Vi spiego perché il risultato finale ministeriale non è fondamentale e perché San Quirico ha già vinto. Nei giorni scorsi l’amministrazione, durante la Festa dell’Olio, ha assegnato il premio annuale “Extravergine”. Invece di premiare un personaggio di successo, un giornalista o un qualunque altro pezzo grosso mediatico, la scelta è andata sulle associazioni, le librerie e gli enti che si occupano di volontariato e di diffusione della cultura sul territorio.
Una scelta significativa per dire che la cultura non è uno status, quella cosa elitaria e distaccata che i cittadini vedono piovere dall’alto, mediaticamente, con concetti e congetture astratte legate al mercato con un alto tasso di incomprensibilità o con la spettacolarizzazione di qualcosa di banale. La cultura è un processo di sedimentazione e trasmissione di valori, è l’insieme dei semi che vanno coltivati con cura, con lentezza, dolcezza e profondità. In una comunità che abita civilmente e poeticamente un territorio è il terreno fertile dello scambio di conoscenze, il luogo dell’incontro.
Quindi perfetta e politicamente interessante la scelta del Comune di guardare alla comunità che ritrova se stessa e non cede alle lusinghe del colonialismo culturale. Bella l’idea di premiare e sostenere le realtà che quotidianamente si battono nel paese per non perdere di vista chi siamo e che cosa saremo, per non diventare pezzo inutile e acritico di una Disneyland che ci umilierebbe. Bellissima, quindi, l’idea di non dare il premio a uno scrittore di classifica o a un giornalista prezzemolino mediatico con il libro in uscita natalizia ospitato in ogni trasmissione, senza ragioni e senza vergogna.
Perché non è che basta dire libro per fare cultura. Alcuni personaggi e alcuni libri, le scelte dell’amichettismo mediatico, dello scambio di favori tra giornalisti, sono un danno. E l’unico modo di opporsi è non adeguarsi. Non comprare libri che infestano la tv, non cedere alle lusinghe del personaggetto di successo, dimenticabile. Essere protagonisti della propria storia e non patetiche comparse di un presente che non ci appartiene. E per questo ringrazio per la scelta fortemente politica l’amministrazione comunale di San Quirico d’Orcia, il suo sindaco Danilo Maramai e il suo vice e assessore alla Cultura Marco Bartoli.
Per questo modo di fare siamo già Capitale morale del libro. Se arriveranno i fondi ministeriali faremo scintille. Se ne arriveranno di regionali faremo grandi cose. Altrimenti continueremo a fare miracoli. E a non arrenderci.