Turbolenze in Moldova e rischio Transnistria da più parti

Il nuovo primo ministro della Repubblica Moldova Dorin Recean in Romania nella sua prima visita ufficiale all’estero. La visita il 1° marzo, giorno in cui in entrambi i paesi ‘rumenofoni’ si celebra ‘mărțișor’, festa popolare di inizio primavera. Forse è un caso, o forse la voluta valorizzazione dei legami culturali (nazionali per gli unionisti) tra i due paesi sottolinea Limes, di cui usiamo la mappa con le immagini distorte dal formato. Moldova, la storica Bessarabia, con la piaga interna del territorio separatista filorusso della Transnistria.

La Moldova dalla Romania

La Moldova, con gravi tensioni interne, alla ricerca di sostegno per affrontare le difficoltà che la separano dalla sperata adesione all’Ue, dalla emancipazione dal gas russo, e della fine della guerra in Ucraina che incombe ai suoi confini. Tra Bucarest e Chișinău un ‘partenariato strategico bilaterale’, che, nella crisi attuale, poco garantisce nelle sfide alla sicurezza e agli squilibri economici -crisi energetica, inflazione alle stelle- causati dal conflitto in Ucraina.

Proteste e ‘aggressione ibrida’

Sulle proteste che in questi giorni scuotono la Moldova, i due primi ministri hanno parlato di «aggressione ibrida», alludendo a un coinvolgimento diretto degli apparati della Russia. Finora la Romania (Paese Nato), ha contribuito a tamponare le carenze energetiche e ad alleviare la crisi finanziaria della piccola repubblica. Ma la crisi degli idrocarburi e l’inflazione galoppante sono alla base del vasto malcontento popolare nella «provincia romena d’oltre-Prut», come viene chiamato da molti rumeni quel territorio della storica Bessarabia.

I fatti a lettura Nato

Secondo Bucarest/Nato, i disagi tra le fasce più deboli della popolazione, potrebbe essere sfruttato dai partiti d’opposizione filorussi (Șor in primis, definito con azzardo politico dalla presidente moldava Maia Sandu «organizzazione criminale») e da ‘agenti provocatori moscoviti’ per generare tumulti e rovesciare il governo occidentalista di Chișinău. La neutralità della Repubblica Moldova è sancita all’articolo 10 della Carta costituzionale che vieta truppe straniere -anche amiche-, sul proprio territorio.

Una sola minaccia ai confini?

Con le truppe dell’Ucraina che presidiano il confine orientale della Transnistria (regione separatista filorussa della Moldova) e le milizie di Tiraspol (capitale) che temono un nemico ben più forte coordinandosi pur contando sui ‘peacekeeper’ russi che hanno in casa. Ma a Chișinău e Bucarest i timori sono molti, e diretti in diverse direzioni.

Il tesoro armato facile da rubare

A Cobasna/Kolbasna (distretto di Rîbnița, Transnistria), a soli due chilometri dal confine con l’Ucraina, c’è il più grande deposito di munizioni d’origine sovietica dell’Europa centro-orientale. Oltre 20 mila tonnellate, di armi ed esplosivi forse in parte scadute. Una enormità che, per gli specialisti, se esplodesse genererebbe una deflagrazione paragonabile a quella della bomba di Nagasaki (15 chilotoni).

Per tale ragione, il direttore generale di Roscosmos e già veterano della guerra di Transnistria del 1992 Dmitrij Rogozin ha descritto come «massacro colossale» un eventuale tentativo dei «banderisti ucraini» [testuale da Limes], gli ultranazionalisti che si richiamano al discusso personaggio Stepan Bandera, di impossessarsi delle armi che lì sono stoccate ma anche difese.

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AVEVAMO DETTO

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