Dalla Svezia fresca di Nato sono in arrivo un miliardo e 600 milioni di dollari in sistemi d’artiglieria, missili antiaerei, tank Leopard 2, cinquanta carrarmati Cv-90 (quelli capaci di centrare un elicottero distante quattro chilometri) e quattro compagnie di fanteria meccanizzata che sapevano usare solo i vecchi carri russi Bmp-1 e ora invece sono state addestrate, su tecnologie sofisticatissime, in località segrete, riporta ancora il Corriere della sera. L’escalation sicura è questa. Il resto sono ‘voci’ incontrollabili a perenne rischio di inganno utile a chi le fa filtrare.
La mattina del 7 giugno, forse non a caso poche ore dopo il crollo parziale della diga di Nova Khalovka, le truppe ucraine avrebbero lanciato un vasto attacco contro le postazioni difensive russe snella regione di Zaporizhia, quella della super centrale nucleare a rischio acqua di raffreddamento dei nuclei atomici. Notizie frammentate e spesso contradditorie, su avanzate o difficoltà di una parte o dell’altra. Informazioni da prendere con le molle poiché, su ambo i lati della barricata –avverte chi di cose militari sa-, i canali social come i bollettini quotidiani resi noti dagli stati maggiori e dai diversi servizi segreti rispondono soprattutto all’esigenza dei belligeranti di influenzare la percezione dell’opinione pubblica sulle operazioni in corso e sulla guerra.
«Ora a Mosca s’aspettano un attacco anche in Crimea, segnala Analisi Difesa-, e il megaponte di Putin, costruito dopo l’annessione, è stato chiuso: la penisola, già senz’acqua per la diga distrutta, è ancora di più un’isola».
I resoconti delle operazioni in corso sono per lo più di fonte russa. L’Ucraina ha reso noto che ieri sono stati uccisi 730 militari russi (che portano il totale delle perdite secondo Kiev a ben 212.760 caduti russi dal 24 febbraio 2022) ma non rivela informazioni sulle battaglie in corso affermando che la controffensiva non è ancora iniziata e l’impressione tra i russi è che Kiev non ne parlerà finché non avrà ottenuto un successo tangibile.
Il silenzio ucraino conferma quanta importanza venga attribuita a Kiev alle operazioni in corso sia per l’impatto che presumibilmente avrà sulla prosecuzione degli aiuti militari occidentali sia per la tenuta del fronte interno.