Le spie venute dal freddo. Svezia: caccia agli agenti segreti di Mosca

Spy story e film d’azione. Le autorità svedesi hanno arrestato due persone sospettate di spionaggio in una zona residenziale di Stoccolma. Cattura spettacolare secondo i media svedesi con forze speciali a bordo di due elicotteri Black Hawk che hanno arrestato la coppia con l’accusa di spionaggio per conto della Russia.
Gioeni prima, arrestato l’infiltrato dell’ex Kgb nei servizi segreti scandinavi .

Le forze speciali e gli immigrati infiltrati

L’ufficio del procuratore svedese ha affermato che uno dei due detenuti è stato accusato di “attività di intelligence illegali contro la Svezia e contro un altro stato straniero”, senza chiarie di quale Stato si tratti. I media svedesi hanno riferito che i sospettati sono un uomo e una donna di età inferiore ai 60 anni. Il quotidiano Aftonbladet ha riferito che si tratta di russi arrivati in Svezia alla fine degli anni ’90.
Meno spettacolare ma più spionistica la storia dei due fratelli di origine iraniana fuggiti dalla repubblica islamica in Svezia. Peyman Kia, arrivato in Svezia con la sua famiglia negli anni ’80, e suo fratello minore, Payam Kia. Il ‘capo famiglia’ ha conseguito una laurea e un master all’Università di Uppsala e ha iniziato come agente investigativo alla dogana svedese. Poi, in un’autentica escalation nel mondo dello spionaggio.

La spia al servizio del Cremlino

Un immigrato perfettamente integrato nella società scandinava e un simbolo di un’integrazione perfettamente riuscita, quasi da pubblicità, annota Roberto Vivaldelli su InsideOver. Come racconta la rivista Foreign Policy, Kia è stato assunto dal servizio di sicurezza svedese (SÄPO), che si occupa anche del controspionaggio. Dopo tre anni e mezzo, nel febbraio 2011, Kia è entrata a far parte del servizio di intelligence militare svedese MUST, che è anche responsabile dell’intelligence estera. Non solo: secondo i media svedesi, Kia è riuscito ad entrare nel segretissimo ‘Kontoret för särskild inhämtning’, il KSI, l’organismo di collegamento con le organizzazioni di intelligence straniere e di spionaggio.

Così Mosca e Pechino puntano sugli stranieri

È in questo stesso periodo che Peyam Kia è stato reclutato dall’intelligence russa. Ha passato informazioni a Mosca durante tutto il suo servizio con MUST, nel successivo incarico al SÄPO – ramo dei servizi segreti svedesi che si occupa di controspionaggio e antiterrorismo – e anche quando ha lavorato come ‘chief security officer’ all’Agenzia alimentare svedese, dal dicembre 2015 in avanti. Nello stesso periodo il Cremlino ha reclutato anche il fratello minore, Payman.

Le spie spiate

In realtà, la SÄPO li teneva d’occhio entrambi da molto tempo e già nel 2017 l’agenzia d’intelligence aveva concluso che la “talpa” al soldo dei russi era Peyman Kia. Perché non lo hanno fermato prima? È ciò su cui si sta litigando attualmente in Svezia. Secondo l’intelligence, serviva osservare come si muovevano i due fratelli e le modalità di collegamento con Mosca. Qualche danno all’intelligence svedese, tuttavia, i due fratelli di origine iraniani l’hanno prodotto, visto che sono riusciti a fornire ai russi l’intero elenco del personale della SÄPO. Non una cosa da poco.

La spia della porta accanto

Storie da Guerra Fredda, che si ripropongono a più di 30 anni dalla Caduta del Muro e simbolo di una “guerra ibrida” fra l’occidente e Mosca che non è mai cessata.

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