Italia Saudita, e non solo per il calcio e Mancini

Anche se, forse, non tutti se ne sono accorti, gli spettatori italiani hanno da un po’ di tempo l’opportunità di vedere in diretta le principali partite del campionato di calcio dell’Arabia Saudita. Qualcuno forse sorriderà, ma trattasi di cosa seria.

Da Ronaldo a Mancini, palloni d’oro massiccio

Grazie alla sua potenza economica e agli stratosferici profitti della sua compagnia petrolifera di stato, la ‘Saudi Aramco’, Riad ha fatto incetta di celebrità pallonare in Europa e Sud America. Se volete vedere i gol di Cristiano Ronaldo, per esempio, non avete scampo. Dovete sintonizzarvi sul campionato saudita dove ora giocano lui e tanti altri campioni.
Per non parlare della discussa operazione che ha portato in Arabia pure il CT azzurro Roberto Mancini. L’ex idolo sampdoriano si è giustificato adducendo il peggioramento dei rapporti con la nostra Federazione. Tuttavia tutti hanno capito che il motivo è, se vogliamo, più banale, e va ricondotto agli emolumenti principeschi che gli arabi gli hanno garantito.

‘Sportwashing’ per ripulirsi da ben altre vergogne

Come nel caso dei campionati mondiali organizzati in Qatar, siamo in presenza di un’operazione di ‘sportwashin’ per recuperare reputazione compromessa da ben altre condotte illecite. Riad, proprio come Doha, intende ripulire la propria immagine internazionale ricorrendo allo sport più popolare, il calcio, cercando così di far dimenticare cosette come il mancato rispetto dei diritti umani e il trattamento subordinato – per usare un eufemismo – riservato alle donne.
Ma i sauditi non si limitano a questo e pensano in grande. Hanno capito che l’Italia offre vantaggiose possibilità di cooperazione la quale, però, vista la disparità di potenza economica tra i due Paesi, rischia di trasformarsi nella sudditanza nostra nei confronti di Riad.

1200 azienda arrolate e non fare calcio

E infatti i sauditi hanno subito approfittato dell’occasione loro offerta dal ministro Urso. 1200 aziende nostrane si sono riunite a Milano per trovare il modo di implementare i rapporti commerciali con il Medio Oriente in generale, e con l’Arabia Saudita in particolare.
Riad non vuole più essere soltanto un fornitore di energia, pur continuando a svolgere questo ruolo. Vuole anche sfruttare il ‘Made in Italy‘, molto popolare da quelle parti, e sta invitando le aziende saudite a investire nel nostro Paese. Si tratta indubbiamente di una buona notizia, che allinea l’Italia ai più tradizionali partner commerciali dei sauditi quali Usa, Regno Unito e Germania.

Made in Italy-Saudy, o Saudy-Italy?

L’impatto sulla nostra economia potrebbe essere notevole. A patto, però, di trascurare i discorsi sui diritti umani e di obliterare le scabrose vicende che hanno visto protagonista il principe ereditario Bin Salman. Si vedrà ora, se il nostro mondo politico adotterà un approccio realistico, o se vorrà insistere sui diritti umani mettendo a rischio l’operazione.

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