Colpo doppio: F16 Usa all’Ucraina in conto e grane tutte europee

Trappolone. «Dopo molte esitazioni, il presidente Usa Joe Biden ha sbloccato la fornitura dei caccia F-16 al governo di Kiev», l’incipit di Michele Marsonet per ricordarci che pur non avendo ottenuto la tanto invocata ‘no fly zone’ Nato sui cieli del suo Paese, Zelensky acquisisce/acquisirebbe ora uno dei migliori aerei da combattimento occidentali. Per ora ancora forse.
Biden di corsa ad Hirishima e altri 6 e fans attorno, più afoni o servili del solito, senza il tempo per valutare e reagire alla voragine politica che Washington gli ha aperto davanti.
Vecchi F16 Usa da regalare dopo aver addestrato piloti ucraini, col dubbio da quali piste ucraine potranno mai decollare, ma con la certezza di una Russia fatta ufficialmente nemica militare diretta.

Escalation Nato in casa europea per arrivare dove?

Dopo molte esitazioni, il presidente Usa Joe Biden ha sbloccato la fornitura dei caccia F-16 al governo di Kiev. Indubbiamente si tratta di una mossa rilevante, destinata ad aumentare ancora l’escalation in atto nel conflitto tra Mosca e Kiev. L’F-16 non è un velivolo recente, poiché i primi esemplari furono prodotti dalla statunitense General Dynamics nel 1976. Da allora, tuttavia, è stato costantemente migliorato con nuove versioni, ed è attualmente costruito dalla Lockheed Martin.

‘Usato’ guerra più sicuro e micidiale

È tuttora il caccia più usato dalle aviazioni dei Paesi Nato, ma è stato acquistato anche da altre nazioni, tra cui Egitto, Giordania, Indonesia, Emirati Arabi Uniti, Kuwait e Filippine. Le sue prestazioni sono eccellenti e può competere senza problemi con i migliori caccia della Federazione Russa. Il che significa che gli ucraini saranno in grado di difendere con maggiore efficacia il proprio spazio aereo, potendo anche contare su missili avanzati recentemente forniti dall’Occidente, e in particolare da Usa e Regno Unito.

Rischio di scontro diretto Russia Nato

Si rischia insomma, un salto qualitativo notevole aumentando ancor più il rischio di scontri diretti tra Russia e Nato. Il pericolo – ameno in teoria – dovrebbe essere evitato addestrando piloti ucraini a usare i jet. Ma i russi hanno già fatto sapere che considerano questo ulteriore passo come un vero e proprio coinvolgimento diretto dell’Alleanza Atlantica nel conflitto, con tutte le conseguenze del caso.

Nessun  caccia americano a colpire Mosca

Si noti che gli americani non forniranno direttamente i caccia. Biden deve infatti fronteggiare le critiche, soprattutto dei repubblicani, alle enormi somme spese a favore dell’Ucraina. Non a caso deve interrompere il suo viaggio in Asia per convincere il Congresso a votare il bilancio federale, afflitto ormai da lungo tempo da un deficit stratosferico, ben maggiore di quello italiano (anche se le agenzie di “rating” non osano criticarlo più di tanto, a differenza di quanto fanno con l’Italia e altre nazioni).

Deficit di bilancio differenziati

Di qui l’invito, rivolto da Biden agli alleati, a fornire gli F-16 promessi a Zelensky. Invito che naturalmente non si può rifiutare considerata la leadership Usa in ambito Nato. Per quanto riguarda il nostro Paese la premier Meloni si è impegnata a fornire addestramento ai piloti ucraini.

Si noti, per inciso, come siano migliorati i rapporti tra la stessa Meloni e Biden, che aveva accolto criticamente il suo avvento al governo. Le posizioni superatlantiste pagano, anche se le speranze di pace diventano sempre più flebili.

Tags: Biden F16 G7
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