La Corte dell’Aja e il mandato di cattura contro Putin

La Corte penale internazionale, con sede all’Aia. Stato giuridico e poteri confusi e spesso raccontati a convenienza delle parti. La Corte ha competenza complementare a quella dei singoli Stati, e può intervenire solo se gli Stati non possono (o non vogliono) agire per punire crimini internazionali.
La Corte penale internazionale non è un organo dell’ONU e non va confusa con la ‘Corte internazionale di giustizia’ delle Nazioni Unite, anch’essa con sede all’Aia ma rifiutata praticamente da tutte le ‘Grandi potenze’ (Stati Uniti, Cina, Russia).
Diventata nota nella gestione giudiziaria del dopo guerre balcaniche, la Corte è stata spesso oggetto di forti critiche rispetto alla ricerca oggettiva dei crimini commessi da tutte le parti in guerra. L’attualità con Michele Marsonet

‘Atti simbolici’ a forzatura di parte

La Corte Penale Internazionale de L’Aja ha preso una decisione e che ha suscitato grande scalpore, con molto incerti effetti concreti. Ha infatti emesso un mandato di cattura internazionale nei confronti del presidente russo Vladimir Putin.
Teoricamente il presidente russo potrebbe essere arrestato in uno dei tanti Paesi (oltre 100) che riconoscono la Corte olandese. Una decisione forte, per i crimini commessi dalle truppe di Mosca in Ucraina. La stessa accusa per Milosevic, leader serbo, morto in carcere prima di una sentenza di colpevolezza. , Per Putin, in particolare, l’accusa di deportazione in Russia di bambini della nazione invasa.

La relativa autorità della corte

Moltissime sono le nazioni che riconoscono l’autorità della Corte, ma è quanto meno curioso notare che tra esse non figurano gli Stati Uniti, la Repubblica Popolare Cinese, l’Ucraina e la stessa Federazione Russa. Com’era lecito attendersi le reazioni al mandato di cattura sono variegate e non certo unanimi. L’entusiasmo negli Usa non è completo, dal momento che molti esponenti dell’opposizione repubblicana, ivi incluso Ron DeSantis, manifestano dubbi circa l’appoggio completo all’Ucraina del presidente Biden,

Giurisprudenza a lettura politica Occidentale

E pure nella Ue l’entusiasmo non è scontato. Alcuni Paesi membri, infatti, manifestano perplessità poiché preferirebbero un approccio meno duro, temendo che il conflitto possa allargarsi all’intera Europa e spingere la Federazione Russa ad usare le armi nucleari.
Il problema reale, tuttavia, è un altro. La contrapposizione netta con la Russia viene vista con favore solo in Occidente, coinvolgendo per l’appunto gli Stati Uniti e i loro alleati come Ue, Giappone, Canada, Australia, Giappone e pochi altri. Si tratta pertanto di uno schieramento quasi esclusivamente occidentale.

Corte molto poco internazionale

Nel resto del mondo (e quindi nella maggioranza dei Paesi che fanno parte dell’Onu) esso non è condiviso. Xi Jinping ha subito confermato la sua visita ufficiale a Mosca dopo la decisione della Corte de L’Aja. Sulla medesima lunghezza d’onda si trova l’India di Narendra Modi, che non ha mai condannato Putin per l’invasione dell’Ucraina né approvato le sanzioni.
Stesso discorso vale per la stragrande maggioranza delle nazioni africane e dell’America Latina, anch’esse “neutrali” nei confronti dell’invasione.

Sentenze e schieramenti

Il senso è dunque chiaro. Da una parte c’è il blocco occidentale, che è in minoranza dal punto di vista demografico. Dall’altra si colloca il resto del mondo, che non solo non deplora ufficialmente l’invasione, ma dimostra pure insofferenza per i discorsi occidentali sul rispetto dei diritti umani.

Questo fa presagire per il futuro una contrapposizione sempre più netta tra il blocco a guida americana da un lato, e dall’altro tutti coloro che puntano a ridimensionare l’egemonia Usa per dare vita a un nuovo ordine mondiale. Dal che si deduce che Vladimir Putin non corre molti rischi di essere arrestato. Gli basta un po’ di cautela, evitando i viaggi in nazioni politicamente vicine agli Stati Uniti.

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