Dopo molte esitazioni, il presidente Usa Joe Biden ha sbloccato la fornitura dei caccia F-16 al governo di Kiev. Indubbiamente si tratta di una mossa rilevante, destinata ad aumentare ancora l’escalation in atto nel conflitto tra Mosca e Kiev. L’F-16 non è un velivolo recente, poiché i primi esemplari furono prodotti dalla statunitense General Dynamics nel 1976. Da allora, tuttavia, è stato costantemente migliorato con nuove versioni, ed è attualmente costruito dalla Lockheed Martin.
È tuttora il caccia più usato dalle aviazioni dei Paesi Nato, ma è stato acquistato anche da altre nazioni, tra cui Egitto, Giordania, Indonesia, Emirati Arabi Uniti, Kuwait e Filippine. Le sue prestazioni sono eccellenti e può competere senza problemi con i migliori caccia della Federazione Russa. Il che significa che gli ucraini saranno in grado di difendere con maggiore efficacia il proprio spazio aereo, potendo anche contare su missili avanzati recentemente forniti dall’Occidente, e in particolare da Usa e Regno Unito.
Si rischia insomma, un salto qualitativo notevole aumentando ancor più il rischio di scontri diretti tra Russia e Nato. Il pericolo – ameno in teoria – dovrebbe essere evitato addestrando piloti ucraini a usare i jet. Ma i russi hanno già fatto sapere che considerano questo ulteriore passo come un vero e proprio coinvolgimento diretto dell’Alleanza Atlantica nel conflitto, con tutte le conseguenze del caso.
Si noti che gli americani non forniranno direttamente i caccia. Biden deve infatti fronteggiare le critiche, soprattutto dei repubblicani, alle enormi somme spese a favore dell’Ucraina. Non a caso deve interrompere il suo viaggio in Asia per convincere il Congresso a votare il bilancio federale, afflitto ormai da lungo tempo da un deficit stratosferico, ben maggiore di quello italiano (anche se le agenzie di “rating” non osano criticarlo più di tanto, a differenza di quanto fanno con l’Italia e altre nazioni).
Di qui l’invito, rivolto da Biden agli alleati, a fornire gli F-16 promessi a Zelensky. Invito che naturalmente non si può rifiutare considerata la leadership Usa in ambito Nato. Per quanto riguarda il nostro Paese la premier Meloni si è impegnata a fornire addestramento ai piloti ucraini.
Si noti, per inciso, come siano migliorati i rapporti tra la stessa Meloni e Biden, che aveva accolto criticamente il suo avvento al governo. Le posizioni superatlantiste pagano, anche se le speranze di pace diventano sempre più flebili.