repubbliche baltiche (Estonia, Lettonia, Lituania) temono più di altri l’assertività di Mosca, pur ospitando rispettivamente a Tapa, Ādaži e Rukla basi di pertinenza Nato [stelle azzurre].

Accoglienza sì, ma non troppo

Si sono affrettate a bloccare le frontiere per impedire l’afflusso di migliaia di cittadini russi in fuga dalla mobilitazione decisa dal presidente Putin, sebbene in possesso di visti validi in tutto lo spazio Schengen. Il timore di Tallinn e Riga è che l’accoglienza di disertori russi possa rivoluzionare i rapporti demografici e interetnici interni con rischi per la sicurezza. Un quarto della popolazione di Estonia e Lettonia è infatti di origini russe.

Finlandia nella Nato e altre minacce alla Russia

«L’ingresso della Finlandia nella Nato – non ancora formalizzato – angustia parecchio la Federazione Russa», sottolinea Mirko Mussetti. Il confine tra i due paesi costituisce il tratto terrestre più lungo della cortina di acciaio, ora potenzialmente militarizzabile dagli Stati Uniti. Il superamento finlandese dello status di paese neutrale impensierisce Mosca anche per l’isolamento della penisola di Kola, dove sorge la più grande città del mondo a nord del Circolo polare artico: Murmansk. Il capoluogo affacciato sul Mare di Barents ospita installazioni di sottomarini nucleari, ordigni atomici e basi navali/aeree da cui partono incursioni per testare le difese dell’Alleanza Atlantica.

Le isole norvegesi Svalbard

«Le Isole Svalbard, appartenenti alla Norvegia, giocano un ruolo fondamentale nel contenimento della proiezione artica della Russia. Mentre le isole Bornholm (Danimarca), Öland e Gotland (Svezia) costituiscono la “collana di perle” baltica [rosso] per strangolare l’exclave russa di Kaliningrad, incastonata tra Polonia e Lituania. Anche in quest’area sono frequenti le incursioni aeronavali russe [frecce nere]».

Polonia eterna nemica russa

La Polonia bastione nordico dell’Alleanza Atlantica e principale alleato degli Stati Uniti nel fronte antirusso. Varsavia ha un peso notevole nella contesa tra Washington e Mosca anche per il ruolo che può avere nel controllo della Bielorussia e dell’Ucraina, attualmente contese in maniera diversa [linee oblique giallo-verdi].

Il grande paese baltico ospita numerose basi militari a uso degli Stati Uniti. Tra queste spicca Redzikowo, sede dello scudo missilistico della Nato Aegis Ashore.

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