I nuovi aiuti militari all’Ucraina. Sostegni e problemi, anche italiani

Nuove armi e veicoli corazzati, missili antiaerei e stanziamenti in denaro presentati come ‘una svolta’ nel supporto bellico fornito fino ad oggi a Kiev. «Al di là delle dichiarazioni e dei numeri, non mancano perplessità e riserve», annota invece Gianandrea Gaiani in Analisi Mondo. E basta guardarsi in casa dove il ministro degli esteri Tajani, esponente di Forza Italia, frena e avvisa che «Il sesto pacchetto di difesa è ancora da perfezionare, e non ci sarà alcun invio prima di un’informazione al Parlamento». In discussione, in particolare, l’invio di sistemi di difesa aerea che si basano su tecnologie congiunte fra Roma e Parigi.

Il Pentagono di corsa prima del Congresso

Pentagono ha svelato la composizione del pacchetto di oltre 3,1 miliardi di dollari di ‘capacità militari’ per l’Ucraina. «La guerra in Ucraina è a un punto critico in questo momento, e dobbiamo fare tutto il possibile per aiutare gli ucraini a continuare a resistere all’aggressione russa», ha detto Laura Cooper, vice segretario aggiunto alla difesa per Russia, Ucraina ed Eurasia, sapendo che nel nuovo Congresso non tutti la pensano così. Si tratta di 2,85 miliardi provenienti dal prelievo di attrezzature dalle scorte delle forze armate a cui si aggiungono ulteriori 225 milioni di dollari stanziati nel programma Foreign Military Sales.

Armamenti Usa da 3,75 miliardi di dollari

L’elenco riportato da Analisi Difesa è dettagliato al proiettile, e non sono armamenti di poco conto. L’annuncio principale riguarda i 50 veicoli da combattimento Bradley M2-A2. Non si tratta dei ‘carri armati’ annunciati da molti media occidentali ma è la prima consegna a Kiev di mezzi corazzati da combattimento di produzione occidentale, se si escludono le diverse varianti degli M113 forniti già dall’estate scorsa da molte nazioni NATO. I Bradley sono sufficienti ad equipaggiare un battaglione di fanteria meccanizzata e sono già presenti in Europa, assegnati ai reparti dell’US Army con base nel Vecchio Continente.

La lettura politica

«Queste capacità integreranno e lavoreranno con l’ampliamento dell’addestramento condotto dagli Stati Uniti a partire da questo mese, che rafforzerà la capacità dell’Ucraina di condurre manovre congiunte e operazioni combinate», ha affermato la vice segretario aggiunto alla difesa Laura Cooper. «Faremo in modo che l’Ucraina disponga sia delle attrezzature che delle competenze necessarie per sostenere i suoi sforzi per respingere l’aggressione russa». Sicuramente l’Ucraina nuova superpotenza militare europea.

Tempi di consegna

I tempi di consegna potrebbero anche essere brevi ma non i tempi di addestramento all’impiego e alla manutenzione degli M-2 Bradley da parte di tecnici, equipaggi e meccanici ucraini. E qui scatta uno dei timori chiave di parte occidentale: i tempi da qui alla scontata campagna russa di primavera con massimo di potenziale militare di Mosca in campo.

Berlino dopo travagli ed esitazioni

Anche Berlino, dopo mesi di dibattito, ha sciolto le riserve accettando di consegnare all’Ucraina entro marzo -sempre la ‘campagna di primavera’. 40 cingolati da combattimento per la fanteria Marder, da tempo radiati dai ranghi dell’esercito tedesco in fase di sostituzione con i nuovi Puma. Ma anche per quel ‘usato sicuro’, servirà l’addestramento di otto settimane. La Germania ha inoltre accettato di fornire a Kiev anche una batteria di missili da difesa aerea a lungo raggio Patriot, che si aggiungerà a quella già offerta dagli Stati Uniti.

Una fornitura che il mese scorso era stata oggetto di forti pressioni polacche sul governo tedesco. Anche per i Patriot tedeschi i tempi per addestrare le forze ucraine al loro impiego richiederanno però diversi mesi.

Francia

Il presidente francese Emmanuel Macron ha confermato il prossimo invio in Ucraina di ‘veicoli corazzati da combattimento leggeri’, già annunciato con una telefonata a Zelensky. Non è stato specificato il numero di AMX-10RC che verranno consegnati ma è presumibile si tratti di una quarantina di unità che ‘l’Armèe de Terre’ sta rimpiazzando, veicoli in servizio fin dagli anni ’80 e operativi in circa 250 esemplari , in via di sostituzione con il nuovo blindato EBRC Jaguar di cui sono stati consegnati finora 38 esemplari.

Italia

Torniamo il ministro degli Esteri e vicepremier, Antonio Tajani, che in un’intervista al Corriere della Sera lascia trapelare di un accordo con Parigi sui sistemi di difesa aerea ‘SAMP/T’ di cui Italia e Francia si appresterebbero a fornire a Kiev una batteria ciascuno. Scelta onerosa (700 milioni ogni batteria) e militarmente sofferta, con tempi di addestramento del personale ucraino che potrebbero rivelarsi lunghi. Forse più lunghi della guerra stessa, come sarebbe da augurarsi.

Valutazioni tecnico militari

«In un conflitto che impone gravi perdite anche ai mezzi impiegati, tra distrutti, danneggiati e usurati, l’esercito ucraino non può riuscire a far fronte all’incubo logistico, addestrativo e di comando e controllo che deve affrontare gestendo così tante tipologie di armi e mezzi di tipo occidentale come di tipo russo/sovietico», l’impietosa analisi tecnico militare.

Arsenale pasticciato e usato allo spreco

«Gestire logistica, manutenzioni e riparazioni di una così vasta e variegata tipologia di sistemi d’arma sarebbe arduo anche in condizioni di pace», precisa Gaiani, «ma farlo nell’attuale situazione dell’Ucraina, dove la distruzione delle infrastrutture industriali ed energetiche è divenuta capillare, significa accettare che l’operatività dei diversi sistemi d’arma resta limitata nel tempo e nei numeri costringendo a utilizzare diversi esemplari per la cannibalizzazione», i pezzi di ricambio. In questa situazione, 50 Bradley, 40 Marder e AMX-10RC rappresenteranno davvero un salto di qualità per le forze ucraine diventando operativi in tempi lungo e nel dubbio per tempo lo resteranno?

Difesa aerea, problema del personale

Le offensive russe che colpiscono in profondità mirano soprattutto ai centri di difesa aerea e a far consumare molti missili al nemico, spiegano gli addetti. E l’arrivo dei più sofisticati e costosi SAMP/T, «potrà avvenire in tempi rapidi solo impiegando personale occidentale». E qui si scopre la secretata questione politica: militari italiani mandati in zona di guerra a sparare missili ‘Aspide’ contro aerei russi? In realtà e in gran segreto una batteria SAMP con i suoi italiani addetti aveva operato nel 2016 su fronte siriano a difesa della Turchia, ma era Paese e vincolo Nato.

Guerra alla Russia a fare da bersagli?

Militari italiani in Ucraina, operativi contro gli attacchi aerei e missilistici russi, e quindi bersagli per Mosca, senza nessun vincolo di alleanza e nessuna dichiarazione di guerra? Un esorbitante rischio militare, una scelta politico diplomatica decisamente azzardata, e un sacco di leggi su cui litigare, senza dover arrivare sino alla Carta Costituzionale.

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