Secondo i dati forniti da Oryx, una società di intelligence ‘open source’, che lavora per il governo svizzero, i reparti blindati di Putin lasciano sul terreno almeno 150 carri armati al mese. Un numero altissimo, la cui consistenza può essere spiegata solo proponendo diverse riflessioni. Innanzitutto, i mezzi impiegati sono perlopiù vecchi T-72 riciclati, privi di tecnologie di ultima generazione e vittime, quasi predestinate, dei missili anticarro ucraini. Si tratta, in pratica, di fondi di magazzino, che per urgente necessità vengono ‘ricondizionati’ e mandati allo sbaraglio, sul campo di battaglia.
La versione ‘B3’, con un maquillage veloce fatto di nuove mitragliatrici, corazze ‘reattive’ e sistemi di comunicazione digitali, però, a causa delle sanzioni, non può essere equipaggiata con materiali di qualità.
Anzi, a sentire ‘The Economist’, i vecchi tank sono addirittura restaurati con due sistemi ‘fai-da-te’: il primo è quello consueto della cosiddetta ‘cannibalizzazione’. I pezzi ancora buoni da un carro armato fuori uso a un altro. L’altro metodo -The Economist dixit giocando sull’equivoco-, prevede pezzi di ricambio minimi ovunque reperibili e utilizzabili, compresi elettrodomestici di casa. In questo caso, si va a caccia, prima di tutto, di microchip e poi di tutto il resto, oltre al normale riciclaggio industriale di tutto il resto. Utile contemporaneamente sapere che La Russia ha un’altra linea di carri, modernissimi e potenti, i T-90, ancora pochissimi in linea, e utilizzato col contagocce.
Le perdite sono state enormi per tutti, da sempre e in ogni guerra, parte degli inganni chiave contro il nemico (minimizzare le proprie, moltiplicare quelle altrui). Fonti ucraine parlano di 3250 tank russi eliminati ed è una evidente ‘sparata’ propagandistica. La già citata Oryx si ferma a 1700 (‘open sorce’ quali?), mentre l’Istituto internazionale per gli studi strategici certifica la distruzione di almeno 1000 T-72. Comunque e certamente, perdite di mezzi corazzati armati decisamente importanti. Altra fonte a stupire, la ‘Novaja Gazeta’, voce del poco di opposizione russa che resiste, secondo cui la Russia riesce a produrre soli 20 nuovi carri al mese. Dubbi ma con molti dettagli in attesa di verifica. Una sola grande fabbrica in attività, la ‘UralVagonZavod’, inaugurata (e voluta) nientemeno che da Stalin. L’impianto sfornava i mitici T-34 che resistettero alle panzerdivisionen hitleriane.
Sllora, i tank erano solo scatole d’acciaio coi cingoli, mentre oggi sono un concentrato di raffinata tecnologia. E i T-90 di oggi, o i T-72 B3, hanno bisogno di cura, tempo, eccellenti materiali e operai superspecializzati, per essere costruiti. A prendere per buoni il dato di Novaja Gazeta, di 20 nuovi carri armati prodotti al mese, se ne possono aggiungere (al massimo) un’altra settantina ‘riciclati’, riparati e nuovamente operativi. In definitiva –valutazione tecnico militare extra giornalistica-, con questo andamento presunto di perdite, la Russia dovrà presto mettere in campo e rendere bersagli i suoi preziosi (e costosi) T-90 che, proprio per le loro dotazioni elettroniche e la raffinata tecnologia utilizzata, sarà molto difficile rimpiazzare.
A meno che i suoi alleati (Cina, Corea del Nord, Iran), i non allineati (India, diversi Paesi arabi), e il contrabbando internazionale non aiutino Mosca a trovare pezzi di ricambio e semilavorati ad alto valore aggiunto. Intendiamoci, le stesse difficoltà produttive esistono in Occidente, ma per motivi diversi. E comunque, Stati Uniti ed Europa possono riconvertire i loro impianti, da usi civili a fabbriche di blindati, in un lasso di tempo ragionevole. Rifornendo l’Ucraina. Il problema per quanto di credibile è possibile conoscere, Economist compreso, sarebbe un altro.
«Con il protrarsi del conflitto è probabile che la Russia veda la sua dotazione di carri armati diminuire costantemente, sia in quantità che in qualità». Una lunga guerra convenzionale, insomma, potrà essere combattuta da Mosca solo fino a un certo punto. Poi, dovrà decidere -lettura giornalistica britannica-, tra ritirata o ‘utilizzare altre armi’. E sventolano il fantasma nucleare.